Alessia Siligardi, docente e ambasciatrice Rebirth/Terzo Paradiso, ha coordinato un’iniziativa artistico-didattica in una scuola dell’Emilia-Romagna che unisce arte, moda e sostenibilità. Rebirth-Terzo Paradiso, questo l’evocativo nome del progetto di 20 ore sviluppato durante l’orario di lezione delle materie “ideazione, progettazione e industrializzazione dei prodotti moda” e “tecnologie dei materiali e dei processi produttivi e organizzativi della moda”: gli alunni della quinta del corso serale tecnico moda dell’istituto Malpighi, infatti, hanno portato avanti il progetto extracurricolare dell’anno scolastico 2017/18 curato dall’ambasciatrice e coordinatrice della classe. Lo scopo dell’iniziativa è stato ideare e realizzare una collezione ispirata al simbolo e ai concetti del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto.
Gli elaborati
Gli studenti hanno realizzato dei figurini ad hoc: i lavori sono stati colorati con tecnica a piacere, facendo attenzione ai tessuti utilizzati e considerando il target coinvolto, la stagione di riferimento e gli usi possibili dell’abito durante i momenti della giornata. Sono stati creati per il progetto, inoltre, un mood, una cartella colori e tessuti e una relazione dell’iniziativa con una parte introduttiva su Cittadellarte e la moda sostenibile.
(Da sinistra i mood di Khan Musfequl Islam e Mihaela Tasca)
L’Esame di Stato
I lavori, una volta conclusi, sono stati presentati dagli studenti agli insegnanti durante la prova orale dell’esame di maturità. Ogni alunno, infatti, a propria discrezione, poteva scegliere se sostituire la tesina con l’elaborazione del progetto Rebirth-Terzo Paradiso. Chi ha optato per la strada “artistica”, ha comunque dovuto trovare collegamenti di quanto realizzato con le altre materie affrontate durante l’anno scolastico.
(Cartella colori di Khan Musfequl Islam)
Il commento di Alessia Siligardi
“A volte, i capi di abbigliamento che indossiamo – spiega la docente e ambasciatrice – sono economici e scadenti, perciò vengono cestinati velocemente portando all’accumulo di rifiuti non biodegradabili altamente dannosi per l’ambiente. I tessuti e i coloranti utilizzati di alcuni abiti, inoltre, possono provocare gravi malattie sia a chi lavora alla loro produzione sia a chi li indossa nella quotidianità. È anche importante sottolineare lo sfruttamento che avviene per poter produrre capi a basso costo e, oltre a sensibilizzare gli studenti su queste importanti problematiche, la collezione si è posta l’obiettivo di incentivare la partecipazione e stimolare la creatività degli alunni. Sono soddisfatta dell’operato dei ragazzi, hanno seguito il progetto con interesse e motivazione in modo partecipativo”.
(Da sinistra: il figurino di Alice Fabbri e quello di Mihaela Tasca)