Durante Arte al Centro 2017, al Tavolo del Mediterraneo di via Cernaia si è tenuta la Lectio Pluralis, un incontro mirato a progettare e imparare l’innovazione sociale. Vi proponiamo il primo articolo di una serie che affronterà i contenuti emersi nella discussione. Partiamo dall’intervento di Fabio Pirola, co-founder di Big Picture Learning.
Big Picture Learning è un’organizzazione internazionale nata a Biella e ha l’ambizione di diventare una scuola (il processo di accreditamento è agli inizi), costruendo programmi educativi innovativi per potenziare le capacità individuali di ogni alunno, con la politica di seguire uno studente alla volta. L’organizzazione ha iniziato il suo lavoro quest’anno, con un programma di studio pensato sugli scolari che hanno intrapreso questa esperienza. Si tratta di un modello d’insegnamento diverso da quelli delle altre scuole alla quali la nostra società è abituata. In questa prima esperienza, infatti, i docenti hanno seguito una classe sperimentale che si è avvalsa del sistema di educazione parentale.
Valeria Cantoni, moderatrice della Lectio Pluralis, ha introdotto la speciale scuola e ha chiesto a Fabio Pirola come coniugare, nei nostri tempi, un modello educativo innovativo con le abitudini e le inerzie che i modelli tradizionali hanno prodotto e producono negli studenti, nei genitori e nei docenti. La questione, in considerazione del fatto che insegna ai propri ragazzi e ragazze ad educarsi in modo diverso rispetto alla materie verticalizzate come storia e geografia.
Pirola racconta le origini del progetto e risponde al quesito partendo da una citazione: “Vorrei spiegare il tutto partendo da una frase presa del film Patch Adams: ‘Il sistema è quello che è, non è perfetto ma è tutto quello che abbiamo. Perché dev’essere tutto quello che abbiamo? Perché non può essere cambiato? Tu trova come Patch, e io sarò con te!‘. Questa avventura – afferma – per me iniziò al teatro di Vercelli, quando conobbi di persona proprio Patch Adams. Dall’incontro con lui compresi la sua filosofia politica, non solo la clownterapia. Da quel giorno incominciai a chiedermi come trovare altre persone che ricerchino il come cambiare”.
Il co-founder di Big Picture Learning prosegue illustrando gli ingredienti del cambiamento nell’ambito dell’educazione: “La differenza la fa il duro lavoro, perché il cambiamento richiede costanza, determinazione, tempra. Lo prova chiunque, in ogni aspetto. È molto difficile non seguire le abitudini. Noi – continua – ci abbiamo provato coi ragazzi per un anno. È complesso perché si tratta di persone e non di cose; se io devo innovare un edificio lo posso buttare giù per costruirne uno nuovo senza chiedergli l’autorizzazione, ma con le persone non è così, hanno bisogno di essere rassicurate, seguite e ascoltate.
Indichiamo agli studenti – esplica – una vetta grande, un sogno; compito impegnativo, perché, anche se l’obbiettivo è concreto, non è realtà nell’immediato. A questo proposito, finisco il mio intervento con due citazioni, una di Richard Buckminster Fuller ‘Non combattere il sistema, creane uno alternativo o rendi quello vecchio obsoleto’; e con l’Articolo 1 della Costituzione Italiana, che recita ‘L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro’. Io – conclude – aggiungerei sul duro lavoro”.
Photo credit: Damiano Andreotti.
Nella foto, Fabio Pirola in piedi col microfono in mano.