Greta Thunberg, la 16enne svedese che salverà il mondo
La giovane attivista scandinava è diventata il simbolo della lotta contro il cambiamento climatico. Con un focus sulle sue prime manifestazioni e sul movimento studentesco internazionale ‘Fridays For Future’, ripercorriamo le tappe che l'hanno posta sotto i riflettori mediatici globali.

Alla voce ‘eròe’, sostantivo maschile, l’enciclopedia Treccani dà la seguente definizione: “Nella mitologia di vari popoli primitivi, essere semidivino al quale si attribuiscono gesta prodigiose e meriti eccezionali; presso gli antichi, gli eroi erano in genere o dèi decaduti alla condizione umana per il prevalere di altre divinità, o uomini ascesi a divinità in virtù di particolarissimi meriti”. Quella che stiamo per raccontare non è la storia di una figura mitologica e nemmeno di un essere divino, ma di una giovane, o meglio giovanissima, ragazza svedese che, per molti, può essere considerata un’eroina moderna della lotta contro il cambiamento climatico. Si tratta di Greta Thunberg, una 16enne con particolari ‘superpoteri’: non sono di natura fisica, come una fumettistica superforza o velocità, ma doti quali perseveranza e risolutezza, non comuni a quell’età. La giovane si definisce attivista per il clima con Asperger, in riferimento alla sindrome da cui è affetta, da lei considerata un dono: «Se fossi stata come tutti – ha dichiarato nel corso di un’intervista al Financial Timeavrei potuto continuare come tutti gli altri. Potevo rimanere bloccata nel social game, galleggiare nelle convenzioni e nel tran tran, e continuare come prima. Ma non posso, anche volendolo. La mia sindrome fa sì che io veda il mondo o bianco o nero senza vie di mezzo, e che senta l’esigenza improrogabile di salvarlo”.

Greta, infatti, da alunna ‘qualunque’ di una scuola di Stoccolma è diventata simbolo globale – non solo mediatico – della lotta ambientale al cambiamento climatico. Un nemico, per la nostra eroina, davvero arduo da sconfiggere: come combattere gli antagonisti – classi politiche di tutto il mondo – che con il loro operato stanno minando alla salute del nostro pianeta? La sue prime mosse sono state ‘fare’ e ‘farsi sentire’: non attraverso alcuni post sui social, pixel colorati in un muro virtuale, ma con le sue azioni offline, che hanno portato, nel tempo, un risalto mediatico non indifferente. Quella che all’inizio poteva essere considerata una goccia nell’oceano, è diventata presto un’onda che sta travolgendo – e coinvolgendo – il mondo intero.


L’intervento di Greta a TEDx (crediti: TEDx Talks)

La sua crociata è partita lo scorso agosto, quando Greta ha deciso di non andare a scuola fino alle elezioni legislative del suo paese del 9 settembre 2018. La giovane, scossa dalla ondate di calore e dagli incendi boschivi che hanno imperversato nell’estate svedese, ha incominciato a protestare – ogni giorno durante l’orario scolastico – davanti al Riksdag, il parlamento svedese. Così, si è ‘armata’ di cartello indicante la scritta “Skolstrejk för klimatet” (sciopero scolastico per il clima) e ha comunicato il suo messaggio: sollecitare il governo ad attivarsi per ridurre le emissioni di carbonio, proprio come previsto dall’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico. Questa è stata la prima tappa del percorso che ha posto la storia di Greta sotto i riflettori che è, in qualche modo, proseguita con la nascita del movimento studentesco internazionale ‘Fridays For Future’. Giovani di tutto il mondo, come anticipato dal nome dell’iniziativa, sono invitati a manifestare ogni venerdì per mettere in luce le criticità ambientali globali.

L’operazione è presto diventata virale: sono sempre più numerosi i gruppi di studenti di tutto il mondo, che, emulando Greta e seguendo il suo movimento green, hanno appoggiato la sua causa. In questo caso, i social media non vengono usati come lavagna virtuale di sfogo, ma come strumento con il quale diffondere messaggi di sostenibilità. Gli appuntamenti di protesta del ‘Fridays For Future’ possono essere organizzati da chiunque e la formula è quella classica del flash-mob: persone di ogni nazione ed età possono dare il proprio contributo manifestando davanti a un palazzo ‘istituzionale’ della loro città; da qui, i social media e i giornali fanno il resto. Anche la nostra penisola sta dando un contributo su questo fronte e, infatti, sono già stati organizzati numerosi sit-in in molte regioni ed è nato il ‘Gruppo FFF Strikers italiani’.


L’intervento di Greta sul palco della COP24, la conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, a Katowice, in Polonia (crediti: Adnkronos)

La battaglia di Greta, inoltre, la vede impegnata in prima persona non solo nei venerdì di protesta. Ha partecipato ed è intervenuta in molti appuntamenti, anche di rilievo internazionale: alla manifestazione ‘Rise for Climate’ davanti al Parlamento Europeo a Bruxelles, alla giornata organizzata da ‘Rebellion Extinction’ a Londra, al ‘World Economics Forum’ a Davos e alla ‘Conferenza mondiale sul clima’ a Katowice in Polonia. In quest’ultima occasione, ha fatto clamore il suo intervento: “Ciò che speriamo  di ottenere da questa conferenza – ha spiegato Greta – è di comprendere che siamo di fronte a una minaccia esistenziale. Questa è la crisi più grave che l’umanità abbia mai subito. Noi dobbiamo anzitutto prenderne coscienza e fare qualcosa il più in fretta possibile per fermare le emissioni e cercare di salvare quello che possiamo”. Di recente, la giovane ha preso parte ed è intervenuta in altre manifestazioni in Europa, come quella a Bruxelles del 21 febbraio o quella di Amburgo del 1° marzo scorso. Il prossimo capitolo di questa sorprendente vicenda andrà in scena il 15 marzo, quando è in programma il primo ‘sciopero scolastico mondiale per il clima’ nella storia dell’umanità. La condottiera del nostro pianeta ha sempre più alleati: la battaglia green è solo all’inizio.


Per partecipare ai ‘Fridays For Future’ – manifestando od organizzando uno sciopero – è possibile accedere al Gruppo FFF Strikers Italiani.

Didascalia e crediti fotografici immagine di copertina: Greta su un palco di Helsinki dopo il suo discorso a una folla di 10mila persone (scatto tratto dal profilo Twitter di Svante Thunberg).