Sabato 21 settembre. In un’estate che si accinge al letargo, Biella flirta con l’autunno. Cittadellarte, nonostante il meteo uggioso, è più illuminata che mai. Attorno alla Fondazione Pistoletto, fin dal mattino, si respira infatti un’atmosfera scintillante, elettrica, vibrante. C’è fermento, energia. Quella che la realtà artistica si appresenta a vivere e proporre è una giornata senza precedenti, o quanto meno unica nel suo genere, per autorevolezza e creatività. Sì, perché nell’arco di poco meno di 15 ore, Cittadellarte ospiterà una tavola rotonda UNESCO e la 26esima edizione di Arte al Centro, la rassegna quest’anno dedicata ai 25 anni di UNIDEE Residency Programs. E come uno specchio che riflette l’identità trasversale di Cittadellarte, uno degli aspetti che ha reso unica la giornata è stata la pluralità del pubblico sul piano generazionale e geografico. Il mondo dell’arte e l’arte del mondo confluite nel crocevia culturale della Fondazione Pistoletto. Riviviamo dunque la giornata attraverso i momenti chiave che le hanno dato forma.
Michelangelo Pistoletto.
Zaya Guarani.
Organizzatori e relatori della tavola rotonda UNESCO.
Educazione alla Pace Preventiva
Il primo incontro di sabato è stato una tavola Rotonda UNESCO intitolata Educazione alla Pace Preventiva: è stata presentata a Cittadellarte, per la prima volta in Italia, la nuova Raccomandazione sull’educazione alla pace, ai diritti umani e allo sviluppo sostenibile. Un contesto non casuale: l’8 novembre 2023 Michelangelo Pistoletto presentò al High Level Ministerial Dialogue on Education for Peace – UNESCO, in una conversazione con Stefania Giannini, UNESCO Assistant Director General for Education, il concetto di pace preventiva, in corso di sviluppo nel laboratorio denominato Biella Città Arcipelago Demopratico guidato da Cittadellarte. L’incontro è stato aperto da Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte. “Oggi celebriamo un altro documento connesso alla dichiarazione dei diritti umani dell’UNESCO con alcuni protagonisti venuti a Biella per celebrare la Giornata mondiale della pace e i 25 anni della scuola Unidee. Buona pace preventiva – questo l’augurio di Naldini – a tutti voi”. A seguire sono intervenute le autorità locali, il vicesindaco di Biella Sara Gentile (“Dovremmo portare il Terzo Paradiso nelle scuole come simbolo di pace. Cittadellarte è una realtà che custodisce cultura e il nostro futuro”). e il Presidente della Provincia di Biella Emanuele Ramella Pralungo (“Tutti dovremmo fermarci e riflettere sul significato della parola ‘pace’. Per me significa natura, quiete e serenità”). A seguire Michelangelo Pistoletto ha ripercorso l’inizio della sua pratica artistica, illustrando i passaggi che l’hanno portato a formulare il concetto di pace preventiva, coniato in contrasto a quello di guerra preventiva avanzato da Bush e Blair. “Noi possiamo dominare il caso – ha affermato il maestro – facendolo diventare equilibrio e pace, non conflitto. Il caso è compagno sia nel mostro sia nella virtù, sta a noi scegliere”. A seguire è intervenuto l’Ambasciatore Liborio Stellino, Rappresentante Permanente d’Italia all’UNESCO, per illustrare il ruolo e il sostengo dell’Italia nella Raccomandazione. Non solo: “La pace non si insegna o impara solo a scuola – ha sottolineato – ma ovunque, in un percorso continuo. In questo senso, Cittadellarte è un luogo profetico: ho scoperto, visitando gli spazi espositivi e le opere della fondazione, che questa realtà affrontava e lavorava su temi contemporanei già da molto tempo: a questo proposito, basti considerare i messaggi veicolati dal Terzo Paradiso”. Stellino ha poi letto l’intervento di Stefania Giannini, Vice Direttrice UNESCO Educazione, in cui è stato definito l’impegno dell’UNESCO per la Raccomandazione. Patrizio Bianchi, Portavoce