‘Trump Forest’, l’ignoranza fa crescere gli alberi
Per compensare l'aumento delle emissioni di CO2 relativo al dietrofront degli Usa dall'accordo di Parigi, tre ambientalisti neozelandesi hanno lanciato una campagna che ha come obbiettivo quello di piantare 10miliardi di alberi. Sono già 77mila i dollari investiti nel progetto e 618mila le piante che nasceranno grazie alla causa.

Piantare 10 miliardi di alberi per rispondere alle mosse politiche di Donald Trump: questo è il progetto di Daniel Price, Adrien Taylor e Jeff Willis, tre ambientalisti neozelandesi che hanno lanciato, da aprile 2017, la campagna in tutto il mondo. Dietro la proposta della foresta che verrà, chiamata in modo provocatorio proprio “Trump Forest”, c’è il dietrofront del 45esimo presidente degli Stati Uniti d’America all’Accordo di Parigi, che a marzo firmò un ordine esecutivo per dare il via libera alle fonti di energia fossile. Non rispettare l’impegno preso dal suo predecessore Barack Obama suscitò scalpore, viste le criticità sul fronte riscaldamento globale. Da questa mossa e dalle intenzioni dei tre attivisti della Nuova Zelanda nasce lo slogan: “Dove l’ignoranza fa crescere gli alberi”.

Per sistemare i danni che la scelta del presidente americano porterà, sarà necessaria una foresta di circa centomila chilometri quadrati. L’annullamento all’Accordo di Parigi sul clima, infatti, porterà emissioni supplementari di 650 milioni di tonnellate di anidride carbonica entro il 2025. Numeri impressionanti che sono specchio dell’insostenibile situazione che grava sul nostro pianeta. Obbiettivo riforestazione nelle aree critiche e desertificate, quindi, ripristinando nel tempo l’equilibrio di ecosistemi e habitat colpiti dall’agricoltura intensiva.

Nel sito ufficiale dell’iniziativa, trumpforest.com, gli ideatori suggeriscono di piantare alberi ‘direttamente’ o finanziare progetti di rimboschimento. Nel portale online sono esplicate le motivazioni della campagna, aggiornati i numeri relativi al finanziamenti ricevuti e alle persone che hanno aderito alla causa. L’avvio, da aprile, è stato promettente: oggi 31 agosto il sito indica 2206 sostenitori, oltre 618mila alberi ‘promessi’ da piantare e più di 77mila dollari investiti. Su trumpforest.com, inoltre, utilizzando google maps, è possibile vedere gli alberi piantati in tutto il mondo (nell’immagine). Nel sito, cliccando su ogni singola icona, si possono leggere le informazioni sul donatore e un messaggio personalizzato. Chiunque vi può aderire, dando allo stesso tempo una ‘risposta’ a Trump e una mano al nostro pianeta.


Per prendere parte e sostenere la causa, è possibile accedere all’apposita sezione del sito cliccando QUI