Arte al Centro 2017, la trasformazione responsabile passa per l’innovazione sociale
Lectio Pluralis, mostre, workshop, musica e premi: una giornata di festa che ha messo l'arte al centro di una trasformazione sociale responsabile.

Mostre, Lectio Pluralis, Workshop, Minimum Prize: tanti pezzi di un puzzle artistico culturale che hanno generato e caratterizzato Arte al Centro 2017. L’evento di venerdì 23 giugno, come dice il nome stesso dell’iniziativa, ha portato l’arte al centro di una trasformazione sociale responsabile. Tanti volti e appuntamenti tra design, moda, didattica e musica hanno arricchito il pomeriggio e la sera a Cittadellarte. Andiamo alla scoperta dei vari frangenti che hanno vestito la giornata!

La Lectio Pluralis
A partire dalle 15 è iniziata la “Lectio Pluralis”, il primo appuntamento che ha anticipato (e in qualche modo aperto) Arte al Centro 2017. L’incontro, che si è tenuto nella sede del Terzo Paradiso al Tavolo del Mediterraneo in via Cernaia, aveva come mission quella di “progettare e imparare l’innovazione sociale”, attraverso il collegamento con l’educazione, la progettazione e l’inclusione e le testimonianze dei partecipanti legati a questi ambiti. La Lectio, in preparazione al nuovo Corso di Diploma Accademico in Social Innovation Design, ha così avviato un dibattito plurale sulle declinazioni dell’Innovazione Sociale. Sono state tre ore di dialogo orizzontale dove i testimonials presenti si sono confrontati e hanno costruito visioni e quadri di discussione.

L’incontro è stato suddiviso in tre parti, ognuna della quali ha avuto la vision di un ospite d’eccezione: Laura Milani, direttore di IAAD, per l’educazione; Monica Paolizzi e Roberta Destefanis di Socialfare per la progettazione; Annibale D’Elia, un tempo direttore del programma “Bollenti Spiriti” e attuale collaboratore con il Settore Economia Urbana di Milano sui temi dell’innovazione sociale, per l’inclusione. Oltre alle testimonianze degli invitati, è stata data molta importanza al confronto e alle domande. Alcune questioni facevano da sfondo all’iniziativa stessa, come: “Che impatto reale hanno sulla società i processi che generiamo? Come si insegna l’innovazione sociale? Come si formano gli innovatori sociali? Come si attivano processi di innovazione inclusivi e non settari? Cosa possiamo imparare sulle esperienze di innovazione?”, altre, invece, erano poste dagli stessi partecipanti e analizzate in plenaria.

Minimum Prize
Dopo l’inaugurazione dell’evento, con l’introduzione da parte del direttore di Cittadellarte Paolo Naldini, è stato assegnato il Minimum Prize. Lo stesso Naldini e Giuliana Carusi Setari, presidente della Fondazione Pistoletto, lo hanno consegnato. Di cosa si tratta? È un premio che si pone al minimo grado rispetto ai massimi riconoscimenti destinati ai grandi personaggi che hanno dedicato la loro vita alla causa della pace o del progresso civile nel mondo. L’edizione di quest’anno, la dodicesima, è stata assegnata a Cucula, nell’ambito del Laboratorio di autocostruzione che ha portato alla mostra ManyMani. Per l’occasione, inoltre, sono stati consegnati gli attestati ai partecipanti del laboratorio di autocostruzione, curato dall’architetto e artista Mattia Paco Rizzi e rivolto principalmente a rifugiati ospiti della cooperativa Tantintenti di Biella. Grazie all’attività, i ragazzi che hanno aderito al corso hanno realizzato degli oggetti di arredamento (sedie, mobili ecc.) e le stesse creazioni sono state esposte alla mostra ManyMani. Hanno premiato i partecipanti Juan Sandoval e Cecilia Guida, che si sono occupati della presentazione e dell’installazione.

