Plastic Radar: una sfida collettiva per la lotta contro la plastica
Arriva da Greenpeace Italia il metodo innovativo per puntare i riflettori su una criticità ambientale degli ultimi tempi: ogni giorno una grande quantità di plastica finisce nei mari e sulle spiagge. Come dare il nostro contributo? Plastic Radar, la sfida lanciata da Greenpeace, suggerisce una soluzione.

Siamo cittadini della Terra, ma non sempre ci accorgiamo della realtà circostante: il mondo esterno diventa una leggera percezione che sfiora la pelle, ma non la oltrepassa. Quello che succede nell’ambiente attorno a noi tende a diventare qualcosa di irrilevante ed invisibile, portandoci a chiudere gli occhi di fronte a cattivi esempi di civiltà: rifiuti di plastica e microplastica, infatti, invadono da tempo le nostre spiagge e i nostri mari, mettendo a grave rischio l’ecosistema.
Nell’ottica di ingaggiare le persone a cambiare la situazione, Greenpeace Italia lancia una sfida innovativa: si tratta di “Plastic Radar”, un nuovo metodo per segnalare, inviando foto tramite WhatsApp, i rifiuti di plastica abbandonati in giro. Inoltrando numerose segnalazioni, è possibile vincere premi e riconoscimenti: dal ringraziamento nel report finale di Greenpeace, alla borraccia plastic-free. 

Quello che interessa maggiormente l’organizzazione ambientalista Greenpeace, non consiste nella semplice segnalazione, ma anche nell’innestare un senso di responsabilità in chi, segnalato il rifiuto, viene spronato anche a raccoglierlo e cestinarlo. Non solo: è necessario che nella foto sia evidente il marchio dell’oggetto, così da rendere consapevoli anche le aziende riguardo ai propri imballaggi (spesso poco sostenibili).
Sul sito è possibile vedere una classifica di quali oggetti di plastica vengono più comunemente trovati: al primo posto – 829 segnalazioni –  figurano le bevande, al secondo posto, con 608 segnalazioni, gli incarti di alimenti.
Procedendo, la pagina web segnala anche di che tipologia di plastica si tratta (l’88% usa e getta e solo il 12% multiuso). 

“Le spiagge e i fondali marini- dichiara in una news Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia – sono soffocati dalla plastica, questo non vuol dire che dobbiamo rassegnarci a convivere con la presenza di rifiuti in plastica ma accendere i riflettori su questo grave inquinamento che rappresenta una delle emergenze ambientali più gravi dei nostri tempi”. 

È possibile inviare le segnalazioni su Whatsapp al numero +39 342 3711267 e consultare il sito web di Plastic Radar per maggiori informazioni.