Arte dell’equilibrio #49 | Silvia Stucky, come comunicherai?
L'artista è la 49esima ospite dell'iniziativa "Arte dell'equilibrio/Pandemopraxia" lanciata da Cittadellarte. Silvia Stucky si sofferma sull'impatto negativo che l'essere umano ha avuto sul pianeta ("uno squilibrio tanto veloce quanto devastante") nell'era dell'Antropocene. L'ospite di questa puntata mette inoltre in luce le peculiarità di una serie di suoi show artistici dal titolo "equiLibri": "Attraverso queste performance condivido idee che possono aiutarci a vivere in equilibrio con noi stessi, con gli altri, con le regole della natura e dell’universo". 

Come comunicherai?

L’arte dell’equilibrio è un’arte esercitata da sempre dal pianeta Terra: ogni volta che questo viene alterato, tutti i sistemi, i processi, i cicli connessi alla vita si attivano per ritrovarlo. Nell’universo e sulla Terra tutto è in continua trasformazione e relazione; nulla può esistere senza l’altro. Tutto, nel mondo, dalle particelle infinitesimali al mondo vegetale e animale, ha sviluppato durante miliardi di anni di lente trasformazioni quella rete di processi interconnessi che permette la vita, legata all’aria e all’acqua. In pochissimo tempo, invece, noi esseri umani abbiamo portato uno squilibrio tanto veloce quanto devastante, che gli scienziati hanno definito una nuova era: l’Antropocene, la sesta estinzione di massa. L’uso indiscriminato delle risorse del pianeta, il crescente inquinamento dell’atmosfera e il cambiamento climatico che ne deriva sono i risultati del nostro comportamento che non è più sostenibile. In realtà, distruggendo l’ambiente siamo noi umani i primi a rischiare l’estinzione. Dopo di noi, la Terra troverà nuovi equilibri.

Questi concetti mi sono apparsi molto chiari durante il periodo della pandemia. Ho seguito interventi di studiosi e scienziati, antropologi e filosofi; avevo già in precedenza letto molto su questi argomenti, non sono nuovi per me. L’equilibrio è uno dei punti focali della nostra vita; è una di quelle cose cui non badiamo, come respirare, e che però sono fondamentali. A partire dall’equilibrio fisico: se lo perdo, cado. Se perdo il mio equilibrio mentale, non potrò essere tranquilla, attenta, capace, felice. Se perdo l’equilibrio con me stessa non sarò libera nelle relazioni con gli altri. Se l’umanità rompe il suo equilibrio con la natura, se pensa di essere fuori dalla rete inestricabile dei processi vitali, allora abbiamo perso il legame vero con la vita.

Io non so se questa situazione legata alla pandemia porterà conseguenze positive o negative; so che il problema dell’impatto umano sul pianeta era stato già posto dalla scienza oltre quarant’anni fa. La cultura, la scienza, sono le sole armi che abbiamo. Ciò che tutti, e in tutti i modi, dobbiamo fare nostro e diffondere è proprio questo: conoscenza, pensiero, consapevolezza. La conoscenza porta la libertà di pensiero; la consapevolezza potrà portarci verso scelte diverse, potrà cambiare il nostro modo di vivere.

Mi ha colpito il titolo dato a questa serie di interventi perché negli ultimi anni ho presentato una serie di performance dal titolo equiLibri. La prima è stata equiLibri. esercizi di conoscenza, a febbraio 2018. In queste performance cammino con dei libri in equilibrio sulla testa, fermandomi a leggere dei brani da ognuno stando in equilibrio su una gamba. Leggo brani tratti da libri diversi fra loro, per condividere idee, lanciare un messaggio, indurre chi ascolta a riflettere sulle nostre possibilità di azione. Nel testo che accompagnava gli inviti alle mie performance equiLibri ho associato frasi tratte da scritti di Maurizio Ferraris, Byung-Chul Han, Shitao, Laozi:
La tecnica, proprio come il mito, è una rivelazione in cui progressivamente si fanno avanti pezzi di un inconscio collettivo che non è stato programmato da nessuno. | Il soggetto di prestazione è più veloce e più produttivo del soggetto d’obbedienza. | Il vedere profondo, non superficiale, è un vedere che diventa anche un ascoltare, un contemplare, un entrare in risonanza con il suo oggetto. | È la debolezza a sopraffare la forza, nessuno l’ignora. Eppure, nessun riesce a metterlo in pratica”.

