La parte settentrionale del Mar Caspio rischia di scomparire: a rivelarlo è una ricerca dell’Università del Texas, pubblicata sul Geophysical Research Letters. Lo studio condotto dai ricercatori dimostra come il livello delle acque si sia ridotto di circa un metro e mezzo in soli 19 anni. Dal 1996 al 2015, infatti, le acque del lago – specifichiamo che il Mar Caspio è un lago, deve il nome di “mare” alla sua grande estensione e alla salinità, ndr – sono scese di circa sette centimetri ogni dodici mesi. La causa? L’evaporazione causata dal riscaldamento globale. Le temperature, che sono cresciute in media di un grado centigrado tra i due periodi oggetto di studio (quello già citato e dal 1979 al 1995), hanno fatto sì che l’attuale livello del Mar Caspio sia soltanto di un metro sopra la soglia minima raggiunta alla fine degli anni ’70. La situazione è allarmante per l’intero ecosistema e per i paesi che si affacciano al bacino lacustre più grande del mondo.
Nel caso in cui le temperature non si abbassassero e le precipitazioni e fiumi non diano l’adeguata ‘linfa’ al lago di 371mila chilometri quadrati di superficie, la parte più a nord potrebbe addirittura sparire entro 75 anni. Perché si prosciugherebbe proprio la zona settentrionale? Perché è l’area dello specchio d’acqua meno profonda (circa cinque metri) a dispetto di quella meridionale, caratterizzata da un abisso di circa un chilometro. Gli studi sul fronte ambientale del Mar Caspio si rivelano, ancora una volta, allarmanti; l’ennesima testimonianza che il nostro pianeta sta ‘soffrendo’ e ha bisogno al più presto di un cambio di rotta.