Dipinti, quadri specchianti, installazioni, video e rare immagini d’archivio, dal 1958 al 2021, di Michelangelo Pistoletto: è questa, in sintesi, la ricca proposta che caratterizza Verità di Michelangelo Pistoletto – Dallo Specchio al Terzo Paradiso, nuovo progetto espositivo in programma dal 30 maggio al 26 settembre ad Ascona (inaugurazione prevista per il 29 maggio alle 18.30), in Svizzera. La mostra è ospitata, come riportato in un nostro precedente articolo, dal Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona ed è organizzata in collaborazione con Cittadellarte. Si tratta della più importante e completa personale dell’artista mai tenuta in Svizzera, curata da Mara Folini e Alberto Fiz, che si compone da 40 opere, come la Venere degli stracci, Metro cubo d’infinito, i Quadri specchianti e altre esposte solo in rare circostanze, come quelle a tema politico degli anni sessanta, che fanno riferimento all’esperienza interdisciplinare dello Zoo.
L’iniziativa si completa al Museo Castello San Materno, dove i visitatori saranno accolti dallo stesso Pistoletto che, in una video installazione oleografica, introduce i temi del suo segno-simbolo. Sarà possibile accedere, in questo contesto, un nuovo Terzo Paradiso, realizzato nel parco del Castello utilizzando una settantina di piante. A corollario dell’iniziativa, a Monte Verità, luogo ricco di storia e cultura, punto d’incontro agli inizi del secolo scorso per artisti e intellettuali anticonformisti di tutta Europa, verrà creato, con l’impiego di sassi, un altro Terzo Paradiso, che sarà donato dall’artista per segnare la continuità di pensiero con questo luogo emblematico di Ascona.
Nel contesto della rassegna, inoltre, è stata organizzata una serie di appuntamenti collaterali che prenderanno il via l’11 giugno (prossimamente divulgheremo tutti i dettagli sul nostro Journal).
Il percorso espositivo allestito sui due piani del Museo d’Arte Moderna di Ascona, come riportato nella nota stampa dedicata, prende avvio con la sezione che documenta la nascita e l’evoluzione dei Quadri specchianti con sette lavori emblematici tra cui La folla (1958 1959) e Autoritratto oro (1960) che anticipano la rivoluzione di poco successiva. Se La folla presenta una moltitudine anonima che emerge dal fondo del quadro, Autoritratto oro ha come riferimento il fondo oro ed esprime la necessità di liberare il vuoto che sta dietro la figura.
Nel 1962 irrompono sulla scena i Quadri specchianti e in mostra si trova Bottiglia del 1963, uno dei primi esempi realizzato con questa tecnica, dove compare, senza enfasi, un elemento quotidiano nella parte bassa dello specchio. Un altro lavoro particolarmente significativo è Padre e madre del 1968, con i genitori di Pistoletto visti di schiena, nella stessa posizione dell’osservatore di fronte allo specchio. L’excursus, che comprende anche due specchi degli anni settanta, Donna nuda con guanti e Gabbia blu, viene completato da Autoritratto con quaderno Terzo Paradiso del 2017 che sembra dialogare con Autoritratto oro di quasi cinquant’anni prima.
La rassegna prosegue con una serie d’installazioni iconiche degli anni sessanta tra cui il Labirinto, in cartone ondulato, del 1969 che invade completamente l’ambiente, al cui interno compare il Pozzo del 1965 che fa parte degli Oggetti in meno realizzato anch’esso con cartone ondulato e montato a forma circolare, mentre ai lati dello stesso s’incontrano due opere paradigmatiche nel rinnovato contesto linguistico espresso dall’Arte Povera come Venere degli stracci del 1967 e Muro di mattoni del 1968.
La seconda metà degli anni sessanta è caratterizzata anche dalle azioni collettive e delle performance teatrali, spesso meno conosciute rispetto agli altri interventi di Pistoletto, che sono rievocate in maniera ampia e approfondita attraverso video e materiale fotografico. Tra questi, le immagini che descrivono l’esperienza dello Zoo, la compagnia creata da Pistoletto nel 1968 che propone azioni teatrali e performative in contesti estranei all’ufficialità.
Al centro del lungo corridoio, gli spettatori potranno divertirsi a spostare liberamente Sfera di giornali che ripropone un lavoro storico appartenente alla serie degli Oggetti in meno che già nel 1967 è stato utilizzato per un’azione compiuta in occasione della mostra collettiva Con-templ’azione.
Il riciclo dell’informazione, la comunicazione fluida, la sovrapposizione delle notizie e il loro azzeramento, sono solo alcuni aspetti che rendono particolarmente attuale Sfera di giornali che, durante la mostra, dal museo si sposterà per le strade di Ascona in occasione di una performance destinata a coinvolgere gli abitanti del Borgo.
