Il Coronavirus non ferma gli attivisti. No, non torneranno sulle strade, in massa. Manifesteranno in modo responsabile. Il loro messaggio non cambia, sono il linguaggio e gli strumenti a diversificarsi: in queste settimane di piena emergenza socio-sanitaria data dal Coronavirus, gli ambientalisti di tutto il mondo si riuniscono simbolicamente intorno a un hashtag: #ClimateStrikeOnline. È Greta Thunberg, volto e anima del movimento dei Fridays for Future, a fornire – attraverso la propria pagina Twitter – questo suggerimento dopo quasi un anno dal primo grande sciopero per il clima globale. Sì, perché la criticità ambientale non è cessata con lo scatenarsi della pandemia da COVID-19, ma, allo stesso tempo, non bisogna in alcun modo contrastare le misure adottate dai governi per contenere l’emergenza. Anzi, come affermato dall’attivista svedese, i suoi coetanei devono comportarsi in maniera responsabile: “Noi giovani siamo i meno colpiti da questo virus, ma è essenziale che agiamo in solidarietà con i più vulnerabili e nel miglior interesse per la nostra società comune. Il nostro obiettivo non è creare panico, ma contribuire in modo costruttivo a fermare questa crisi”. Le sue parole sono in riferimento ai decreti e ai consigli di autorità ed esperti che obbligano o consigliano (per ora, a seconda della nazione) di evitare assembramenti o eventi pubblici.
Dalle piazze ai social, quindi. Come? Postando una foto o un video (taggando il proprio gruppo Fridays for Future di riferimento a livello locale e nazionale) che riassuma o sintetizzi, con la creatività di ogni utente partecipante, le criticità ambientali e la lotta contro il cambiamento climatico. Greta, nel suo ultimo post, ha infatti invitato i suoi follower ad adattarsi alle nuove circostanze per il bene della società e, di conseguenza, a pubblicare un’immagine con un cartellone (che contenga un messaggio significativo) usando, come accennato, l’hashtag #ClimateStrikeOnline. Con ogni probabilità, anche lo sciopero globale del clima previsto il 3 aprile verrà annullato o posticipato, limitando la protesta online finché l’allarme COVID-19 non si sarà placato. “Anche se l’emergenza climatica è la più grande crisi che l’umanità abbia mai affrontato – ha sottolineato Greta – per ora dovremo trovare nuovi modi per creare consapevolezza pubblica e sostenere il cambiamento”. Il 22 aprile sarà la Giornata della Terra: la speranza (ci auguriamo non sia utopistica) è che, entro quella data/giornata simbolica l’emergenza Coronavirus si sia placata e che gli attivisti di tutto il mondo possano tornare a far sentire la propria voce senza limiti, anche offline.