della Rete Cattedre UNESCO Italia, si è invece focalizzato sulla scuola: “L’educazione è uno straordinario terreno di conquista delle uguaglianze. E non c’è libertà senza uguaglianze. Dobbiamo trasformare la scuola nel luogo della pace e della ricomposizione sociale, perché non c’è pace se non c’è comprensione”. La prima parte dell’incontro si è concluso con l’intervento di Carla Guetti, Coordinatrice Nazionale Scuole Italiane Associate UNESCO ASPnet Ministero dell’Istruzione e del Merito, con lo speech Educare alla pace: il contributo delle Scuole Italiane Associate UNESCO ASPnet. “Nella filosofia spesso la pace è abbinata all’utopia o a un tempo che deve venire. Invece noi, già con l’High Level Ministerial Dialogue on Education for Peace di Parigi abbiamo posto il concetto di pace a priori del nostro pianeta”. Dopo un intervento dedicato alla pace e alla sostenibilità della modella e attivista Zaya Guarani, sono state poste sotto i riflettori esempi virtuosi nel mondo dell’apprendimento. In un focus che ha spaziato tra scuole, pace, diritti umani, cittadinanza, sviluppo sostenibile, sono intervenuti i seguenti relatori: Mirella Spinelli, dirigente scolastica, e Velia Giangiordano, docente, dell’Istituto Comprensivo “Mario Bosco” di Lanciano; Giovanni Canzonieri (“La pace – così l’insegnante – non è assenza di guerra, è una virtù, uno stato mentale, una disposizione alla benevolenza. Io immagino il docente come un seminatore di pace”) ed Enza Carbone, docenti, e Carolina Miotto e Giulia Miron, studentesse, dell’Istituto Scuola Secondaria “Marco Casagrande” di Pieve di Soligo; Ruggero Poi, coordinatore dell’Open School del Terzo Paradiso; Alessandro Mele, direttore di Cometa Formazione, Centro UNESCO-UNEVOC. La mattinata si è conclusa con due interventi da remoto dell’artista Marinella Senatore e di Enrico Vicenti, Segretario Generale Funzionario Delegato della CNIU.
Alcuni momenti del book launch di Bright Ecologies.
Il book launch di Bright Ecologies
Il pomeriggio si è aperto con la presentazione di Bright Ecologies. Caretto/Spagna: Experiences, Forms, Materials di Andrea Caretto e Raffella Spagna, curato da Giorgina Bertolino, Francesca Comisso, Cecilia Guida e Alessandra Pioselli. Precursori delle pratiche artistiche impegnate in chiave ecologica, gli autori identificano nell’arte il campo di un’esperienza radicale di apertura, di ricerca indisciplinata e di engagement con le ‘cose’ del mondo: la terra, i semi, le persone, le rocce, il museo, il fiume, la cava, l’albero, i microrganismi. Bright Ecologies. Caretto/Spagna: Experiences, Forms, Materials ripercorre e documenta il loro lavoro ventennale, orientato da linee di ricerca incentrate sulla cura, la trasformazione della materia e le sperimentazioni sulla forma, concretizzate in sculture, installazioni site specific, laboratori e residenze, azioni e progetti collettivi fondati sull’incontro, il processo, il dono, le esperienze di partecipazione e co-autorialità. Il book launch si è avvalso delle testimonianze di Anna Zegna, Elena Carena (MunLab), Orietta Brombin (PAV) e Alba L’Astorina, oltre che degli interventi di Alessandra Pioselli e di Caretto/Spagna. Anche il pubblico è stato coinvolto: i presenti, in un processo introspettivo e partecipativo, hanno potuto toccare e passarsi quanto raccolto durante la ricerca artistica del duo. “Abbiamo disposto sul tavolo – così Raffaella Spagna – una disposizione di ‘cose’ che sono parte del paesaggio del nostro studio. Arrivano da esplorazioni e momenti di ricerca, che sono parte del nostro voler vivere i luoghi. Ognuna di queste piccole sculture – ha poi aggiunto Andrea Caretto – racconta storie di tempi e di luoghi specifici”.
Michelangelo Pistoletto al microfono.
Anna Zegna.
Il book launch di Visible Art As Policies for Care Socially Engaged Art.
