Mercoledì 14 marzo, Michelangelo Pistoletto è stato intervistato da Serena Bortone in occasione del suo programma pomeridiano “Oggi è un altro giorno”, in onda in diretta sull’emittente Rai 1. Dopo avere accolto il maestro, Bortone ha dato subito spazio a un servizio curato dai giornalisti Errico Buonanno e Daniela Scotto, intitolato “Michelangelo Pistoletto – La rivoluzione dell’arte”, il cui sottofondo era la canzone “Il Terzo Paradiso” del gruppo musicale Subsonica. Il breve reportage ha ripercorso la carriera artistica di Pistoletto, definito come uno dei protagonisti dell’arte contemporanea, con opere esposte nei principali musei internazionali. È stato menzionato il momento in cui la fama del maestro biellese ha iniziato a svilupparsi: si tratta degli anni Sessanta, periodo di fermento che ha visto la nascita della corrente dell’arte povera. Vengono in questo frangente ricordati i Quadri specchianti e la Venere degli stracci, opere simbolo di Michelangelo Pistoletto, il quale si colloca inoltre tra i primi esponenti della corrente artistica. Nel 1998 viene creata Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, luogo che unisce vari ambiti della società, tra cui arte, ecologia e spiritualità. Pistoletto è stato descritto come un teorico del rinnovamento artistico, ma soprattutto del rinnovamento umano. Il suo bisogno, infatti, è la creazione di una nuova umanità; questa spinta viene declinata nel simbolo del Terzo Paradiso, opera d’arte e programma ideale.
Serena Bortone ha ricordato innanzitutto gli appuntamenti di Pistoletto: dal 18 marzo la mostra personale al Chiostro del Bramante di Roma “INFINITY. L’arte contemporanea senza limiti”, dal 23 marzo la mostra-installazione “La pace preventiva” a Palazzo Reale a Milano, il flash mob globale in programma per il 21 marzo e la pubblicazione del libro “La formula della creazione”. La conduttrice ha poi avanzato una domanda: “Come spiegherebbe la forza e la potenza dell’arte contemporanea?”. Il maestro ha spiegato che quest’ultima, nata nella metà del Novecento, riflette l’idea di rappresentazione dell’immediato, di ciò che accade nel presente. “Un artista faceva il proprio segno – prosegue Pistoletto –, che diventava un simbolo dell’individuo e significava un’assunzione di individualità”. Non era perciò possibile per la critica contestare questa arte, perché non esisteva paragone: “L’artista è diventato imparagonabile”, ha rimarcato il maestro.
L’attenzione si è successivamente spostata sui Quadri specchianti: “I miei quadri sono più contemporanei dell’arte contemporanea”, ha esordito a questo proposito Michelangelo Pistoletto. “Io volevo scoprire chi fossi – ha continuato – e per scoprire me stesso ho dovuto vedermi riflesso”. La tela, nell’opera del maestro, non è più coperta di pittura ma diventata specchiante e ospita l’infinito. Bortone ha paragonato i Quadri specchianti a dei selfie ante litteram: “Lo sono, perché oltre a me stesso vedo ciò che mi sta intorno, non siamo soli. Anche la televisione è una sorta di selfie, perché se qualcuno vuole disturbare passa dietro e rovina la trasmissione”, ha replicato il maestro, sorridendo.
Lo specchio presente in studio si è dimostrato utile per la spiegazione del Terzo Paradiso da parte del maestro. Il simbolo trinamico parte da quello matematico dell’infinito: due linee corrono e si incrociano sempre nello stesso punto, che è l’infinito stesso. In questo momento Pistoletto ha proposto un parallelismo con lo specchio: “Quello che vediamo nello specchio è l’infinito, perché prima l’immagine di noi stessi non c’era, nel momento in cui ci troviamo davanti allo specchio esiste e dopo un attimo non c’è più”. Ha quindi sottolineato che il finito costante, unico e assoluto non esiste, ma esiste un presente mutevole. Il punto centrale dell’infinito è perciò l’attimo in cui ci specchiamo: “Io ho diviso a metà questo punto – ha illustrato Pistoletto – e sono nati due punti al cui centro c’è un allargamento, che è cresciuto ed è diventato l’universo, che unisce tutti gli elementi contrari e crea l’esistente”.1 e 1 fa 3, perché la dualità che si incontra dà alla luce un elemento creato. Dall’infinito separato nasce quindi il finito: questo processo è scientificamente provato e “rappresenta la creazione”, ha specificato il maestro.
Il mondo della musica ha poi incontrato quello dell’arte nel pomeriggio di Rai 1. Ospite della puntata è stato infatti anche il cantautore Stefano Del Bravo, che è arrivato in studio con la “sedia del viaggiatore”, messa all’asta da Claudio Baglioni per Amnesty International nel 2003 e utilizzata nel videoclip della canzone di Del Bravo “Via”. “Questa sedia parlava di disuguaglianze umane – ha esordito il cantante –; a distanza di tempo, ho domandato a Pistoletto di fare un video su questa sedia, che è diventata un ponte tra i viaggi, la musica, il Terzo Paradiso e gli specchi”. Anche Gianna Nannini, protagonista dell’opera di Pistoletto “Attraverso il Segno Arte”, ha partecipato da remoto alla trasmissione con un messaggio a sorpresa rivolto al maestro biellese: “A presto, insieme”.
“Un artista è sempre ottimista?”, ha chiesto in conclusione Serena Bortone. “Io sono metà pessimista e metà ottimista. C’è sempre una dualità”, ha risposto Pistoletto. “Bisogna essere critici – ha aggiunto – e pensare che ci sia qualcosa che non va. Da lì nasce l’utopia e bisogna lavorare per trasformare il pessimismo, attraverso l’utopia, verso l’ottimismo”.
Michelangelo Pistoletto ha concluso: “I giovani mi hanno chiesto: ‘lei che vuole trasformare il mondo con l’arte è felice?’. Sì, sono felicissimo, perché mentre lo sto facendo sto già meglio, altrimenti mi dovrei lamentare, ma lamentarsi non serve per essere felici”.