Si è alzato il sipario sul White Milano, la manifestazione fieristica dedicata al mondo della moda che vede la presenza di alcuni dei più importanti brand del settore. Il salone di via Tortona, aperto fino a domenica 22 settembre, si avvale della partecipazione di Cittadellarte, che all’interno del progetto Give a Focus propone – nell’area Ex Carrozzeria – un’istallazione del collettivo dei fashion designer sostenibili di Fashion B.E.S.T. (Better, Ethical, Sustainable, Think-tank). Il collettivo in questione nasce ispirandosi al pensiero di Michelangelo Pistoletto, precursore delle odierne tematiche relative alla complessa questione della sostenibilità che, attraverso l’arte, viene veicolata in tutti gli ambiti del tessuto sociale. “Cittadellarte Fashion B.E.S.T. – affermava nel 2009 il maestro – vuole essere un centro energetico in cui convergono forze differenti, come estetica ed etica, creazione e produzione. Sensibilità artistica e impegno sociale”. Dalle parole ai fatti: B.E.S.T. è una piattaforma di Cittadellarte che da dieci anni si dedica alla sostenibilità nella filiera moda, dalle materie prime al design, dalla produzione alla formazione (con la consulenza scientifica di Tessile e Salute).
Torniamo al White, dove è proposta un’opera collettiva dei fashion designer – Tiziano Guardini, Silvia Giovanardi (Wrad), Flavia La Rocca, Fabrizio Consoli (Blue of a Kind), Yekaterina Yvankova, Bav Tailor, Francesca Mitolo (Teeshare) ed Edoardo Ianuzzi (ACBC – Thezipshoe) – presentata come un grande albero della vita. Questa interroga lo spettatore sul ruolo del sé nel rapporto dinamico di convivenza con gli altri e l’ambiente, per poi allungare i propri rami verso cinque aree che identificano i cinque problemi cruciali del settore moda oggi: eccessivo utilizzo di prodotti chimici, spreco di acqua, sfruttamento della manodopera a basso costo, iperproduzione di rifiuti e cambiamento climatico. L’obiettivo dell’opera, a questo proposito, è simboleggiare il sogno-utopia dell’uomo che si trova a dover essere al tempo stesso causa e soluzione della necessità ambientali moderne. I membri del think-thank, così, partendo ognuno dalla propria peculiare angolatura, si pongono l’obiettivo di ispirare, produrre e diffondere una visione responsabile e circolare della moda che unisca etica ed estetica. Fashion B.E.S.T., infatti, è ormai l’attuazione di un processo, di un luogo di lavoro, di scambio e di ricerca teso a connettere tutti gli anelli della filiera moda, dal produttore al fruitore finale; un nuovo nucleo originale di una forza di cambiamento comune che punta a rendere la moda etica e trasparente, nuovo standard indiscusso.
L’istallazione, inoltre, ospiterà un capo di abbigliamento che è la sintesi del pensiero caratteristico di tutti i vari designer, giocata sulla provocazione solo apparentemente derivante dai concetti di vendita e gratuità. Si tratta di una felpa realizzata con tessuti e procedimenti a bassissimo impatto, in quanto è in fibra di TENCEL™ di Lenzing, prodotto da foreste certificate unitamente a cotone riciclato. “TENCEL™ – si legge nella nota stampa – è una fibra cellulosica prodotta in Austria ma filata e smacchinata in Italia attraverso una filiera trasparente e tracciabile. Il filato di cotone è riciclato e non ha subito trattamenti di tintura, risparmiando acqua e procedimenti chimici. Il capo di felpa è confezionato con lo stesso cucirino in TENCEL™, il che rende tutto il prodotto completamente compostabile in modo che a fine vita possa tornare in natura”. La felpa del collettivo di Fashion B.E.S.T. racconta, nello specifico, la visione di responsabilità e sostenibilità di ogni designer ed è concepita come interpretazione fisica del Terzo Paradiso. Il capo è acquistabile al Salone e viene consegnato con un espositore vetrina appositamente creato per aiutare i negozianti a raccontare la sostenibilità nel settore moda.
“Cittadellarte – ha affermato Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte – con i fashion designer della piattaforma B.E.S.T. e White chiamano il mondo della moda disegnata, prodotta, comprata e indossata a scendere in campo insieme e passare all’azione. Di fronte alle sfide imposte dalla necessità di cambiare modello di sviluppo, non basta più comprare la moda sostenibile: occorre ora interpretarla con coerenza. Performarla. Portarla nel quotidiano come testimoni e attori di un impegno se pure minimo, però concreto e attivo in ogni angolo, teatro e ambito della nostra vita”.