Il numero di vetture in circolazione sta aumentando ogni anno di più: la prospettiva è di 5 miliardi entro il 2050, cifra destinata probabilmente a salire constatati gli attuali ritmi di crescita della produzione automobilistica.
Questo comporta l’aumento inevitabile del traffico, in particolare nelle città metropolitane in cui la densità di popolazione è maggiore. La difficoltà di raggiungere in poco tempo la meta desiderata sta innescando un reale timore di “muoversi”, spingendo le persone ad utilizzare sempre meno la propria automobile. In alcuni casi, nelle più grandi città come Shanghai, Londra o Parigi, la maggior parte dei cittadini non possiede una vettura propria ma usufruisce dei mezzi pubblici.
Proprio a partire da questa considerazione, nasce l’idea di sfruttare un alternativo canale di comunicazione: l’acqua.
Alain Thébaud è un ingegnere francese che ha dedicato gran parte della sua vita a costruire imbarcazioni. Assieme ad alcuni ingegneri della Formula 1 e di Airbus, ha progettato un incrocio tra aereo e battello in grado di muoversi appena al di sopra dell’acqua: “Sea Bubble”, un vero e proprio “taxi volante”, così come è stato definito dal team stesso.
Si tratta di un mezzo dotato di una tecnologia innovativa che non prevede alcuna emissione di CO2, completamente elettrica, dai rapidi tempi di ricarica (le batterie garantirebbero un’autonomia di circa 90 chilometri). Le dimensioni ricordano quelle di una tipica city car ed è in grado di ospitare fino a quattro passeggeri, più il guidatore. Anche il prezzo previsto sarebbe quello di un normale taxi cittadino, con l’eccezione di godere di un passaggio decisamente più panoramico.
Il “Sea Bubble”, infatti, è progettato per volare sui foil, archi in fibra di vetro che, grazie alla velocità, sono in grado di mantenere la vettura al di sopra della superficie dell’acqua. Oltre a non prevedere alcuna emissione inquinante, il taxi volante è silenzioso e si sposta senza creare alcun moto ondoso: ecco perché avrebbe la possibilità di attraversare anche le aree cosiddette “no wake”, normalmente chiuse alle imbarcazioni per evitare fuoriuscite dagli argini della strada.
Per quale motivo investire in questa tecnologia alternativa? Il motivo principale che spinge paesi come la Francia o l’Inghilterra ad adottare quest’innovativa forma di viaggio è la paura del traffico crescente: il futuro dei trasporti sembra appartenere proprio ai corsi d’acqua, non ancora sfruttati in questo senso. Oltretutto, è necessario realizzare veicoli a basso (se non nullo) impatto ambientale che permettano di contenere l’inquinamento provocato dalle normali vetture attualmente in circolazione.
Dopo essere state presentate alla fiera parigina “Viva Technology”, le “Sea Bubbles” sono state messe alla prova. Soltanto un parametro è risultato superiore al limite: programmati per muoversi alla velocità ottimale di 13,5 nodi (25 km/h), i taxi volanti superano di 7 km/h rispetto a quanto consentito.
Una domanda sorge spontanea: il loro processo di produzione è allo stesso modo ecologico ed economicamente sostenibile?
Si apre la strada ad un possibile nuovo modello di evoluzione del sistema di trasporti moderni: la salvaguardia ambientale e la lotta all’inquinamento stimolano oggi, più che mai, la ricerca e lo studio di tecnologie finalizzate alla loro risoluzione.