Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili: è questo quanto prevede l’obiettivo 11 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Un target globale che trova linfa per alimentarsi nelle pratiche individuali, collettive e comunitarie. Un esempio è stato ed è il Rebirth Forum Roma, che da gennaio 2019 ha riunito 89 referenti di organizzazioni di ogni ambito del tessuto sociale intorno ai Tavoli del Terzo Paradiso per ascoltare, confrontarsi e trovare soluzioni pratiche per ovviare ai problemi della capitale; un processo di interesse sociale che ha preso forma ispirandosi al Terzo Paradiso e al metodo demopratico di Cittadellarte. L’iniziativa si è rivelata un successo di partecipazione: al Rebirth Forum sono seguiti i cantieri di lavoro con degli incontri ad hoc per 14 mesi (prima al Macro Asilo e poi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna), durante i quali sono germogliate una serie di idee e progetti frutto del dialogo collettivo.
Uno di questi è 100 panchine per Roma (tutti i dettagli in un nostro precedente articolo), un progetto partecipato, socialmente utile e a basso impatto ambientale, che prevede l’installazione di cento panchine di plastica riciclata in differenti aree di Roma; ricordiamo, a questo proposito, che fino al 30 aprile è possibile effettuare una donazione – di almeno 10 euro – per le panchine collettive tramite la campagna di crowdfunding su Produzioni dal Basso. Sulla scia del progetto, il coordinatore degli ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso Saverio Teruzzi ha proposto 10 tavoli per 100 panchine, iniziativa che si articolerà e prenderà forma anche attraverso interviste a vari attori e referenti di realtà territoriali o istituzionali di Roma. “È un’occasione – ha affermato – per parlare di cultura e cittadinanza attiva, come se fossimo ai tavoli del forum. Risulta significativo, in quest’ottica, il passaggio dal forum al cantiere, dai tavoli alle sedie fino alle panchine, sempre ispirandoci all’11esimo obiettivo di sviluppo sostenibile”.
Il nome dell’iniziativa è un chiaro riferimento al Tavolo del Terzo Paradiso, un’opera nata nel 2018 e realizzata da Michelangelo Pistoletto in collaborazione con Teruzzi: “Per il Rebirth Forum – così Saverio – avevamo chiesto ai partecipanti di portare una sedia rigorosamente usata, che provenisse dall’organizzazione di riferimento o dall’abitazione del partecipante. Il nesso tra i progetti? Michelangelo Pistoletto ha sottolineato che dalla sedia si è passati alla panchina: prima i referenti delle organizzazioni avevano portato i propri saperi e le proprie esperienze in un posto a sedere singolo, mentre adesso questi tavoli hanno permesso l’allargamento a delle panchine dove non solo ci si può sedere in più persone, o almeno questo è l’auspicio se la pandemia lo consentirà, ma diventano emblema di più organizzazioni che scelgono di operare congiunte per un bene condiviso”.
Vi proponiamo ora la prima video-intervista realizzata per 10 tavoli per 100 panchine, che vede come protagonista Giorgio de Finis, direttore artistico e curatore del Museo delle Periferie (clicca qui per visionare una nostra precedente intervista).
Perché investire in cultura?
C’è l’idea sbagliata che la cultura sia superflua, qualcosa che aggiungiamo all’essenza del vivere che precede il filosofare, ma non è così. Non è un caso, infatti, che consideriamo l’uomo un animale culturale. La cultura è il nostro essere umani.
Centro e periferia
È una coppia oppositiva che forse dovremmo superare. Però è importante ricordarci che ciascuno di noi, in quanto singolarità, è sempre centro. Quindi, quando qualcuno vuole farci diventare periferia questo essere ‘centro’ va rivendicato. Dall’altra parte è importante diventare un po’ più tutti periferia, cioè completare questa rivoluzione copernicana e accogliere il nostro ruolo di umani sulla Terra in maniera meno violenta e meno aggressiva, mettendoci insieme alle altre forme di vita.
Il Museo delle Periferie
È un centro studi multidisciplinare con vocazione internazionale. Cerca di capire cos’è la città nel terzo millennio, che è l’ecosistema privilegiato dai sapiens che hanno deciso di vivere per il 50%+1 nelle metropoli e nelle megalopoli. Dall’altra parte è anche un centro dedicato all’arte, dove studiamo cosa sono la periferia e la città, ma con la libertà di cancellare la lavagna e ridisegnarla, perché questo è ciò che l’arte e gli artisti sono invitati a fare.
Il Festival delle Periferie
Il festival è il tentativo di dare voce alle tante periferie di Roma e non solo. Sarà un evento ibrido, phygital, metà fisico metà digitale. Cercheremo di parlare di Roma e delle nostre periferie, che non sono solo piazze della droga o luoghi tristi e grigi, ma contesti dove nascono esperimenti straordinari di resilienza. Ci focalizzeremo anche sulle periferie delle altre città con cui saremo in contatto.
Una definizione per Roma e il suo futuro
La definizione migliore di Roma è renderla plurale, ‘Rome’, come ho proposto più volte. Quindi la parola chiave può essere inclusività, per una città che torna ad essere cosmopolita, meticcia, aperta e più equa.