La settimana scorsa è andato in scena l’ultimo modulo dell’anno dell’Università delle Idee – UNIDEE titolato “Arte sociale e di comunità. Cos’è e chi la fa?”. Il sipario sulle residenze del 2017 è calato con un mentore d’eccezione: l’artista Rick Lowe (come scritto in un nostro precedente articolo). Nella prima giornata – lunedì scorso – dopo la presentazione dei partecipanti e dell’ospite Elpida Rikou, Rick Lowe ha messo in luce i suoi progetti di arte sociale e di comunità, specificando come sono nati e focalizzandosi sui contesti socio-politici e sui processi economici e collaborativi di questi. Il mentore ha analizzato i progetti “Row Houses” (di Houston), “Trans.lation” (del quartiere Vickery Meadow, a Dallas) e “Victoria Square project” (di Atene): questi lavori trattano processi che rivalutano e rendono generativi gli spazi pubblici aiutando persone di varie comunità a trovare il proprio spazio e dando strumenti e occasioni per vivere meglio. Grande fonte di ispirazione per i lavori di Lowe, come illustrato ai partecipanti, è stato il pensiero dell’artista Joseph Beuys e, nello specifico, il suo concetto di “scultura sociale”, espresso nel libro “Energy Plan for the western man”.
Il modulo è entrato nel vivo dal secondo giorno con l’attività portante della residenza artistica: i partecipanti, divisi in tre gruppi, hanno esplorato e scoperto Biella attraverso un’esperienza “fisica” e diretta, camminando lungo le strade cittadine. Tutti i team hanno analizzato liberamente alcuni aspetti del territorio che colpivano il loro interesse, al fine di scovare i problemi di Biella e, nello specifico, pensando come intervenire nel tessuto sociale urbano.
I residenti, quindi, al pomeriggio lavoravano sul “campo” e al mattino presentavano il risultato delle loro indagini con un intervento. Alla fine del modulo, ogni gruppo ha presentato il proprio lavoro. Cosa è emerso?
Il primo gruppo si è focalizzato su un edificio in rovina, una vecchia chiesa di piccole dimensioni situata nel sentiero che da Biella conduce al Santuario di Oropa. Dopo analisi e studi della struttura, la proposta del gruppo è stata di portare quel posto a una “rinascita”, trasformandolo in luogo che possa diventare un punto di ritrovo o, più precisamente, uno spazio comunitario. L’obbiettivo? Lavorare con la comunità per condividere e sviluppare un processo di rivalutazione e rigenerazione del territorio.
Il secondo gruppo, invece, ispirato dalle forme curve del torrente Cervo di Biella, del Terzo Paradiso e degli intrecci del tipico tessuto laniero prodotto sul territorio, ha sviluppato un’idea di collaborazione tra Cittadellarte e il FabLab – situato nell’altra sponda del corso d’acqua – presso la Fondazione Sella.
Il terzo gruppo ha studiato l’utilizzo che viene fatto da parte della comunità locale delle panchine sparse in città. Attraverso una serie di sperimentazioni, il loro progetto si è focalizzato sul tema del design delle aree pubbliche. Lo scopo? Invitare le persone a utilizzare le panchine in maniera alternativa, con scopi meno individualistici e più “collettivi”.
Da questi lavori è emerso che lavorare direttamente con la comunità locale sia fondamentale per pensare e immaginare interventi rigenerativi per un territorio; si tratta di un processo che richiede tempi lunghi e implica operazioni di dialogo, esplorazione e intreccio con il tessuto sociale. Per la buona riuscita dello stesso risulta fondamentale che le idee e i progetti prendano forma in modo organico, senza forzature o accelerazioni, mettendo in moto strategie e mantenendo sempre la flessibilità necessaria per il dialogo e la collaborazione.
Photo credits: UNIDEE