Judith Wielander.
Il book launch di Visible Art As Policies for Care Socially Engaged Art
Il secondo book launch ha visto protagonista Visible: Art As Policies for Care – Socially Engaged Art (2010—ongoing) è una pubblicazione che esplora il potenziale trasformativo delle pratiche artistiche socialmente impegnate, in dialogo con oltre cinquanta artiste/i e collettivi, e rappresenta il culmine di quindici anni del progetto Visible e della ricerca curatoriale di Martina Angelotti, Matteo Lucchetti e Judith Wielander sul rapporto fra arte e sfera pubblica. Il volume presenta una scena di pratiche artistiche che interpretano il ruolo sociale dell’arte e la sua dematerializzazione in politiche culturali e di cura, in grado di affrontare le emergenze climatiche, sociali e politiche del nostro tempo. Il libro è immaginato come una pubblicazione polifonica, con voci di artiste/i, curatrici/ori, autrici di letteratura contemporanea, giornaliste/i, attiviste/i, e membri di varie comunità. Questi contributi eclettici forniscono molteplici strumenti di comprensione e punti di accesso sull’impatto dei progetti raccontati nel libro e del loro potenziale nell’ ispirare nuove politiche per la cura all’interno della società. Emerge tra le pagine il racconto di un movimento translocale, del quale il libro evidenzia l’interconnessione tra luoghi geograficamente distanti tra di loro e la comunione tra posizionamenti artistici che stanno trasformando il discorso sull’arte socialmente impegnata a livello globale. Oltre alle parole delle artiste/i e alle posizioni di esperte/i di altri settori, il libro comprende una serie di ‘assemblee’ in cui le artiste/i, curatrici/ori e ricercatrici/ori discutono le loro pratiche in relazione alle urgenze contemporanee creando uno spazio condiviso per l’apprendimento collettivo. Questi dialoghi sono integrati da una cronologia completa delle assemblee e dei parlamenti temporanei di Visible (2013–2023), e da un epilogo del filosofo Emanuele Coccia sulla possibile evoluzione futura dell’arte socialmente impegnata, accompagnato da una selezione di progetti artistici, sviluppati nel contesto italiano, che hanno ripensato il ruolo tra arte e società, scrivendo nuove pagine della storia dell’arte internazionale. Intrecciando finzione e realtà, contesto storico e analisi contemporanea, Visible: Art as Policies for Care offre una profonda esplorazione sul ruolo dell’arte nell’affrontare le sfide sociali più urgenti e nell’immaginare un futuro più giusto e sostenibile. In occasione della presentazione Lucchetti e Wielander hanno messo in luce il dietro le quinte e i contenuti del libro, dialogando inoltre con alcuni degli altri protagonisti del volume. Non solo: è stata data voce a Paolo Naldini, Michelangelo Pistoletto, Anna Zegna e Andrea Zegna. “Visible per me ha una centralità – ha sottolineato il fondatore di Cittadellarte –, nel senso che dispiega e spiega il fenomeno dell’arte in ogni ambito della società”. Anna Zegna, dopo avere messo in luce il profondo legame tra le famiglie Zegna e Pistoletto, ha dato il suo sguardo al futuro: “In questi tempi, in cui si naviga in mari turbolenti, Cittadellarte irradia luce. A questo proposito, se mi chiedessero cosa conta per il tempo che verrà, io risponderei l’educazione”.
Paolo Naldini.
Andy Abbott al microfono.
Armona Pistolett consegna dei premi illy.
I tre vincitori: Calcagno Cullen, Pietro Lo Casto ed Elena Mazzi.
La consegna del Minimum Prize.
Il premio, destinato a Emily Jacir, è stato ritirato dall’artista Walid Mawed.
Giuliana Carusi Setari.
Paolo Naldini.
