‘Clean Up Australia’: pulire gli oceani per salvare il mondo
Dopo un viaggio in mare, un velista australiano si accorge di quanto siano drastiche le condizioni ambientali e decide di dare il suo contributo avviando un’organizzazione che coinvolga le persone a prendersi maggiormente cura dell’ecosistema. Osserviamo la nascita di questa iniziativa, il suo sviluppo ed il suo impatto nel mondo.

Il vento tra i capelli, il sole che scalda la pelle, il rumore del mare che accompagna durante il viaggio e la barca che si fa cullare e trasportare dal mare.
Il velista australiano Ian Kiernan conosceva bene queste sensazioni; sin da piccolo ha potuto apprezzare le bellezze degli oceani e, non appena ne ha avuto l’occasione, si è iscritto alla competizione velica ‘BOC Challenge’, dove i partecipanti girano il mondo in vela completamente in solitaria.
La sua speranza era quella di ammirare le misteriose alghe dorate del mare Sargasso, ma, non appena ha raggiunto la meta, è rimasto colpito e deluso dalla quantità di spazzatura presente nelle acque.

Tornato in Australia, Kiernan ha deciso di intervenire e dar vita ad una nuova attività incentrata sul tema della pulizia ambientale: la ‘Clean Up Australia. Fondata ufficialmente nel 1989, l’organizzazione ha raccolto in un solo anno 350mila furgoni pieni di spazzatura con l’aiuto di circa 300mila volontari, aumentando progressivamente la sua fama ed operando in sinergia con altre realtà simili.
Tra le varie iniziative proposte, si è deciso di dedicare un giorno specifico dell’anno (riconosciuto come ‘Recycling Day’) all’interno del corso didattico delle scuole, in cui insegnanti e studenti si impegnano per ripulire l’istituto. Contestualmente, si cerca di ricordare ai giovani quanto sia importante rispettare l’ambiente in cui si vive. Sono stati realizzati, inoltre, anche dei giochi per i più piccoli per aiutarli ad imparare, sin da subito, i concetti basilari per crescere in un ambiente sano e pulito.

Ma non è tutto. Kiernan, insieme ai suoi collaboratori, ha sviluppato una catena di produzione per realizzare gli attrezzi essenziali per una pulizia sicura ed efficace (come guanti, sacchi gialli dove lasciare la sporcizia raccolta e magliette con il logo della fondazione).
Con un successo in continua espansione, nel 1993 la ‘Clean Up Australia’ viene riconosciuta in tutto il mondo, in particolare dalla UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente) che decide di creare un movimento con gli stessi ideali, ossia la ‘Clean Up the World’, coinvolgendo 130 paesi e più di 35 milioni di volontari.
Anche l’Italia è all’interno di questa iniziativa. La ‘Clean Up the World’ e l’organizzazione ‘Legambiente’ italiana si sono unite realizzando un movimento di pulizia in tutto il Mare Mediterraneo, cercando di salvaguardarne le acque.

Aderire al progetto e diventare volontari è semplice e rapido. Basta andare sui siti ufficiali (https://www.cleanuptheworld.org/about-us e https://www.cleanup.org.au/about), rilasciare i propri dati personali e selezionare la zona di preferenza in cui svolgere l’attività.
Dallo scorso ottobre, dopo la morte di Kiernan, i suoi colleghi continuano a mandare avanti la sua idea di ripulire il mondo e proseguono il suo lavoro per raggiungere uno sistema ambientale migliore per tutti.

Le persone – ha spiegato ai nostri microfoni Terrie-Ann Johnson, managing director di Clean Up Australia – sono sempre più coinvolte ed attratte da questa iniziativa, in quanto è semplice, sicura e tangibile. Aumentano sia nel nostro sistema sia in Clean Up the World e verrà sempre offerto un posto all’interno della Clean Up per tutti i volontari che vogliono evitare che la spazzatura si disperda nel nostro prezioso ambiente. Speriamo che questa iniziativa perduri nei prossimi anni”.