Creare modelli di business innovativi attraverso la sostenibilità: questa è la mission principale di “New Sustainable Fashion”, un corso dell’Università Bocconi sostenuto da Vogue Talents con il networking event supportato da Patagonia. Il workshop, che è iniziato il 7 luglio e terminerà il 27 di questo mese, mira a formare studenti, giovani dirigenti, professionisti e imprenditori laureati o laureandi, ad affrontare la complessità della responsabilità nell’industria della moda, fornendo strumenti concreti e condividendo pratiche imprenditoriali ispiratrici. Le partecipanti, tutte di sesso femminile, sono cinque italiane e tre straniere (di Hong Kong, Belgio e Libano).
Perché la sostenibilità? Come spiegato nel sito del corso è proprio questo fattore che sta riformando le regole del gioco dell’industria della moda. Si sta avviando il lungo e complesso percorso di integrazione dell’etica e dell’estetica nella catena del valore. Lavorare all’innovazione responsabile, quindi, risulta non solo auspicabile, ma necessario. Le aziende hanno bisogno di creare un modello di business sostenibile e contemporaneo per rispondere alle esigenze dei millennials e delle generazioni future.
Tornando al corso, venerdì 7 luglio si è alzato il sipario sul corso a Milano Fashion Institute. Per l’occasione Olga Pirazzi, responsabile ufficio moda di Cittadellarte, insieme a Maria Teresa Pisani , acting chief di UNECE – Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite, presentò il lavoro sulla sostenibilità di Cittadellarte Fashion B.E.S.T. e la collaborazione con l’ONU. Pisani, invece, illustrò il collegamento con Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Il 27 luglio sarà l’ultima giornata dell’iniziativa, che avverrà negli spazi di Patagonia a Milano, dove Pirazzi, Pisani e Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte, parteciperanno alla cerimonia di chiusura e consegneranno i certificati. Ieri 24 luglio, è andata in scena una tappa importante del corso: il gruppo composto dagli iscritti, insieme alla direttrice del corso Francesca Romana Rinaldi, ha visitato Cittadellarte al mattino, mentre nel pomeriggio si sono recati alle aziende REDA e ZEGNA.
(Francesca Romana Rinaldi)
Francesca Romana Rinaldi ha esplicato le mission dell’iniziativa: “Le partecipanti, nonostante un background differente tra loro, hanno avuto l’obbiettivo comune di creare soluzioni sostenibili nel settore moda. Durante il corso abbiamo esplorato molte realtà, dove le ragazze sono entrate in contatto con le buone pratiche della moda sostenibile. Attraverso le diverse attività, hanno avuto modo di capire le possibili soluzioni da adottare sia nell’approvvigionamento delle materie prime sia nel manufacturing e in tutti i processi aziendali, fino ad arrivare alla distrivuzione e al retailing.
La visita a Cittadellarte – continua la direttrice – è stata una giornata di dialogo e scoperta che ha suggellato tutto quello che abbiamo visto, ma si è rivelata anche un modo per generare nuove idee nei partecipanti. Spero che questo corso possa rafforzare la collaborazione con la Fondazione Pistoletto e che porti alla creazione di nuovi modelli di business da parte degli iscritti al workshop. Chi vi ha aderito, infatti, sta già sviluppando delle interessanti idee imprenditoriali”.
Anche Olga Pirazzi ha esternato la propria soddisfazione: “Sono felice che il gruppo sia venuto a Biella a conoscere Fashion B.E.S.T. e Cittadellarte dal vivo. Stiamo lavorando affinché questo progetto sia solo un inizio, perché vorremmo continuare la collaborazione con l’Università Bocconi. Nelle prossime edizioni ci auguriamo di organizzare nuovi workshop di più giornate. Mi fa piacere, inoltre, di essere partiti insieme alla scuola in questa prima avventura, dove siamo stati strettamente coinvolti fin dall’inizio. Spero che il nostro apporto sia stato un’esperienza importante per il bagaglio professionale dei partecipanti”.
Le parole di Veronica Ambrosetti, una delle iscritte, testimoniano come la speranza di Pirazzi abbia trovato riscontro: “La sostenibilità è una responsabilità che le aziende di società di moda devono avere, in termini di environment, di social e di human rights, relazionati agli stakeholders che si occupano di un progetto. Noi abbiamo intrapreso questa strada proprio perché crediamo che la moda debba legarsi alla sostenibilità. L’esperienza a Cittadellarte è stata una tappa fondamentale per questo percorso”. Alle sue parole fanno eco quelle di Pauline Chapelier, proveniente dal Belgio: “Mi sono iscritta perché vorrei lavorare nel settore moda legandola alla sostenibilità, fattore che nel mio paese ha meno rilevanza rispetto all’Italia. Queste settimane mi hanno permesso di conoscere molti punti di vista differenti dell’ambito e porterò quanto appreso in quest’esperienza anche in Belgio”.