Rinunciare a uno smartphone, nel 2018, sembra impossibile, soprattutto se pensiamo a un ragazzo di 36 anni. Nel comune di Piedicavallo in provincia di Biella, invece, vive un giovane che non possiede telefoni, computer o altri strumenti digitali. Il suo stile di vita, all’apparenza anacronistico, è lontano da ogni tipo di dipendenza tecnologica. Stefano Capellaro, questo il nome del giovane, si è raccontato ai microfoni de “La Stampa”, in un articolo della giornalista Emanuela Bertolone (cliccare qui per visionarlo). Nel confronto con la cronista, Capellaro ha spiegato come passa le sue giornate: qualche lavoretto saltuario per una bevuta in paese, le sue otto caprette da seguire, la stufa a legna da preparare per cucinare e scaldarsi, il lavoro sui campi (coltiva patate e pomodori).
Il 36enne vive a casa di un suo amico, in una baita senza elettricità e acqua corrente, situata a 1144 metri d’altitudine (per raggiungerla occorre camminare per circa mezzora). Non è solito recarsi a fare la spesa, perché si “rifornisce” diversamente: quando la stagione lo permette, va a funghi; si nutre con ciò che la terra offre, grazie alle sue coltivazioni; segue le sue capre, che munge direttamente per bere poi il loro latte. L’immersione nella natura è totale: per lavarsi si reca nel torrente Cervo, anche in inverno, quando le temperature sono sotto lo zero. Il tempo libero è dedicato alla passione per la lettura: come riportato nell’intervista, alla sera, a lume di candela, si dedica alla lettura; attualmente è agli ultimi capitoli di un classico, “La fattoria degli animali” di George Orwell.
Da questi pezzi del puzzle della sua vita, si denota subito il suo amore per l’ambiente. “Ritengo – ha affermato Capellaro nell’intervista a “La Stampa” – che non ci sia nulla di più diseducativo della televisione. Per quanto riguarda il cellulare non ne ho mai avuto uno: non so perché ma immaginavo che sarebbe stato il responsabile della vera solitudine che ha colpito i giovani di oggi. A volte taglio legna oppure zappo l’orto per racimolare qualche soldo, ma a me basta poco. Meno di 50 euro al mese sono più che sufficienti. Questa vita non mi è capitata, me la sono cercata. La vera alienazione è quella che vivono le persone che stanno in città, schiave del lavoro, del denaro e sempre più stressate”.
In copertina un’immagine di Piedicavallo.