Oltre 40 opere, tra dipinti, Quadri specchianti, installazioni e rare immagini d’archivio, dal 1958 al 2021: è questa la proposta de La Verità di Michelangelo Pistoletto – Dallo Specchio al Terzo Paradiso, la più esauriente personale dell’artista mai realizzata in Svizzera. La conclusione del progetto espositivo, inaugurato il 29 maggio, era inizialmente stata fissata per il 26 settembre 2021, ma la mostra antologica è stata di recente prorogata a domenica 9 gennaio 2022 alla luce del grande successo di pubblico. Come riportato in un nostro precedente articolo, l’iniziativa è ospitata dal Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona ed è organizzata in collaborazione con Cittadellarte. Curata da Mara Folini e Alberto Fiz, si compone di opere come la Venere degli stracci, Metro cubo d’infinito, i Quadri specchianti e altre esposte solo in rare circostanze, come quelle a tema politico degli anni sessanta, che fanno riferimento all’esperienza interdisciplinare dello Zoo. Il progetto espositiva si completa nel Parco del Castello San Materno, dov’è stato realizzato un Terzo Paradiso utilizzando una settantina di piante.
Alla riscoperta della mostra
Come riportato in un nostro precedente articolo, il percorso espositivo prende avvio con la sezione che documenta la nascita e l’evoluzione dei Quadri specchianti con sette lavori emblematici tra cui La folla (1958 1959) e Autoritratto oro (1960) che anticipano la rivoluzione di poco successiva. Se La folla presenta una moltitudine anonima che emerge dal fondo del quadro, Autoritratto oro ha come riferimento il fondo oro ed esprime la necessità di liberare il vuoto che sta dietro la figura. Nel 1962 irrompono sulla scena i Quadri specchianti e in mostra si trova Bottiglia del 1963, uno dei primi esempi realizzato con questa tecnica, dove compare, senza enfasi, un elemento quotidiano nella parte bassa dello specchio. Un altro lavoro particolarmente significativo è Padre e madre del 1968, con i genitori di Pistoletto visti di schiena, nella stessa posizione dell’osservatore di fronte allo specchio. L’excursus, che comprende anche due specchi degli anni settanta, Donna nuda con guanti e Gabbia blu, viene completato da Autoritratto con quaderno Terzo Paradiso del 2017 che sembra dialogare con Autoritratto oro di quasi cinquant’anni prima. La rassegna prosegue con una serie d’installazioni iconiche degli anni sessanta tra cui il Labirinto, in cartone ondulato, del 1969 che invade completamente l’ambiente, al cui interno compare il Pozzo del 1965 che fa parte degli Oggetti in meno realizzato anch’esso con cartone ondulato e montato a forma circolare, mentre ai lati dello stesso s’incontrano due opere paradigmatiche nel rinnovato contesto linguistico espresso dall’Arte Povera come Venere degli stracci del 1967 e Muro di mattoni del 1968.
La seconda metà degli anni sessanta è caratterizzata anche dalle azioni collettive e delle performance teatrali, spesso meno conosciute rispetto agli altri interventi di Pistoletto, che sono rievocate in maniera ampia e approfondita attraverso video e materiale fotografico. Tra questi, le immagini che descrivono l’esperienza dello Zoo, la compagnia creata da Pistoletto nel 1968 che propone azioni teatrali e performative in contesti estranei all’ufficialità. Al centro del lungo corridoio, gli spettatori potranno divertirsi a spostare liberamente Sfera di giornali che ripropone un lavoro storico appartenente alla serie degli Oggetti in meno che già nel 1967 è stato utilizzato per un’azione compiuta in occasione della mostra collettiva Con-templ’azione. Il riciclo dell’informazione, la comunicazione fluida, la sovrapposizione delle notizie e il loro azzeramento, sono solo alcuni aspetti che rendono particolarmente attuale Sfera di giornali. Una intera sezione è dedicata a Segno Arte, altra fondamentale ricerca di Pistoletto, ovvero una figura, costituita dall’intersezione di due triangoli che inscrive idealmente un corpo umano con le braccia alzate e le gambe divaricate. Di questa forma, che corrisponde alla massima estensione del corpo, vengono proposte alcune opere in materiali diversi, come Porta-Segno Arte, Finestra-Segno Arte, Termosifone-Uomo segno Arte, Cassonetto-Segno Arte, Attraverso il Segno Arte.
Al secondo piano del Museo si trovano alcune installazioni recenti tra cui il Tempio del giudizio (2009), che rappresenta idealmente un tempio in cui le quattro grandi religioni – Cristianesimo, Buddismo, Islamismo, Ebraismo – sono indotte a riflettere su se stesse ponendosi di fronte allo specchio o Metrocubo di Infinito (1966), costituita da superfici esternamente opache ma specchianti verso l’interno, facendo giungere al culmine le possibilità di rifrazione. La rassegna si chiude idealmente con Love Difference-Mar Mediterraneo, un tavolo specchiante a forma di bacino del Mediterraneo, circondato da sedie provenienti dai diversi paesi che si affacciano su questo mare. Love Difference, presentato nel 2003 alla Biennale di Venezia quando Pistoletto ha vinto il Leone d’Oro alla carriera, è un annuncio programmatico, un movimento che unisce l’universalità dell’arte all’idea di transnazionalità politica. Sempre nel 2003 l’artista scrive il manifesto del Terzo Paradiso e ne disegna il simbolo, costituito da una riconfigurazione del segno matematico d’infinito. Le grandi fotografie delle installazioni del Terzo Paradiso sulla Piramide del Louvre (2013), nelle acque di fronte a L’Avana (2014), nel Parco del Palazzo delle Nazioni a Ginevra (2015) o sul logo della missione della Stazione Spaziale Internazionale nel 2017, fanno da trait-d’union con le installazioni del Terzo Paradiso al Monte Verità e al Castello San Materno.