Arte dell’equilibrio #66 | Maurizio De Bonis, cosa ricorderai?
Il critico cinematografico e delle arti visive, oltre che giornalista culturale e direttore responsabile di "Cultframe - Arti Visive", è il 66esimo ospite della rubrica "Arte dell'equilibrio/Pandemopraxia" lanciata da Cittadellarte. Maurizio De Bonis mette in luce il senso di frustrazione provato durante il lockdown in un video-intervento: "Improvvisamente - ha affermato - ci siamo ritrovati isolati nelle nostre case e questo aspetto ha portato a una forte frustrazione, ma ha anche generato in me una riflessione fortissima sul bene più prezioso che abbiamo: la libertà".

Cosa ricorderai?
La risposta in me è molto chiara. Ricorderò il senso di frustrazione che ho provato durante il lockdown, che derivava da un fatto preciso: il processo di conoscenza dentro il quale ho sempre vissuto veniva di fatto impedito, bloccato e limitato fortemente. Il processo in questione non è solo un fatto solo individuale, soggettivo o pratica personale, ma è un desiderio legato all’incontro con l’altro, la possibilità di spostarsi, muoversi e conoscere attraverso lo scambio, di interagire, di incontrarsi e riunirsi con altre persone… ebbene, questo aspetto, durante il lockdown, è stato bloccato completamente. Improvvisamente ci siamo ritrovati isolati nelle nostre case e chiaramente questo aspetto ha portato a una forte frustrazione, ma ha anche generato in me una riflessione fortissima sul bene più prezioso che abbiamo: la libertà.
La libertà di comunicare con gli altri, di espressione, di spostarci, di incontrare le altre persone, di viaggiare. Quindi di attivare attraverso il viaggio e l’incontro il processo di conoscenza, che è umano e intellettuale.
Ricorderò questa frustrazione, che ho provato sentendo la mia libertà bloccata, sentendo inoltre che la mia libertà di incontrare e comunicare con gli altri era impedita. Dunque ricorderò questa mia condizione umana e intellettuale e ricorderò il fatto che dobbiamo sempre pensare alla libertà come uno dei beni più preziosi che abbiamo. Di questo bene dobbiamo averne cura.


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