Che cosa ha rappresentato per il Friuli-Venezia Giulia la mostra T3rza Terra – Pistoletto e Cittadellarte a Villa Manin? Come può l’arte del maestro legarsi a tematiche differenti dalla sfera culturale? Quale impatto sociale può avere un Rebirth Forum svoltosi in uno scenografico capolavoro d’architettura sorto nel Cinquecento? I protagonisti dell’inaugurazione del progetto espositivo e dei tavoli di lavoro demopratici sono intervenuti ai nostri microfoni, per offrire testimonianze e riflessioni personali sulla loro partecipazione. Ricordiamo, come riportato in un nostro precedente articolo, che la mostra mette in luce alcune tra le opere più importanti del maestro, come i Quadri specchianti, il Terzo Paradiso, la Venere degli stracci, la Sfera di giornali e il Metro cubo d’infinito, ponendoli artisticamente in connessione con le creazioni di artisti¹ provenienti dalla regione, dall’Italia e dall’estero, che mettono anch’essi al centro del loro lavoro una dimensione etica e sociale. L’esposizione è anche accompagnata da un programma di incontri denominato Arte della Demopraxia, che prevede il coinvolgimento di organizzazioni pubbliche e private, esponenti del mondo produttivo e agricolo, rappresentanti delle istituzioni e della cultura; Villa Manin diviene dunque luogo di esercizio della demopraxia, come già avvenuto sabato 25 maggio con il Rebirth Forum che ha preceduto l’inaugurazione di T3rza Terra. Spazio ora alle parole del maestro, del direttore di Cittadellarte Paolo Naldini e del curatore di Guido Comis, ma anche dei facilitatori e dei partecipanti ai tavoli di lavoro demopratici.
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