L’opening
Alle 17.30 è andato in scena il momento clou con l’opening della giornata. Nello spazio Concept si sono diffuse le note e le parole del brano Il Terzo Paradiso dei Subsonica. Paolo Naldini, che ha moderato e presentato e l’incontro, ha esordito facendo riferimento ai versi conclusivi della hit musicale. “Come sorriderai? Che aria respirerai? Come ti nutrirai? Quale lingua parlerai? Come saluterai? Come lavorerai? In che cosa crederai? Il futuro a cui si riferisce il testo della canzone è ora? Sono passati 10 anni da quelle domande dei Subsonica rivolte a una bambina. Se siamo qui è perché 25 anni fa Michelangelo e Maria si sono fatti esattamente le stesse domande con gli alumni e i residenti UNIDEE. Hanno trovato la risposta? Sì, una scuola dove portare queste domande. Benvenuti al 25esimo compleanno di UNIDEE”. A seguire sono intervenuti il sindaco di Biella Marzio Olivero (“La città è grata a Cittadellarte: per merito di UNIDEE Biella ha ospitato giovani da tutto il mondo. Sono inoltre rimasto colpito dalla visita fatta in fondazione con Paolo Naldini: in ogni stanza si respira il piacere della scoperta”) e al Presidente della Provincia di Biella Emanuele Ramella Pralungo (“Grazie a Cittadellarte e al maestro per aver portato nella nostra provincia questa meravigliosa festa”). A seguire è intervenuto Michelangelo Pistoletto, ça va sans dire, acclamatissimo: “Io mi sento abbastanza vecchio a 25 anni – ha scherzato il maestro in riferimento all’anniversario di UNIDEE –. Con Arte al Centro e UNIDEE celebriamo anche l’uscita dell’arte dal suo contesto convenzionale. dal luogo dell’arte, sì, perché l’arte esce dal suo contesto convenzionati e convenzionali”. Spazio, naturalmente, anche a UNIDEE Residency Programs: tra gli interventi sul palco, da sottolineare quello dall’Advisory Board con Alessandra Saviotti. “Grazie a nome nostro per essere qui a celebrare 25 anni di UNIDEE, dopo un anno di lavoro. La mostra racconta il flusso costante di artisti ospitati negli anni e abbiamo infatti strutturato l’esposizione come un portale del tempo”. L’opening si è conclusa con la consegna dei tre premi illy Caffè a Calcagno Cullen, Pietro Lo Casto ed Elena Mazzi e del Minimum Prize a Emily Jazir (tutti i dettagli in un articolo che pubblicheremo nei prossimi giorni). Ha calato il sipario Giuliana Carusi Setari: “L’anniversario di UNIDEE – così la presidente di Cittadellarte – ha portato un’intensa e significativa giornata di festa e riflessioni. Poter parlare di gioia e bellezza in questo momento storico è per me come una boccata d’arte”.
La mostra Ways of Becoming – 25 years with UNIDEE (dal 21 settembre 2024 al 31 dicembre 2024)
Ad Arte al Centro è stata inaugurata la mostra collettiva a cura dell’UNIDEE Advisory Board (Andy Abbott, Beatrice Catanzaro, Juan Sandoval, Alessandra Saviotti). L’esposizione, concepita come un Open Studio, è stata realizzata tramite un’open call diffusa tra oltre mille residenti e mentori del network UNIDEE. Include opere di artisti e artiste internazionali, tra cui Mae Aguinaldo Mapa, Nico Angiuli, Mariangela Aponte Núñez, Laurent Barnavon, Lindsay Benedict, Ilaria Biotti, Charles-Antoine Blais Métivier, Michael Blum, Beatrice Catanzaro, David Cañavate, Andrea Caretto e Raffaella Spagna, Rafram Chaddad, Luigi Coppola, Giulia Filippi, Stephanie Hanna, Mako Ishizuka, Emily Jacir, Charlie Jeffery, Cees Krijnen, Olga Ledis, Natalia Ludmila, George Moraitis, Karl Logge & Marta Romani, Matthew Mazzotta, Katia Meneghini, Ryts Monet, Alice Pedroletti, PLoT collective, Anastasia Ryabova, Gloria Safont-Tria, Alejandro Vásquez Salinas, Juan E. Sandoval, Chiara Sgaramella e Kosta Tonev. La selezione delle opere è il risultato di un dialogo costante tra i curatori e gli artisti che hanno risposto alla open call ed è concepita come un processo in divenire che sta alla base dei programmi di residenza. Sebbene poche delle opere siano state realizzate durante le residenze, l’esperienza a Biella continua a influenzare profondamente la produzione degli artisti. Tra le opere esposte, alcune sono state create per il progetto 500X1000 e nel contesto del programma RESÓ. Il percorso espositivo include video screening e materiali d’archivio con aneddoti, memorie, riflessioni e testi, per raccontare cosa ha significato far parte di UNIDEE dal 1999 a oggi. Se la vera residenza inizia quando si torna con nuove esperienze artistiche e umane, abbiamo chiesto a tutti come il loro tempo a Biella continui a risuonare nelle loro vite. Inoltre, sono state esposte oltre 60 opere in formato cartolina, create dagli ex residenti come messaggi che offrono uno sguardo sul presente attraverso il ricordo di UNIDEE.
