“Un altro anno finisce senza una vera svolta su clima e biodiversità”: è questo l’allarme lanciato dalla presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi, tracciando un bilancio dell’anno passato. I dati presentati dall’organizzazione in questione – con il Living Planet Report – hanno evidenziato come, in soli 50 anni, sia scomparso più del 20% della superficie delle foreste dell’Amazzonia e gli ambienti marini del mondo abbiano perso quasi la metà dei coralli nelle ultime tre decadi. Una situazione drastica alla quale la nostra penisola non fa eccezione: “In Italia – ha dichiarato Bianchi in una nota stampa, sottolineando prima le buone notizie – nel 2018 c’è stata finalmente una presa di coscienza contro il nemico dei mari e delle spiagge: la plastica. Si tratta di un tema su cui il WWF si è speso molto l’anno passato e continuerà ad impegnarsi a fondo anche nel 2019 con tantissime iniziative, tra cui la collaborazione con il Jova Beach Party (il tour 2019 di Jovanotti) che supporterà la nostra campagna di contrasto all’inquinamento da plastiche. Su questo tema vanno segnalate le iniziative assunte dal Ministero dell’Ambiente sul tema, anche grazie alla spinta propulsiva del ministro Costa”. L’altro lato della medaglia, però, è non è per nulla positivo: “È stato – continua la presidente del Wwf Italia – un anno da dimenticare per la biodiversità italiana. A causa dei calendari venatori e altri provvedimenti sulla caccia varati dalle regioni, il 2018 può essere considerato come un vero e proprio annus horribilis. Il WWF ha difeso i nostri animali selvatici nei tribunali con ben 12 ricorsi di cui 9 andati a buon fine”.
La leader dell’associazione, inoltre, ha messo in luce le criticità messe in luce dal Check-Up Parchi pubblicato a settembre dal WWF, dal quale ha preso spunto per sottolineare la necessità di un rilancio e di una tutela dei Parchi Nazionali e delle Aree marine protette. Bianchi, inoltre, ha evidenziato come urga ovviare alle criticità date dal dissesto idrogeologico, facendo investimenti per mettere in sicurezza le aree più delicate. Non solo il punto sull’anno appena trascorso, ma anche le prospettive per il futuro: “Il 2019, sia a livello globale che nazionale dovrà essere un anno di svolta. È necessario porre le basi per un Global Deal, un accordo globale, ambizioso ed efficace per la natura e la biodiversità. E serve il coraggio dei governi per concretizzare l’Accordo di Parigi sul clima e assumere impegni adeguati all’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C. A livello nazionale, oltre ai provvedimenti che indichino un reale e rapido percorso di decarbonizzazione del nostro sistema energetico ed economico, ci aspettiamo un cambio di passo netto e concreto nelle politiche ambientali. A cominciare dall’approvazione della legge contro il consumo del suolo (provvedimento essenziale contro la cementificazione, per la sicurezza del territorio e di migliaia di famiglie), che dal 2012 vaga per le aule del Parlamento alla ricerca dei voti che la facciano diventare qualcosa di più che una promessa”.
Nonostante le criticità sul fronte clima e biodiversità, il WWF ha anche riportato le seguenti 10 ‘buone notizie’ nel proprio sito web:
1) Gorilla di montagna: ora sono oltre mille allo stato selvatico, soprattutto nel Parco Nazionale dei vulcani Virunga nella Repubblica Democratioca del Congo. Dal 2010 a oggi, la popolazione di questa specie di gorilla è aumentata del 25% (il WWF, in questo punto, ha anche ricordato i 5 ranger e la guida uccisi in un agguato lo scorso aprile).
2) Il Parco Nazionale Serranía de Chiribiquete, nell’Amazzonia colombiana, con i suoi 4,3 milioni di ettari, è diventato nel 2018 la più grande area protetta della foresta pluviale tropicale, tutelato anche dall’Unesco.
3) Le barriere coralline sono in pericolo, ma le campagne di conservazione portate avanti dal WWF hanno contribuito a far sì che il Belize vietasse l’esplorazione offshore di petrolio e gas. Di conseguenza, la barriera corallina del Belize è stata rimossa dalla lista UNESCO dei siti Patrimonio dell’Umanità che si trovano in situazioni di emergenza.
4) Grazie al lavoro del WWF, quasi la metà delle acque messicane sono ora protette e in grado di garantire forniture idriche a 45 milioni di persone e alle generazioni future; saranno quindi capaci di proteggere alcuni dei più grandi tesori naturali del Paese. Fra i bacini protetti in Messico c’è anche il fiume più ricco di biodiversità dell’America centrale: l’Usumacinta, che ospita comunità indigene e specie iconiche come il giaguaro.
5) Buone news anche per le tigri, la cui quantità, grazie a continue politiche di conservazione e alla lotta al bracconaggio, mostra per la prima volta nell’ultimo secolo un trend positivo: è passata dai circa 3.200 nel 2010 ai 3.890 attuali. In Nepal si è vicino al raddoppio dei mammiferi in questione.
6) Il 2018 ha portato notizie positive anche al Cerrado, la grande savana tropicale del Brasile che detiene il 5% della biodiversità mondiale e ha subito una grave deforestazione. 119 imprese hanno sottoscritto il ‘Manifesto Cerrado’ sostenuto dal WWF, che s’impegna a fermare la deforestazione nella regione.
7) Il sistema finanziario globale deve riconoscere il valore della natura. “È stato bello – scrivono nel sito del WWF – vedere il lancio del primo impegno globale nel settore assicurativo per proteggere i siti del Patrimonio Mondiale come il Parco Nazionale del Kilimangiaro”.
8) Il WWF ha lavorato con organizzazioni Inuit nell’Artico orientale per garantire un’area di conservazione marina di 11 milioni di ettari: una sfida per salvare quell’area da chi vorrebbe sfruttarla per estrarre petrolio e gas.
9) Il 2018 è stato un anno turbolento per la protezione delle specie in via di estinzione dalla minaccia del bracconaggio. L’anno scorso, però, è entrata in vigore la messa al bando dell’avorio in Cina. Il WWF ha agito per ridurre la domanda di avorio anche attraverso campagne mirate a cambiare il comportamento dei consumatori.
10) Un’ultima storia di successo ha come protagonista il delfino platanista del fiume Indo: si era impigliata in una rete, ma è stato salvato dal WWF e rilasciato con successo nel fiume Indo, vicino al distretto di Sukkur. I delfini di questo corso d’acqua sono una specie in grande pericolo e in Pakistan ne sono rimasti meno di 2mila. Anche in Pakistan il WWF lavora a stretto contatto con le comunità e il Dipartimento per la fauna selvatica per proteggere queste specie, che localmente sono conosciuti come bhulan.
“Il 2019 – concludono nel comunicato – è appena iniziato e le sfide per salvare la natura sono ancora moltissime, ma il WWF è pronto ad affrontarle insieme a tutti coloro che ogni giorno si impegnano per un futuro in cui l’uomo viva in armonia con la natura”.