Il Terzo Paradiso a Suasa

Testo di Raffaele Quattrone, ambasciatore Rebirth/Terzo Paradiso

Prima di organizzare questo evento non conoscevo Suasa e il suo territorio, pertanto si è trattato davvero di una piacevole scoperta. Fin da quando, salendo in auto con Marzia Lorenzetti da Senigallia a Suasa, restavo colpito dalla bellezza di quei campi colmi di girasoli e quelle colline che piano piano ci accoglievano mentre lasciavamo il mare alle nostre spalle.


(Credit foto: Simone Tamenghi)

Una volta a Suasa siamo andati a fare un sopralluogo al teatro romano e lì, con Luana Lorenzetti, Loredana Caverni e Elisabetta Spadoni dell’Ass. Turistica Pro Suasa, abbiamo fatto il punto della situazione su quello che avremmo fatto per celebrare il Terzo Paradiso in un contesto così straordinario. Il complesso archeologico è davvero molto bello e se si pensa che i lavori, organizzati dall’Alma mater solo nel periodo estivo, sono iniziati solo nel 1987, è facile comprendere come ci sia ancora molto da scoprire. Anche il sindaco di Castelleone di Suasa è venuto a porci un saluto.

Subito dopo, sono andato al museo archeologico dove Alessandro Campedelli dell’università di Bologna ha coordinato una visita guidata alla mostra dedicata all’antico Castrum di Burnum in Croazia. Da lì ci siamo spostati al sito archeologico dove, in occasione dell’inaugurazione della trentesima campagna di scavi, è stata annunciata la scoperta del Tempio di Giove. Alcune guide mi hanno fatto visitare la Domus dei Coiedii con dei mosaici davvero molto belli e ben conservati (su molte pareti sono stati ritrovati parti di affreschi che ricordano Pompei e diversi frammenti sono conservati al museo archeologico).


(Foto credit: Marco Toderi)

Alle 19 ci siamo recati presso l’anfiteatro dove abbiamo realizzato la performance dedicata al Terzo Paradiso. Irene Valenti ha coordinato un gruppo di giovani ballerini che hanno danzato nel cerchio centrale del Terzo Paradiso. Simone Tamenghi ha effettuato delle riprese aree con un drone e Marco Toderi ha fatto degli scatti fotografici molto belli. Sono rimasto davvero molto colpito, oltre che dalla bellezza dei luoghi e dalla gentilezza delle persone, dalla collaborazione dei presenti. È molto bello che una comunità tenga così tanto alla propria storia ed alla propria cultura. È un vanto, un qualcosa di cui andare fieri, di essere orgogliosi. Non so se io sono riuscito a trasmettere loro qualcosa, ma sicuramente mi hanno donato questa serenità di stare insieme, di riconoscersi in una storia e in una cultura da tutelare e di guardare il futuro così, in modo sereno, stando uno accanto all’altro, aiutandosi l’un l’altro. Spero che questo sia poi il futuro che possiamo ritrovare – e al quale possiamo ambire – tutti.


Per maggiori informazioni sull’iniziativa, è possibile visionare il nostro precedente articolo cliccando qui.
Credit foto di copertina: Simone Tamenghi.