Sfruttare le onde del mare come fonte di energia: è questa un’opportunità sostenibile emersa da uno studio dell’ENEA – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. La ricerca mette in luce una nuova risorsa che possa produrre elettricità senza danneggiare l’ambiente. Una possibilità importante si trova in Italia: il litorale della Sardegna sarebbe ottimale per sviluppare il nuovo progetto. Ogni metro di costa, infatti, offre 13 kW, una quantità di energia altissima (il triplo rispetto al mar Ligure, Adriatico e Tirreno), come poche altre zone in Europa. Nel nostro contenente, però, questa potenzialità non viene sfruttata al meglio (la produzione soddisfa solo lo 0,02% della domanda complessiva), ma se si puntasse forte questa risorsa sarebbe possibile, negli anni, arrivare addirittura a sostituire molte centrali a carbone.
La battaglia ai combustibili fossili a vantaggio delle energie pulite ha anche altri “alleati”. L’energia delle onde, che fa parte della Strategia Energetica Nazionale dal ministero dello Sviluppo economico, è oggetto di studi anche al Politecnico di Torino e, in collaborazione con ENEA, sta lavorando per la causa con il progetto “Pewec“. Si tratta di uno strumento dedicato alle zone costiere dove le onde sono di dimensioni ridotte ma ad alta frequenza. Anche all’estero si sta studiando la novità. In Svezia, ad esempio, è stata progettata la “Oyster wave power“, una speciale tecnologia che sfrutta la potenza delle onde come una pompa per mettere in moto una turbina. Anche l’Irlanda e l’Australia, seppur separate da quasi 15mila chilometri, sono entrambe impegnate in studi che vedono il mare come principale fonte di energia pulita. Tanti progetti diversi, ma uniti nella ricerca di risorse pro-ambiente. Le idee e le parole per scrivere un nuovo capitolo sul fronte sostenibilità non mancano.