Il sale come energia rinnovabile: un nuovo accordo di esclusiva per l’Italia
Di recente è stato firmato un accordo tra la 'Noka', azienda leader nella progettazione di soluzioni per l'efficienza energetica, e la società svedese ‘SaltX Tecnology’. Quest'ultima ha realizzato un metodo per recuperare ed immagazzinare energia sotto forma di calore attraverso la lavorazione del sale. Ma come funziona questo processo? Andiamo ad analizzare il trattamento e l’impatto di questa risorsa energetica sull’ambiente.


Recuperare fonti di energia dalle risorse naturali non è una novità: sole, acqua, fuoco e vento sono tutti elementi che, se ben sfruttati, possono rilasciare energia utile per l’uomo. Ma non sono gli unici: il sale, infatti, si è rilevato un ottimo aiutante per le fonti energetiche grazie ad un proprio principio chimico (che consiste nella separazione dell’acqua dai cristalli salini).
A tal proposito, la scorsa estate è stata resa nota una ricerca condotta dal team di ingegneri dell’Università di Palermo. Dopo uno studio durato quattro anni, i ricercatori sono riusciti a produrre energia elettrica attraverso una tecnica chiamata ‘elettrodialisi inversa’. Di cosa si tratta? Mescolando due soluzioni saline con diversa concentrazione, si rilascia un flusso di ioni che possono essere recuperati e utilizzati per produrre elettricità.

Negli ultimi mesi, però, l’Italia è riuscita a compiere un ulteriore passo in avanti in questo campo: la Noka, azienda leader nella progettazione di soluzioni per l’efficienza energetica, ha firmato da qualche tempo un accordo di esclusiva per il nostro paese con la SaltX Tecnology, società svedese pluripremiata. Quest’ultima, tramite lo sviluppo di una nanotecnologia innovativa e all’avanguardia brevettata a livello mondiale, ha realizzato un sistema chiamato Enerstore. Il progetto in questione è stato ideato per immagazzinare l’energia prodotta dal sale e riutilizzarla per fornire calore.

Nello specifico, l’azienda ha realizzato un nano-rivestimento da applicare intorno al sale; trattato in questo modo, l’elemento salino mantiene la propria forma monocristallina originale, senza diventare corrosivo. Il vantaggio consiste nella possibilità di caricare e scaricare energia illimitatamente senza perdere tutte le proprietà del sale. Per comprendere meglio il meccanismo basterebbe pensare al principio della batteria ricaricabile, dove l’energia viene alimentata tramite il calore in eccesso. In questo modo, il sale può essere riciclato e divenire così una fonte di energia ‘pulita’ e rinnovabile.

L’accordo determina una sorprendente riuscita per l’Italia che, ora, potrà avere la distribuzione esclusiva di questa tecnologia e dei suoi successivi sviluppi energetici sul territorio italiano. Oltre alla possibilità di utilizzare elementi naturali – come il sole, il vento o l’acqua – si riuscirà ad impiegare una fonte non inquinante ed a basso impatto ambientale. Si potrebbe parlare, quindi, di un nuovo modo per prenderci cura non solo della nostra salute, ma anche di quella della Terra.

Articolo di Erica Massaccesi e Ilaria Bernardi