A novembre del 2018 ho portato la mia performance equiLibri al MACRO, ma con un cambiamento importante: ho invitato il pubblico a partecipare, ognuno poteva portare un libro da cui leggere, per condividere insieme idee e pensieri. Ho avuto la possibilità di ripetere questa performance in altre occasioni adattandola all’evento e al luogo, cambiando i testi letti e le modalità di partecipazione. Nella più recente performance ho letto solo da due autori, il fisico Carlo Rovelli e il biologo Stefano Mancuso.

Attraverso queste performance condivido idee che possono aiutarci a vivere in equilibrio con noi stessi, con gli altri, con le regole della natura e dell’universo. Per questo sono interessata al progetto di Michelangelo Pistoletto e all’Agenda ONU 2030.
Sono obiettivi prioritari, oggi ancora più evidenti. Dobbiamo comunicare comportamenti davvero sostenibili a livello personale, dai piccoli gesti quotidiani fino a combattere le multinazionali che sfruttano ogni tipo di risorsa senza curarsi delle conseguenze. Dobbiamo prendere consapevolezza che siamo solo un piccolo anello nei processi infiniti della vita: solo la consapevolezza delle persone può cambiare il sistema che ci porta a consumare, inquinare, sfruttare, distruggere. Come dice Stefano Mancuso, le piante sono più intelligenti di noi, e hanno un sistema più stabile che le tiene in vita; possiamo quindi prendere il mondo delle piante come nuovo modello per costruire il futuro. Cambiare punto di vista, fare un salto che ci permette di progettare un altro futuro, sostenibile ma anche etico.

Sul cambiare punto di vista, voglio ricordare infine quello che scrisse l’astronomo Carl Sagan, che nel 1990 suggerì di far scattare alla sonda Voyager una fotografia della Terra da sei miliardi di chilometri di distanza: “Il nostro pianeta è un granellino solitario nel grande, avvolgente buio cosmico… Non c’è forse miglior dimostrazione della follia delle vanità umane che questa distante immagine del nostro minuscolo mondo. Per me, sottolinea la nostra responsabilità di occuparci più gentilmente l’uno dell’altro, e di preservare e proteggere il pallido puntino azzurro, l’unica casa che abbiamo mai conosciuto”.


Link e alcuni libri delle performance equiLibri
Maurizio Ferraris, Mobilitazione totale, Laterza, 2015
Byung-Chul Han, La società della stanchezza, Nottetempo, 2012
Henrik Ibsen, La donna del mare, Rizzoli, 1959
François Jullien, La grande immagine non ha forma, Colla Editore, 2004
Laozi, Genesi del Daodejing, Einaudi, 2004
Carla Lonzi, Sputiamo su Hegel, Rivolta Femminile, 1970
Stefano Mancuso, Plant revolution, Giunti, 2017
Stefano Mancuso, La nazione delle piante, Laterza, 2019
Toni Maraini, Ricordi d’arte e prigionia di Topazia Alliata, Sellerio, 2003
Giangiorgio Pasqualotto, Estetica del vuoto, Marsilio, 1992
Carlo Rovelli, Sette brevi lezioni di fisica, Adelphi, 2014
Carlo Rovelli, L’ordine del tempo, Adelphi, 2017
Shitao, Sulla pittura, Mimesis, 2008
https://silviastucky.wordpress.com/2020/03/25/3-equilibri-esercizi-di-conoscenza-5-10-2018/
https://silviastucky.wordpress.com/2020/03/25/4-una-via-di-equilibri-9-10-2019/
https://www.facebook.com/jacopobenci/videos/10219162276640182/UzpfSTIwNDM5NTgyMTkyNjM5NzE6MjU4MDI2MjgyNTYzMzUwNQ/?modal=admin_todo_tour