Una intera sezione è dedicata a Segno Arte, altra fondamentale ricerca di Pistoletto, ovvero una figura, costituita dall’intersezione di due triangoli che inscrive idealmente un corpo umano con le braccia alzate e le gambe divaricate. Di questa forma, che corrisponde alla massima estensione del corpo, vengono proposte alcune opere in materiali diversi, come Porta-Segno Arte, Finestra-Segno Arte, Termosifone-Uomo segno Arte, Cassonetto-Segno Arte, Attraverso il Segno Arte.
Al secondo piano del Museo si trovano alcune installazioni recenti di particolare significato tra cui il Tempio del giudizio (2009), che rappresenta idealmente un tempio in cui le quattro grandi religioni – Cristianesimo, Buddismo, Islamismo, Ebraismo – sono indotte a riflettere su se stesse ponendosi di fronte allo specchio o Metrocubo di Infinito (1966), costituita da superfici esternamente opache ma specchianti verso l’interno, facendo giungere al culmine le possibilità di rifrazione.
La rassegna si chiude idealmente con Love Difference-Mar Mediterraneo, un grande tavolo specchiante a forma di bacino del Mediterraneo, circondato da sedie provenienti dai diversi paesi che si affacciano su questo mare. Love Difference, presentato nel 2003 alla Biennale di Venezia quando Pistoletto ha vinto il Leone d’Oro alla carriera, è un annuncio programmatico, un movimento che unisce l’universalità dell’arte all’idea di transnazionalità politica.
Sempre nel 2003 l’artista scrive il manifesto del Terzo Paradiso e ne disegna il simbolo, costituito da una riconfigurazione del segno matematico d’infinito. Le grandi fotografie delle installazioni del Terzo Paradiso sulla Piramide del Louvre (2013), nelle acque di fronte a L’Avana (2014), nel Parco del Palazzo delle Nazioni a Ginevra (2015) o sul logo della missione della Stazione Spaziale Internazionale nel 2017, fanno da trait-d’union con le nuove installazioni del Terzo Paradiso che si possono ammirare al Monte Verità e al Castello San Materno.
“Guardando alla straordinaria opera di Michelangelo Pistoletto – ha affermato Mara Folini -, nel contesto culturale del Locarnese, terra di anarchici e teosofi ancor prima dell’esperienza comunitaria di Monte Verità, è proprio il concetto di cambiamento, di ‘demopraxia’, che Pistoletto con Cittadellarte sta portando avanti in modo capillare nel mondo, promuovendo il concetto di ‘Terzo Paradiso’ nei fatti ad essere una pratica innovativa che fa la differenza, rispetto agli altrettanti edificanti propositi di altrettanti artisti impegnati. Mettere in piedi processi articolati di attivismo relazionale, pacifico e costruttivo, dal basso, è in altre parole ben diverso dal sogno romantico, visionario e utopico delle storiche comunità di artisti dei secoli scorsi, come quella di Monte Verità, che finivano per essere delle esperienze chiuse, delle ‘arcadie’ di pochi eletti, scollegate dalle società. Mi auguro, così, che da questo progetto ambizioso che collega la storia locale all’oggi, ne possa uscire qualcosa di produttivo e stimolante anche per Ascona e la sua regione”.
Si è soffermata sull’importanza del progetto anche Michela Ris, capodicastero cultura del Municipio di Ascona: “I temi sollevati da Michelangelo Pistoletto relativi alla salvaguardia del nostro pianeta, allo sviluppo sostenibile e all’inclusione democratica delle differenze sono così attuali e urgenti, che mi auguro possano diventare argomenti di discussione in seno al Municipio di Ascona, come occasione di riflessione e di stimolo per incrementare progetti innovativi, sempre più vicini al benessere del cittadino. Incentivare una politica che guarda al ‘verde’ e alla sostenibilità, come valori aggiunti di una cittadina come quella di Ascona, rinomata per essere stata terra di artisti visionari ante litteram ecologisti, significa valorizzare l’eredità di chi ci ha preceduti, rendendole giustizia nei fatti”. Alle loro parole hanno fatto eco quelle di Alberto Fiz: “Quella di Ascona – ha affermato – è una rassegna esaustiva che consente di analizzare in maniera approfondita l’intero iter creativo di Pistoletto, tra i maggiori protagonisti della ricerca artistica internazionale dagli anni sessanta a oggi. Pistoletto ha radicalmente trasformato il rapporto con l’opera d’arte che, grazie alla sua indagine, si pone come principio relazionale dove il significato non sta nella cosa in sé, bensì nel passaggio tra le cose. E tutto ciò in base ad una prospettiva multipla, dinamica ed espansiva che assorbe la dimensione temporale come accadimento che si modifica nel momento stesso in cui si produce”.