“I forni a microonde inquinano come 7 milioni di auto”: è questo l’allarmante risultato di uno studio condotto dall’Università di Manchester pubblicato sulla rivista Science of the Total Environment. Si tratta di una ricerca condotta prendendo come riferimento l’area dell’Unione Europea, con un’analisi sviluppata attraverso il metodo “Life Cycle Assessment”, dal quale emerge una valutazione a 360 gradi dell’impatto ambientale dell’elettrodomestico. Questo avviene attraverso uno studio che verte su tutto l’arco della sua “vita”, dalla produzione allo smaltimento finale. I microonde sarebbero “nemici” dell’ambiente fin dalla loro nascita, in quanto la sola fabbricazione dello stesso influisce all’esaurimento delle risorse naturali e ai cambiamenti climatici. Il dato più preoccupante riguarda, comunque, il considerevole utilizzo di corrente, un consumo di circa 9,4 terawattora di elettricità ogni dodici mesi. Considerando il singolo forno a microonde, in otto anni di vita media, utilizza circa 573 kilowattora.
I risultati? Emissioni di oltre 7,7 milioni e di tonnellate di diossido di carbonio, la stessa quantità di gas prodotta annualmente da 6,8 milioni di auto. Numeri da non sottovalutare, se si considera il largo uso che in Europa viene fatto di questo elettrodomestico, con una stima di oltre 130milioni di nuove vendite previste nei prossimi tre anni. Un altro problema riguarda il ciclo vita dei microonde: si è abbassato notevolmente da 25 anni ad oggi, passando dai 10/15 anni di allora ai 6/8 attuali. Le soluzioni? Oltre al limitarne l’utilizzo, c’è una semplice operazione che permette di risparmiare e aiutare l’ambiente: staccare la spina quando non si utilizza; anche se rimane in standby, infatti, l’elettrodomestico continua a consumare.
Basterà questo allarme lanciato dall’Università di Manchester a sensibilizzare la società su un corretto uso dell’elettrodomestico?