Avviare un’indagine speculativa intorno alla risonanza del sistema moda di fronte ai concetti teorici di sostenibilità e circolarità presenti nella cultura globale contemporanea: è questo, in sintesi, l’obiettivo di +Etica +Moda, convegno proposto da Accademia Unidee in programma domani a Biella dalle 10.30 alle 13. Cittadellarte, nelle Sale Auliche, ospiterà l’incontro organizzato in fellowship con Circular Threads, evento di presentazione dello studio sul ruolo dell’Economia Circolare nel settore del tessile italiano curato da Tondo APS, Fondazione Pistoletto, Associazione Tessile e Salute e Rèn Collective; l’appuntamento in questione, come riportato in un nostro precedente articolo, mira a promuovere la transizione verso l’economia circolare nell’industria tessile attraverso una prima misurazione del livello di sostenibilità e circolarità su scala settoriale e aziendale. “La moda etica non riguarda solo l’impatto sociale e ambientale raccontato nell’etichetta di un marchio – spiegano gli organizzatori in riferimento al talk del mattino -, ma anche l’immaginario sottostante. Senza informazioni chiare provenienti dai mondi della cultura su come produrre un’idea specifica di etica e su come renderla implicata nel sistema moda, l’immaginario si sente sopraffatto e suscettibile di ambiguità portando a interpretare erroneamente sia la stessa idea che la pratica. La giornata, che prevede il convegno al mattino e l’evento Circular Threads al pomeriggio, sarà una preziosa occasione di condivisione e di aggiornamento”.
I partecipanti al convegno
Alla giornata saranno presenti pensatori, teorici, creativi, professionisti e aziende a testimonianza e interpretazione dei trend che riguardano il settore del tessile e della moda sostenibile. Al mattino, il primo relatore protagonista è Tommaso Ariemma, Professore di Estetica presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, dove insegna anche Storia e teoria dei nuovi media; la teoria dell’arte, dei media e della cultura di massa sono i suoi campi d’indagine preferiti, ai quali ha dedicato numerosi volumi. Il secondo è Emanuela Mora, professore ordinario di Sociologia della Comunicazione alla Facoltà di Scienze Politiche e Sociali dell’Università Cattolica di Milano e direttore della Scuola di Dottorato in Sociologia Direttore del Centro per lo studio della moda e della produzione culturale (ModaCult). Interverrà anche Zoe Romano, docente intorno a temi di innovazione sociale, fabbricazione digitale, open design che ha lavorato nel settore del mediattivismo europeo facendo parte del progetto Serpica Naro. Non solo: ha esperienza nell’open hardware ed e-textile lavorando in Arduino, è co-fondatrice di WeMake, fablab a Milano, e si occupa di tessuti intelligenti e gestione di progetti di innovazione sociale digitale finanziati dall’UE, di cui l’ultimo è Centrinno, condotto con NEMA, per una nuova rivoluzione industriale. Presente per l’occasione anche Sara Sozzani Maino, Vice Direttore Vogue Italia e Direttore Vogue Talents. Non mancherà Rossella Ravagli, dal 2008 al 2020 Head of Corporate Sustainability and Responsibility presso Gucci e da gennaio 2021 Sustainability Strategic Advisory Board e Direttrice del Corso Triennale di Alta Formazione in Moda Sostenibile in Accademia Unidee. L’introduzione, infine, sarà curata a Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte, mentre Francesco Monico, professore di Archetipi dell’immaginario e di Filosofia della tecnica in differenti atenei e accademie italiane e direttore dell’Accademia Unidee, si occuperà della moderazione.
La presentazione di Ariemma
“Discutendo la critica all’idea di sostenibilità avanzata dal filosofo Timothy Morton – ha affermato il docente – si argomenterà intorno alla relazione insolita (ma sempre più urgente) tra etica e moda. In particolare, si cercherà di rispondere alla questione ‘che cosa può sostenere la moda?’, a partire dalla trasparenza mediale e narrativa della sua produzione più recente. E ciò non solo perché tale questione è legata all’etica degli affari o dell’ambiente, ma perché una certa idea di sostenibilità rappresenta anche la risposta mediale alla sfida lanciata dai nuovi media intorno al dominio del ‘nuovo’, dominio tradizionalmente governato dalla moda”.