Luminosità artificiale: nemico del ciclo vitale delle piante
Gli scienziati dell’Istituto di biometeorologia di Firenze, dopo aver osservato le piante della loro città, si sono accorti che gli alberi più vicini ai lampioni non cambiano il colore delle loro foglie in maniera regolare. La luce artificiale, non permettendo ai vegetali di distinguere in maniera immediata il cambio di stagione, compromette il loro ciclo vitale. Osserviamo lo sviluppo di questo fenomeno e le sue conseguenze.

Siete coricati sul letto, è ora di andare a dormire. State guardando gli ultimi messaggi, qualche notifica dei vostri social network ed ecco che improvvisamente il sonno svanisce.
A chi non è mai capitato di trovarsi in una situazione del genere? Questo avviene perché la luminosità degli schermi dei diversi dispositivi elettronici confonde il nostro cervello, in particolare il sistema del sonno-veglia.
La luce artificiale non permette di riconoscere lo stacco tra giorno e notte confondendo il sistema nervoso e compromettendo il riposo delle persone.

Questo fenomeno, però, non accade solo agli esseri umani, ma anche alle piante. Ma com’è possibile? I vegetali non dispongono della nostra tecnologia, ma sono spesso vicini ad un altro tipo di luminosità: quella dei lampioni.
Se si osserva con attenzione, infatti, gli alberi vicini a questo tipo di luce mantengono le foglie verdi per un lasso di tempo più lungo rispetto alle altre piante.
A notare questa differenza sono stati gli studiosi dell’Istituto di biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Firenze che, tra il 2015 ed il 2018, hanno osservato gli alberi di tre viali del capoluogo toscano confermando tale fenomeno e constatando che, insieme alla luminosità artificiale, anche l’aumento delle temperature invernali è un fattore che disorienta la vegetazione.

Come ci insegnano fin da piccoli, le piante dispongono di due fasi a loro indispensabili: la fotosintesi clorofilliana e il ciclo di Calvin.
La prima è un processo che trasforma l’anidride carbonica in ossigeno e richiede molta energia (recuperabile dalla luce solare) mentre la seconda può avvenire anche senza la presenza di sole e serve per la produzione di glucosio (monosaccaride importante per la sintesi di cellulosa e la produzione di saccarosio ed amido primario per la pianta).
Con un’eccessiva luminosità artificiale, di conseguenza, non si rischia di compromettere la salute delle piante e della nostra? Come diminuire la luce notturna procurando meno problemi agli alberi?

A questo proposito, in Cina alcuni ricercatori stanno lavorando per ovviare al problema del consumo di elettricità notturna e hanno provato ad elaborare una soluzione. Come viene descritto in un nostro precedente articolo, creare una ‘luna artificiale’ che rilasci una luce lieve ma perenne durante notte. Questa particolare forma di luminosità sostituirebbe i classici lampioni e dovrebbe consumare una quantità minore di elettricità, ma una luce continua rischia di essere un ulteriore problema per le piante, gli animali e per l’uomo.