Un brand sostenibile caratterizzato da capi realizzati con l’utilizzo di tessuti biologici e materiali riciclati: è questo “Made For Change”, lanciato dalle stiliste lombarde Carlotta Radaelli e Simona Donadio. Le due giovani, dopo aver conseguito un diploma in “Fashion and Textile design” hanno condiviso la propria visione etica e sostenibile della moda, creando un marchio innovativo che si basa sulla produzione di indumenti artigianali ipoallergenici con una filosofia green.
“Il nome stesso – scrivono sul sito ufficiale – racconta l’essenza di un’idea fondata sul cambiamento, sulla passione e la ricerca di un’espressione capace di racchiudere un modo diverso di fare moda. I capi non sono solo eticamente corretti, ma anche esteticamente attraenti e piacevoli da indossare. Ogni vestito racconta una storia, fatta di sogni e grandi ideali che si concretizzano proprio nella componente ecologica e artigianale”. Una filosofia che rispecchia la creatività delle due fashion designer, dove il mix di tessuti biologici e le varie combinazioni di stili rendono unico questo brand. La validità del progetto è stata accertata nel 2012, quando “Made For Change” si è classificò al primo posto come impresa innovativa al bando di concorso “Ritorno al Futuro”, indetto dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza.
Che cosa significa abbigliamento “bio” e come può essere applicato ai vestiti? Indica che la materia prima per realizzarli proviene solo da coltivazioni biologiche controllate – ad esempio del cotone – che non utilizzano semi ogm, pesticidi o altre sostanze chimiche ed eseguono la rotazione del raccolto, necessitando di meno acqua. L’impatto ambientale, quindi, viene ridotto al minimo.
Anche la moda, grazie a questo brand, può dare una svolta green e sensibilizzare tematiche di sostenibilità ambientale.