Metropoli e natura raramente vanno d’accordo. Non è usuale vedere nelle grandi città l’abbinamento tra il grigio dei grattacieli e il verde. Hong Kong, una delle aree più densamente popolate del mondo, fino a poco tempo fa non faceva eccezione, ma ha dato un segnale di svolta. Sì, perché nella regione amministrativa speciale della Cina, è stato fatto un grande passo per cambiare direzione con lo ‘SkyPark’. Si tratta di un parco situato sul tetto di un palazzo, in zona Kowloon, frutto del lavoro dell’azienda New World Development, dello studio di architettura Concrete, del garden designer Adrian Norman e della mente di ingegneri e artisti.
L’oasi di natura che spicca nella metropoli non è un semplice giardino. Sono presenti panchine per apprezzare la vista dall’alto, sdraio, tavoli, zone addette al barbecue e divani, tutto in sintonia con l’ecosistema. L’energia eolica e fotovoltaica rivestono un ruolo primario, fornendo rispettivamente elettricità e acqua calda nei bagni. Il riciclo, infatti, è alla base del funzionamento dello Skypark, basti considerare che per irrigare la zona viene utilizzata acqua piovana.
Nonostante sia presente il polmone verde, non manca comunque la ‘firma’ tecnologica tipica di Hong Kong. Sono molti i servizi pensati per gli utenti, in particolare una zona lounge con tanto di piscina, area pc e un mini museo per le opere d’arte. Un luogo realizzato per evadere dalla città senza realmente staccarsi dalla stessa e dai comfort che ne derivano. Sarà vero amore tra tecnologia e natura o si rivelerà esclusivamente una questione di denaro?
Quello asiatico, però, non è il primo caso dove un palazzo incontra il verde. Ci sono esempi positivi in molte città: a Milano, nel quartiere Isola, è stato realizzato il ‘Bosco Verticale‘, un complesso di due palazzi che sono caratterizzati dalla presenza di arboree ed alberi ad alto fusto, distribuite sui prospetti. Operazioni come queste possono essere fonti benefiche d’emulazione, ma risulta fondamentale che le costruzioni e relative gestioni risultino interamente – non solamente in alcuni aspetti – ad impatto zero.