Il desiderio di vedere insieme questi tre grandi uomini lo coltivo da anni, a partire dal 2012 in cui sono entrata a far parte della grande famiglia di ambasciatori del Terzo Paradiso e ho sentito “vibrare” in me il suo simbolo. Tutto ciò si è rafforzato durante la visita del maestro Pistoletto in Finlandia, con una serie di incontri dal titolo “Innovation needs (he)art”. E il simbolo è stato con me un’altra volta nella mia terra natia, quando i temi di Slow Food e la visione della salute individuale di Franco Berrino de “La Grande Via” si incontrano in modo più ravvicinato e con progettualità concrete per vedere unite la salute dell’uomo e del pianeta. Occorre realizzare il Terzo Paradiso interiore per creare armonia nel mondo. La connessione tra la mente razionale (l’artificio) e la nostra natura animale (la natura) ha bisogno di he(art), del pulsare del cuore umano all’unisono con il battito del cosmo. La mente a servizio della nostra natura profonda può generare cre-azioni virtuose quando abbraccia, nel contempo, il nostro profondo sentire e l’amore per la vita in tutte le sue forme.
(Michelangelo Pistoletto, sua moglie Maria ed Eija Tarkiainen con gruppo di ambasciatori finlandesi e italiani a Kuusamo in Finlandia – inverno 2015)
Il messaggio di tutti e tre di questi grandi saggi narra della possibilità di creazione di un “nuovo mondo”, ma urge accendere la consapevolezza individuale e il senso di responsabilità nelle scelte quotidiane verso se stessi, gli altri e il pianeta. L’amore e il coraggio che occorrono per attivarsi non possono essere un imperativo morale, ma un impulso naturale collegato alla bellezza.
Le “tre querce” ci orientano nella direzione della luce, della vera fonte di conoscenza.
L’umanità si sente smarrita tra mille informazioni le piovono addosso. Ci consumiamo nel litigare su fatti e opinioni e ci dimentichiamo l’essenziale. E se le risposte le avessimo già dentro di noi? Se ognuno avesse già libero accesso a quella fonte di saggezza da cui hanno abbeverato le nostre tre querce? Una mente larga che sa, ma che coinvolge consapevolmente anche il cuore e l’intuito e va a braccetto con il sapere silente delle tradizioni e delle proprie radici, è in grado di notare le “verità” della natura di cui facciamo parte e di cui siamo circondati; tutto fino a rispondere con le scelte quotidiane alle domande fondamentali dell’umanità. Quali sono i nostri veri bisogni? Come mantenermi in salute? Come approcciarmi all’altro? Come sostenere il pianeta perché continui a ospitarci? Quale ruolo gioca la bellezza nella nostra vita?
Nel compiere le nostre scelte quotidiane – l’atto politico più efficace a nostra disposizione – non c’è sempre bisogno di un esperto per indicarci quale azione sia buona e giusta, rispettosa della salute e della dignità nostra e del pianeta. Occorre attivare la nostra sensibilità!
Ciò che narrano nella loro vita e nelle azioni pubbliche i nostri tre saggi è che ognuno di noi può guardare oltre il consueto, superare i confini del sapere ufficiale, risvegliare la nostra conoscenza innata, in modo tale da permetterci di individuare autonomamente ciò che la vita vuole da noi. In conclusione, questa è la lezione forse più grande dei nostri tre saggi, avere il coraggio di stare dietro le proprie visioni, concretizzandole in parole ed azioni.
Didascalia foto di copertina: Ejia Tarkiainen (prima partendo da sinistra) e Franco Berrino in Lapponia.
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