Le acque dolci sono tra le risorse più essenziali che abbiamo in natura ed è fondamentale salvaguardarle. Purtroppo, molto spesso siamo portati a dare per scontato i doni che la natura ci offre, senza pensare che, se non fornissimo quotidianamente cure specifiche, presto o tardi queste ricchezze si esauriranno. Il WWF, ogni anno, si propone di ricordare ai Paesi membri dell’Unione Europea quali sono i doveri nei confronti del nostro pianeta.
A questo proposito, lo scorso 20 settembre a Vienna ha avuto luogo la quinta “EU Water Conference”, alla quale hanno partecipato tutti gli Stati dell’Unione Europea. Si è trattato principalmente del tema riguardante il rischio idrogeologico manifestato dalla maggior parte delle fonti d’acqua del nostro pianeta.
La situazione è allarmante, soprattutto se si tengono conto delle ultime statistiche, le quali hanno riportato una percentuale molto bassa riguardo l’attuale salute delle acque europee. Se solo il 40% sono potabili e utilizzabili per l’irrigazione e l’agricoltura, non è forse arrivato il tempo che tutti gli Stati membri si impegnino nell’applicazione effettiva della Direttiva Quadro Acque (DQA)?
Durante la conferenza, si è ricordata la volontà dei responsabili del WWF di riuscire a migliorare le condizioni ecologiche delle risorse idriche entro il 2027. Per ottenere questo obiettivo, però, si ha bisogno della collaborazione di tutte le nazioni presenti.
L’Italia ha deciso di impegnarsi in questa compito, utilizzando il motto “Brings life back to Europe’s rivers and lakes”. Ridare vita ai fiumi e ai laghi europei, quindi, ma in che modo?
Andrea Agapito dichiara che il Ministero dell’Ambiente ha deciso di assumersi tutte le responsabilità riguardo il tema della tutela dei corsi d’acqua della nostra penisola e che ha l’intenzione di schierarsi con quegli stati che esigono l’attuazione definitiva della DQA. Quest’ultima consiste in una serie di norme mirate alla protezione, valorizzazione e ripristino di tutti le zone acquatiche europee e il fine è quello riuscire a garantire il non deterioramento e la successiva buona salute di queste fonti.
Fornisce, inoltre, alcune disposizioni riguardo l’uso di strumenti economici per una gestione equa delle risorse, proponendo una tariffazione dell’acqua più oggettiva, così da recuperare i costi dei servizi idrici.
Il nostro paese aderisce anche alla campagna “Living Rivers”, un’iniziativa europea lanciata nel marzo 2017 dalla NGO Alliance, organizzazione a favore della sostenibilità delle acque dolci e la sua difesa. Lo stato italiano ha avuto, in passato, diverse condanne come la multa di 25milioni di euro a causa della negativa gestione delle acque di scarico da aggiungere alla sanzione di 30milioni ogni semestre per un ritardo nell’adeguamento della normativa.
Grazie al programma “Big Jump for Living Rivers”, si cerca di sensibilizzare la società riguardo questo tema. Durante la giornata dell’8 luglio, ogni anno, si organizzano escursioni, passeggiate e sport acquatici per lanciare un messaggio basilare: salvare la natura.
“Il Big Jump – viene spiegato sul sito del WWF, nella sezione dedicata al progetto – è una giornata all’insegna del divertimento nei luoghi che amiamo, ma ha anche un messaggio politico importante: i leader europei devono fare molto di più per proteggere i nostri preziosi fiumi, laghi e zone umide”.
Coinvolgere intere comunità di persone è essenziale se si vogliono salvaguardare le nostre risorse idriche. Un gesto, anche piccolo, potrebbe davvero fare la differenza e determinare un cambiamento.
“Cosa accadrebbe – cita uno degli slogan sul sito del WWF – se non potessi più vivere da vicino il tuo fiume? La natura è viva e presente ogni giorno, gratuitamente: per questo è importante averne cura!”