La mostra è stata l’occasione ideale per iniziare a dare forma ad un archivio di UNIDEE, documentando l’evoluzione di artisti e progetti socialmente impegnati e fornendo una base essenziale per il futuro del programma. L’archivio include un focus sulle partnership più longeve che da più di vent’anni supportano il programma, ossia Fondazione Zegna, illy Caffè S.p.A, Ecotermica, A.M. Qattan Foundation (Palestina) e Inlaks Foundation (India). Durante l’inaugurazione sono inoltre state proposte performance dal vivo di Charlie Jeffery, Georgios Moraitis, Marlo De Lara, Karl Logge & Marta Romani e Katia Meneghini.
Le performance.
Labirinto – Pace Preventiva di Michelangelo Pistoletto.
Labirinto – Pace Preventiva
Tra le novità di Arte al Centro, è stato visitabile Labirinto – Pace Preventiva di Michelangelo Pistoletto, ubicato negli spazi di via Cernaia. Si tratta di un labirinto della vita, dove bisogna continuamente scegliere il proprio percorso, componendo la propria visione e azione secondo un concetto di pace piuttosto che di guerra. È un’opzione continua tra conflitto e armonia. “Lungo questo percorso – così il maestro – si aprono spazi nei quali incontriamo differenti opere: Love Difference, il tavolo specchiante del Mediterraneo con le sedie provenienti da tutti i paesi che contornano questo mare, inteso come piccolo parlamento culturale di pace; poi c’è Pozzo Specchio, un monumento in cui lo spettatore, piegandosi per riconoscersi, può vedere la verità dello specchio e, allo stesso tempo, nell’eventuale caduta c’è la possibilità di rinascita; la Mela Reintegrata, che rimette in connessione e in equilibrio, la natura e l’artificio; 6 Qr code, nei quali è stato chiesto all’IA di redigere altrettanti testi sulle opere mie e su Cittadellarte (dai risultati si evince il nostro continuo operare per la pace). Nella parte finale del Labirinto si esce poi verso la sede permanente del Terzo Paradiso, che è l’esito del percorso della pace preventiva”.
La mostra Corale.
Corale
Corale è la mostra dei lavori degli studenti dell’Accademia Unidee. L’esposizione è stata divisa in 4 atti: Open research – i tavoli dell’Universario ospitano le sperimentazioni e le pratiche in corso degli studenti d’arte coinvolti nel programma intensivo internazionale di Ricerca Artistica, svolto con l’accademia ArtEZ (NL); Engaged art – uno spazio per intrecciare forme di arte impegnata che ospita il video della performance collettiva sul sé e sugli altri, un ‘cadavre exquis’ fatto di terra, i poster di attivismo serigrafico, la documentazione delle performance; Sustainable fashion – uno spazio che espone le forme di moda in espansione sperimentate dagli studenti, con collezioni di upcycling, ricami bianchi e modellistica in cotone, progetti di comunicazione per la moda; Tomorrow practices – l’ultimo spazio contiene le ricerche e le opere di tre studenti al termine del loro percorso di studi, che uniscono l’arte e la moda alla vita. La mostra, nello specifico, ha proposto i lavori dei seguenti studenti: dal primo anno Melek Bacha, Zenande Athi-Phila Dyiki, Álvaro Guimarães Werner, Filippo Panico, Sara Rognoni, Natalia Terezova; dal secondo Francesca Acquadro, Paula Arbach, Martina Bono, Gabriel Croso, Francesca Del Pizzo, Chiara Guillet, Melina Carvalho Mendonça Uchoa; dal terzo Luz Jimena Carollo, Luisa Mertina, Starlite Tigerlili Brian Talma, Andrea Cussotto.
