Un’opera ispirata al Terzo Paradiso in cui “al posto dell’unicità dell’io – ha affermato Michelangelo Pistoletto – ho realizzato la molteplicità del noi”: il riferimento è a EIFLES | SELFIE, che è stata realizzata in occasione delle Nitto ATP Finals 2024 da Cittadellarte e Avangart¹, in collaborazione con la Città di Torino. Proposta come una performance collettiva nell’ottica di coinvolgere gli atleti, gli addetti ai lavori e il pubblico della rassegna sportiva in un percorso di trasformazione in senso responsabile della società, il lavoro ha preso forma mediante uno specchio, un simbolo, un adesivo, dei pennarelli e il pubblico. Sì, perché uno specchio precedentemente nudo, ha ospitato le firme di tutti gli atleti e i collaboratori dell’evento: “EIFLES | SELFIE: sono i partecipanti e il pubblico delle Nitto ATP Finals – spiegano gli organizzatori – i veri protagonisti della performance. Il nome, una firma, il tag, una parola o un disegno da scrivere sulla superficie dello specchio lasciata libera dall’adesivo riportante il simbolo del Terzo Paradiso, come segno di partecipazione e adesione ai valori di armonia, equilibrio e pace preventiva della formula trinamica. Da opera a firma di uno a opera a firma di tutti”.
Al termine della Nitto ATP Finals l’adesivo verrà rimosso e il simbolo del Terzo Paradiso sarà la parte specchiante lasciata libera dalle firme di tutti coloro che hanno partecipato. L’opera sarà presente al Media Day presso il Museo Nazionale del Risorgimento, alla Mole Antonelliana, al Museo Nazionale dell’Automobile e alle OGR Torino. Lo specchio, così come realizzato, rimarrà alla Fondazione Le Molinette, sigillo della collaborazione tra la Città di Torino, il mondo del tennis, Avangart e Cittadellarte. “Nel tennis, la palla è il simbolo del caso, che gli atleti e i giocatori – ha affermato Michelangelo Pistoletto – riescono a far vivere come potenzialità massima di espressione. Io do il meglio di me da una parte, tu dai il meglio di te dall’altra e insieme arriveremo alla vittoria. Ma la vittoria non è parziale, la vittoria non tiene né per me né per te, ma ha bisogno del confronto continuo tra due elementi di fondo che danno l’energia e la forza al vivere comune. La pace ha bisogno di questo confronto controllato dalla capacità sportiva di dominare il caso. Il tennis, così come tutto lo sport, deve essere – ha concluso il maestro – uno strumento di pace preventiva. L’avversario non deve essere un nemico, ma l’amico necessario per giocare la partita della vita”.