Da anni ormai si discute del tema della sostenibilità nel campo della moda, uno dei settori industriali più inquinanti al mondo. La questione è recentemente entrata a far parte del piano di “Sviluppo Sostenibile” (SDGs) elaborato dall’ONU: diciassette obiettivi che hanno lo scopo di sensibilizzare la popolazione a livello ambientale, economico e sociale, promuovendo un’industrializzazione sostenibile e innovativa. Numerosi marchi di abbigliamento si sono allineati, di conseguenza, realizzando linee enviromental-friendly (in alcuni casi convertendo totalmente la propria produzione) impiegando rifiuti di scarto, riciclati o vegetali.
Da questo presupposto nasce l’idea di Sebastian Thies, fondatore di “nat-2”, marchio di calzature che impiega materiali alternativi e design innovativi: con la collaborazione dell’artista Nina Fabert (ideatrice della casa produttrice “Zvunder”) nascono, così, le nuove sneakers realizzate con i funghi.
Come Thies stesso dichiara nel suo manifesto, nat-2 promuove prodotti dallo stile futuristico e anticonvenzionale, ispirandosi all’industrialismo tedesco. Il processo di ideazione e design dei pezzi ha luogo in Germania, mentre la loro realizzazione si concentra nelle industrie italiane. “We’re constantly looking forward, not back, without forgetting the rich history and roots” (“Guardiamo costantemente avanti, non indietro, senza dimenticare la ricca storia e le radici”) afferma Thies, promuovendo per il proprio brand una creatività che attinga dal passato per rinnovarsi nel presente.
Il modello “nat-2 x Zvunder” si presenta in tutto e per tutto come una classica scarpa sportiva, con l’esclusione dell’utilizzo di ogni genere di pelle animale. Si chiama “fomes fomentarius” (anche conosciuto come “fungo dell’esca”) il fungo da cui è estratto il materiale impiegato: dalle caratteristiche simili a quelle del camoscio, esso cresce sugli alberi di latifoglie e si presenta di colore rossastro. Utilizzato comunemente come “esca” per il fuoco, è molto facile da sfibrare con l’aiuto di una punta affilata, così da poterne creare facilmente un vero e proprio filato.
Il fungo, inoltre, si presta particolarmente a soddisfare le funzioni di una scarpa sportiva: questi, infatti, possiedono naturali proprietà antisettiche e antibatteriche, costituendo un tessuto atossico perfetto per entrare a contatto con la pelle. Ad esso, è combinato in aggiunta un sottile panno in eco-cotone realizzato con plastica riciclata , una suola di sughero e un rivestimento esterno in gomma naturale.
Nat-2, quindi, raggiunge il suo obiettivo: creare una scarpa dalla tecnologia futuristica. Un esperimento non solo esteticamente gradevole ma soprattutto ecologico e sostenibile, in grado di soddisfare anche le esigenze dei consumatori più sensibili al tema.