A Cittadellarte la presentazione del documentario “La metamorfosi di un paesaggio”
Domani - giovedì 30 gennaio - nelle Sale Auliche della Fondazione Pistoletto verrà proiettata l'opera filmica che mette in luce l'esito di un lavoro di ricerca di tipo filosofico culturale e audiovisuale sul paesaggio biellese. L'assegnista di ricerca in Filosofia Teoretica Paolo Furia, che si è occupato dei testi del progetto, ha illustrato ai nostri microfoni i contenuti e il dietro le quinte del documentario.

Un’ampia ricerca d’archivio di varie epoche, su fotografie e materiali della città e della provincia di Biella che spaziano da fine ‘800 e inizio ‘900 fino a quelli provenienti da registri dei giorni nostri: è attorno a questo lavoro che ha preso forma il documentario La metamorfosi di un paesaggio, curato da ‘ILaB – Industrial Landscape Biella’, un gruppo di filosofi estetici e teorici dei media capeggiato dal professor Federico Vercellone. Il film (che vede la regia di vede la regia di Teresa Biondi e i testi di Paolo Furia, assegnista di ricerca in Filosofia Teoretica) sarà proiettato* domani nelle Sale Auliche della Fondazione Pistoletto a partire dalle 18.30. Il contesto non è casuale: uno dei momenti chiave che ha caratterizzato il progetto è stato il convegno (Non) Capire il paesaggio*, svoltosi proprio a Cittadellarte durante Arte al Centro 2018; la fondazione biellese, inoltre, compare nella parte finale del filmato. Nella fase conclusiva de La metamorfosi di un paesaggio, infatti, vengono raccontate le trasformazioni come esempio paradigmatico di un recupero di una civiltà industriale che muta in qualcosa di nuovo grazie all’arte e alla cultura.

L’opera, come accennato, è frutto di un lavoro di ricomposizione dei materiali, raccolti nell’ottica di narrare il paesaggio: “Il documentario – spiega Paolo Furia – non verte specificatamente sulla storia del nostro territorio, ma sul significato – attraverso l’esempio biellese – del paesaggio, considerando quest’ultimo come luogo di realizzazione di una civiltà. L’opera segue una logica concettuale: passa da un’introduzione sul paesaggio industriale, per poi approfondire quello degli industriali come la Burcina o la Panoramica Zegna, fino ad arrivare ai giorni nostri, tra casi di abbandono e recupero dando uno sguardo al guado in cui si trova il biellese”. Il film è stato editato in uno studio professionale di Torino, fase in cui Furia si è occupato della redazione dei testi: “Sono scritti e ‘cresciuti’ – spiega – insieme al montaggio. Le immagini, infatti, servono per uno sviluppo concettuale e in pochi casi vengono descritte le fotografie, perché il filmato non ha una componente denotativa”.


*1 – La serata di presentazione del documentario è ad invito.
*2 – L’appuntamento ha visto la partecipazione dell’antropologo Marc Augé, del celebre studioso dei media Peppino Ortoleva, del docente di storia economica alla Bicocca Giorgio Bigatti, del professore di meccanica applicata dell’Istituto Superiore Sant’Anna Massimo Bergamasco e della docente di storia del cinema Chiara Simonigh.