“La mafia uccide, il silenzio pure”, affermava Giuseppe Impastato, giornalista e attivista italiano (membro di Democrazia Proletaria) noto per le sue denunce contro le attività di Cosa Nostra. Come un presagio, venne prese anche la sua vita, assassinato il 9 maggio 1978. Ma la memoria no, così come tutte le azioni che l’hanno reso icona della battaglia contro l’organizzazione criminale radicata in Sicilia e in Italia. A lui, il silenzio, non è mai appartenuto: non solo a livello deontologico, ma umano, lottando sempre per fare emergere la verità in una strada irta di ostacoli che gli è costata la vita. Per ricordare e alzare la voce su coloro che hanno vissuto drammi come quello di Peppino, anche quest’anno si celebra la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie promossa da Libera e Avviso Pubblico. L’iniziativa ricorre il 21 marzo e ha sempre avuto la funzione di ricordare, di mettere in luce il passato e il presente, di abbracciare simbolicamente chi è stato colpito, anche non direttamente, dalla mafia. Per farlo, da 24 anni in tutta Italia, sono sempre stati organizzati cortei, manifestazioni ed eventi che riportassero alla mente un dramma italiano che è ancora attuale. L’arrivo della primavera sembrava annualmente dare il benvenuto a questa rinascita della memoria. Non nel 2020: così come per i Fridays for Future (tutti i dettagli in un nostro precedente articolo), non è stato possibile organizzare le iniziative per questa giornata della memoria. Colpa del Coronavirus, ancora lui. Quindi cosa fare? Rimandare? Rinviare a data da destinarsi? Annullare? No! Il ricordo sarà vivo, ancora, ma questa volta attraverso i social network.
“Non saremo insieme a colorare le piazze d’Italia – scrive Libera in una nota – ma in questi giorni difficili dove è fondamentale restare a casa non vogliamo far mancare il nostro abbraccio ai familiari delle vittime innocenti delle mafie. E la memoria non si ferma come non si cessa il ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie”. Il 21 marzo, come tutte le iniziative commemorative, non è una giornata fine a se stessa, ma serve a riaccendere, annualmente, una scintilla su un vicenda molto delicata, soprattutto per noi italiani; un calore di conoscenza e ricordo che deve propagarsi nelle scuole, nelle università, nelle associazioni e nelle realtà di ogni ambito del tessuto sociale. Sì, perché la celebrazione non deve fermarsi al minuto di silenzio o a essere il trend topic di un giorno. “Le vittime innocenti delle mafie – viene sottolineato nel comunicato – non vogliono essere solo ricordate. Vogliono che continuiamo il loro impegno, che realizziamo le loro speranze. Ricordare, riportare al cuore le vite di persone strappate alle loro famiglie, realizzando, nei fatti, un diritto al nome e al ricordo che non ha contenuto ‘civilistico’ ma etico, umano, solidale: valori portanti di una comunità capace di costruire un processo di memoria”.
Quindi come aderire alla giornata? Chiunque può partecipare: attraverso il web e i propri canali social, Libera invita a ricordare tutte le vittime innocenti delle mafie, mettendo in luce le loro storie e i loro nomi. La modalità è semplice: a partire dalle ore 9 di domani, viene chiesto di raccoglie un fiore o realizzarne uno di carta, scegliere dall’elenco presente sul sito vivi.libera.it il nome di una vittima innocente delle mafie, farsi una foto e postarlo sui social (tutti i passaggi in questa immagine). Un volto, un fiore, un nome, una frase digitale: basta poco per ricordare le vittime della mafia e i familiari che hanno versato lacrime per il loro addio. Questo, però, dev’essere solo l’inizio.