Raccogliere e mappare le informazioni sui danni provocati in Italia dai fenomeni climatici, contribuire ad approfondimenti che riguardano il territorio italiano e condividere studi internazionali ed esperienze di piani e progetti di città, paesi e Regioni: è questo, in sintesi, l’obiettivo del Rapporto 2019 dell’Osservatorio di Legambiente CittàClima, realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol. Anche se i recenti disagi e inondazioni degli ultimi tempi a Venezia, Matera e Pisa sono avvenimenti che parlano da sè, lo studio condotto dall’associazione ambientalista dà una triste conferma dell’allarme che sta interessando il nostro Paese. Il dossier, intitolato Il clima è già cambiato, è stato presentato il 19 novembre a Roma presso la rappresentanza in Italia della Commissione europea ed è stato l’occasione per fare il punto sul quadro delle informazioni disponibili e sulle politiche europee di adattamento e i piani per le aree urbane italiane con esperti del settore. La ricerca, nello specifico, ha evidenziato come in Italia si siano verificati sempre più eventi meteorologici estremi che si sono abbattuti su molti territori colpendo la nostra penisola con maggiore frequenza.
L’analisi si concentra sulle città, in quanto nuclei nei quali vive la maggior parte della popolazione mondiale e ‘ambito’ più a rischio per le conseguenze dei cambiamenti climatici. In quest’ottica, episodi di piogge, trombe d’aria ed ondate di calore hanno ormai assunto proporzioni crescenti e destinate ad aumentare: negli ultimi nove anni – fino a novembre 2019 – sono stati registrati danni rilevanti in 350 Comuni dovuti al maltempo, 73 giorni di stop a metro e treni e 72 giorni di blackout elettrici; è aumentata, inoltre, la frequenza e gli impatti delle ondate di calore. Come riportato nel dossier, per comprendere il peggioramento basta guardare i dati del 2018, anno in cui l’Italia è stato colpita da 148 eventi estremi, che hanno causato 32 vittime e oltre 4.500 sfollati. Quali sono le città più colpite? Roma, Milano, Genova, Napoli, Palermo, Catania, Bari, Reggio Calabria e Torino.
“L’esatta conoscenza delle zone urbane a maggior rischio sia rispetto alle piogge che alle ondate di calore – si legge nella nota stampa di Legambiente – è fondamentale per salvare vite umane e limitare i danni, in modo da pianificare e ottimizzare gli interventi durante le emergenze e per indirizzare l’assistenza, ma anche per realizzare interventi di adattamento che favoriscano l’utilizzo dell’acqua, della biodiversità, delle ombre per ridurre l’impatto delle temperature estreme negli spazi pubblici e nelle abitazioni (…). Purtroppo l’Italia è l’unico grande paese senza un piano di adattamento al clima, che permetterebbe di individuare le priorità di intervento e ripensare il modo in cui si interviene a partire dalle città. Legambiente chiede al governo di approvare quanto prima il Piano di adattamento e di mettere le città al centro delle priorità di intervento”.