Family Friendly Space di Elizaveta Butakova a Cittadellarte e il workshop con gli artisti Copa e Sordes a Cascina Oremo
Arte al Centro ha riservato uno spazio dedicato a bambini, famiglie e a chiunque volesse trascorrere un momento di creazione e tranquillità contribuendo alla fabbricazione di un’opera tessile collettiva attraverso la sperimentazione della tecnica del ‘proddy’, con la cura di Elizaveta Butakova, scrittrice e curatrice che vive nel West Yorkshire, nel Regno Unito. Lo spazio è stato aperto anche a sperimentazioni artistiche personali. Il 21 settembre le Officine del Cambiamento di Cascina Oremo in Corso Pella 21 hanno inoltre ospitato un workshop artistico condotto dagli artisti ed ex residenti UNIDEE Copa e Sordes, ispirato a un loro progetto dedicato al disastro nucleare di Chernobyl.
Le vetrine di via Italia.
Le vetrine di via Italia per UNIDEE in città
Riavvolgendo la collana dei ricordi, gli artisti che nel tempo hanno vissuto la città attraverso i programmi di residenza UNIDEE hanno riassunto in una serie limitata di otto poster brevi frasi momenti ed esperienze vissute tra le persone, la natura e le diverse realtà biellesi. Messaggi che possano diventare finestre sul presente ma che portano il ricordo del tempo passato a UNIDEE. Questi interventi estendono la mostra oltre gli spazi fisici di Cittadellarte, per evidenziare come il programma di residenza artistica abbia intrecciato relazioni con lo spazio pubblico, le persone e i processi di trasformazione della città nel corso di questi 25 anni. I negozi del centro cittadino biellese, in particolare quelli situati in Via Italia, per celebrare con la città e i suoi abitanti i 25 anni di UNIDEE Residency Programs, sono stati invitati a prendere parte a un vero e proprio racconto artistico a cielo aperto attraverso un allestimento dei manifesti realizzati dagli artisti.
Sguardo alle prossime attività
Le iniziative di UNIDEE continuano con i talk a Cittadellarte (per visionare il programma completo cliccare qui) e UNIDEE in città, una serie di interventi diffusi a Biella in collaborazione con enti e associazioni locali per valorizzare come il programma di residenze artistiche ha intrecciato relazioni in questi 25 anni con lo spazio pubblico, le persone e i processi di trasformazione della città. Per continuare a tessere le relazioni con le realtà artistiche biellesi, le gallerie e gli spazi espositivi della città stanno ospitando un’opera di uno degli artisti del network UNIDEE, selezionata dall’Advisory Board del progetto. Le realtà artistiche attualmente coinvolte sono: BI-BOx Art Space con le opere video Paper Love, Traumzeit di Armin Mobasseri; Woolbridge Gallery con My Sneakers (2001) di Michael Blum; ZAION Gallery; Palazzo Ferrero con Bakit ako sinusundan ng buwan (moon under my feet) di Richard Legaspi; Palazzo Gromo Losa e Accademia Perosi con Invisible_Structura_I di David Behar Perahia; MeBo Museum con Nine Fake Wooden Stars, Endless forgetting [Oubli incessant] di Charlie Jeffery. Ricordiamo, infine, l’appuntamento domani sera a Candelo: al Cinema Verdi, alle ore 21:00, è prevista la proiezione di lungo e cortometraggi sviluppati su focus tematici connessi alla residenza, alla socially engaged art e alle urgenze contemporanee su cui gli artisti UNIDEE sono attualmente impegnati. Quali saranno le opere filmiche visionabili? Il documentario Letter to a friend (2019) di Emily Jacir, neo vincitrice del Minimum Prize; i corti A Cage For Voices (2017), The Red Zone (2018), The Words You’ll Never Hear (2018) di Tom Dale; la fiction Tomatoes Tree (2016) di Armin Mobasseri.