Lectio Pluralis – Bunker, la trasformazione urbana per l’intrattenimento sociale e culturale
Manuela Cristaldi racconta lo spazio Bunker, un progetto mirato a sviluppare un gruppo culturale di stimolo in luoghi dismessi. "Con la location abbiamo creato piccole economie derivanti da attività legate all'intrattenimento, con offerte ludiche e sociali che hanno permesso di attrarre e diversificare il pubblico".

Continuano gli articoli relativi agli interventi della Lectio Pluralis di Arte al Centro 2017 dedicati all’inclusione nell’innovazione sociale. Vi proponiamo la testimonianza di Manuela Cristaldi di Bunker. Si tratta di un progetto che tende a creare un cluster sociale e culturale di stimolo per il quartiere del futuro in luoghi dismessi e oggetto, nei prossimi anni, di grandi trasformazioni urbane. Bunker è uno spazio che da tempo agisce con un lavoro quotidiano di grande impegno all’interno di un quartiere di Torino segnato dalla dismissione industriale, ma che allo stesso tempo è ricchissimo di vivacità e attività. Valeria Cantoni, moderatrice della Lectio Pluralis, si è espressa in merito: “Come è possibile sostenere economicamente una realtà spesso molto complessa come quella dell’uso di spazi sovradimensionati? Come utilizzare la location in maniera sostenibile?”

“Per quanto riguarda il problema della sostenibilità rispetto a questo tipo di esperienze – spiega Manuela Cristaldi –  inizialmente abbiamo scelto di bypassare la richiesta di finanziamenti pubblici, provando a far leva sulle nostre forze e sulla capacità di auto-organizzarsi. Bunker, nato come progetto che doveva avere durata limitata nel tempo, continua da cinque anni con un modello nuovo rispetto agli inizi. A oggi vi abbiamo creato piccole economie all’interno, derivanti da una parte di attività legate all’intrattenimento (commerciali inerenti alla somministrazione), che accompagnano una serie di progetti. Gli avanzi di gestione sono stati dedicati a reperire fondi per proporre offerte culturali e sociali. Nel corso del tempo sono nati progetti all’interno dello spazio, attività che hanno permesso di attrarre e diversificare il pubblico, sia diurno sia notturno. L’aumento di persone ha fatto sì che, negli anni, crescessero delle piccole economie di scala all’interno dello spazio”.


“Qual è il filo rosso – interviene Valeria Cantoni – che tiene insieme tutto?”
“Nel nostro caso  – esplica Manuela Cristaldi – l’obbiettivo è legato all’area in cui ci troviamo. Siamo nel cuore di una grande trasformazione urbana, che è la Variante 200 di Torino. La mission iniziale era quella di provare ad inserire all’interno di spazi sottoutilizzati e privati, grazie a una concessione d’uso data dalla proprietà, delle funzioni specifiche nel corso delle trasformazioni. L’obbiettivo era quello di attrarre attori e attività che ci auguriamo si mantengano almeno nel tessuto urbano che stiamo cercando di anticipare. Il filo rosso, quindi, è segnato dalle funzioni e non dai contenuti, tutto partendo da uno studio più urbanistico e sociale”.