Di seguito la motivazione del premio scritta dal direttore di Cittadellarte Paolo Naldini: “Cucula, in contrasto con il dibattito teorico sulla situazione dei rifugiati in Germania, propone un approccio pragmatico, immediato e orientato all’azione. Il suo obiettivo è quello di ottenere qualcosa ‘con’ i rifugiati e non semplicemente ‘per’ i rifugiati. Lanciato come un progetto pilota, Cucula vuole dare accesso all’istruzione a persone per cui le porte della società sono chiuse. Cucula opera direttamente a livello minimum dell’interazione interpersonale e nello stesso tempo agisce su un tema globale, unendo in tal modo due opposti orizzonti in un unico progetto. Rappresenta una proposta concreta e fattiva che va al di là della critica, dimostrando come sia possibile affrontare le sfide più urgenti con un pensiero out of the box, lucido e a suo modo pienamente logico. È un prisma le cui facce sono educazione, inclusione, economia, integrazione, incontro, impegno, innovazione. Cucula è una best practice da studiare e possibilmente estendere ad altri contesti per la sua capacità di generare impatto sociale, perfetto esempio di Social Innovation Design”.

Le mostre
Durante Arte al Centro, le mostre sono rimaste aperte fino a mezzanotte. Un modo per scoprire le opere esposte in orario di visita differente dal solito, a sfondo dell’evento artistico. Erano visitabili, oltre alla novità “ManyMani” anche installazioni già presenti in Fondazione, come “Politics of Affinities – Sperimentazioni tra Arte, Educazione e Politica”, a cura di Silvia Franceschini; “Open studio” di Murari Jha, a cura di UNIDEE – Università delle Idee e in collaborazione con Inlaks Shivdasani Foundation; “Prima dello specchio”; “Building demopraxy: i Forum e i Cantieri Rebirth”, “Le Ambasciate del Terzo Paradiso” e “Amacarium”, installazioni a cura di “Ufficio Arte_Cittadellarte”.

Kids’ Guernica per la pace
Un’altra esposizione ha arricchito l’evento: le tele del progetto Kids’ Guernica, curata dall’ambasciatrice Rebirth/Terzo Paradiso Savina Tarsitano. Si tratta di creazioni realizzate dai bambini che hanno come filo conduttore la pace, con ispirazione a Picasso e Pistoletto: dal pittore e litografo spagnolo perché si è preso spunto dall’opera “Guernica” e dall’artista di Biella per l’utilizzo del simbolo del Terzo Paradiso nei lavori creati. Tele che hanno unito giovanissimi di zone geografiche distanti tra loro, ma vicine per i messaggi di pace che comunicano. Tra i collaboratori  del progetto anche il professore giapponese Takuya Kaneda, presente a Cittadellarte con una delegazione di suoi connazionali per la mostra.

Il workshop Surfaces e il laboratorio creativo ManyMani
Il progetto di B.E.S.T. Studios, in occasione di Arte al Centro 2017, ha organizzato il modulo di sei ore Surfaces in collaborazione con Nuova Accademia delle Belle Arti (NABA) e Istituto d’Arte Applicata e Design (IAAD). L’appuntamento ha coinvolto alcuni studenti delle due scuole, che hanno creato prototipi di abiti con la carta, per studiare e realizzare superfici (dal nome dell’iniziativa) che evidenziassero il legame tra abito e corpo.
L’iniziativa è la sintesi del lavoro dei laboratori che durante l’anno si susseguono all’interno degli spazi moda di Cittadellarte. Le creazioni della giornata, una volta concluse, sono state esposte al pubblico. Nel contesto del pomeriggio artistico, si è tenuto anche il laboratorio creativo per la mostra ManyMani, dedicato ai bambini dai 4 ai 9 anni nello spazio didattica di Cittadellarte. I giovani partecipanti hanno realizzato oggetti e forme con legno e materiale di riciclo, utilizzando gli scarti del laboratorio di autocostruzione. La partecipazione dei giovanissimi ha fatto sì che Arte al Centro non limitasse il suo target a un pubblico adulto, ma comprendesse persone di qualunque fascia d’età.

Hydro
Le scene finali dell’evento hanno preso il via alla sera, con Hydro che ha curato la parte musicale durante la cena vegetariana “Seeds of ideas – Nutrire l’innovazione” del coffee restaurant Crossquare, oltre ai concerti nei propri spazi. Populous live, Mono Jazz dj-set, Filoqlive, Boogie Nights dj-set sono stati i protagonisti delle note di chiusura dell’appuntamento. Hydro ha terminato la sua stagione proprio con la serata artistica di venerdì e, così come Arte al Centro,  ha dato l’arrivederci alla prossima edizione.