“Vino del sorriso”, un brindisi alla solidarietà
Volontariato, condivisione, amicizia: ecco alcuni ingredienti portanti dell'iniziativa dell'associazione "Ti Aiuto Io onlus". "Il Vino del Sorriso - esplica il responsabile tecnico Gianni Moggio - è un progetto di integrazione che sta comunicando un modello di visione diverso della disabilità. Non facciamo un’attività di occupazione, ma di relazione tra le persone all’interno del vigneto".

Nell’immaginario comune, il volontariato viene spesso percepito come attività liberamente e gratuitamente svolta a beneficio della comunità. Una visione mono-direzionale, con un soggetto che si prodiga per aiutare l’altro. La solidarietà, però, è molto più di questo: Gianni Moggio, responsabile tecnico del “Vino del Sorriso“, progetto portato avanti dall’associazione Ti Aiuto io Onlus di Candelo (comune in provincia di Biella), ci ha spiegato perché. La motivazione arriva dalla sua esperienza diretta, sul campo, e quanto raccontato ci è stato trasmesso con grande ardore, un’immersività emotiva che ci ha teletrasportato nel vigneto del progetto semplicemente con la sua voce.


Per illustrare ed esemplificare quanto accennato, è necessario fare un passo indietro al 2003, anno in cui nacque l’associazione Ti Aiuto io Onlus. Un sodalizio avviato per sensibilizzare a 360 gradi la comunità sulle tematiche inerenti alla disabilità. Furono Valeria Salussolia (attuale presidente) e Alessandro Agnolio a far partire l’associazione: una famiglia con un figlio disabile che ha dovuto scontrarsi con criticità (anche materiali, come la disponibilità di un parcheggio) alle quali un giovane in quelle condizioni deve far fronte. Così, partendo da problematiche non indifferenti, fu avviato un percorso destinato a cambiare la vita di molte persone. Il fratello di Salussolia si occupò di redarre lo statuto e, con una decina di persone al seguito, avviarono “Ti Aiuto Io Onlus”.

La scintilla che si è poi rivelata un fuoco di solidarietà – che tuttora divampa – è stata “Il vino del sorriso”: un progetto dell’associazione che ha permesso alla stessa di crescere notevolmente nel tempo. Tutto nacque grazie alla candelese Lorella Ressia, che, dopo aver ereditato il vigneto del padre, pensò di utilizzare l’appezzamento per scopi benefici. Idea nata non per caso, visto che Ressia era già impegnata nel mondo del volontariato. Perché non organizzare un’attività solidale utilizzando quel campo? Tutto quadrava: il vigneto, infatti, era in piano e poteva quindi prestarsi a specifiche attività con i soggetti in condizioni di disabilità. Ressia, attuale responsabile de “Il Vino del Sorriso”, donò in comodato d’uso gratuito all’associazione di Candelo il vigneto. Tutto si realizzò e fu lanciato il progetto dopo trafile burocratiche insieme l’associazione Ti Aiuto Io – con tanto di sistemazione ad hoc del vigneto – fino al coinvolgimento dell’ANFFAS e della Domus Laetitiae di Sagliano Micca nel 2007.

I partner, nel tempo, sono diventati sempre più numerosi: il centro Don Franco Picco di Lessona, la Bottega dei Mestieri, il centro diurno di Cossato Siris e la Casa di Dilva (una comunità educativa residenziale per minori). Tutti partecipano alle attività continuative in vigna durante l’anno, nello specifico da marzo a ottobre inoltrato.
L’associazione Ti Aiuto Io Onlus, inoltre, è socio partner di Let Eat Bi (Cittadellarte) dal 2014. Proprio la scorsa settimana è andato in scena il primo appuntamento dell’anno del programma dell’Accademia Verde e, in quell’occasione, l’associazione di Candelo ha vestito un ruolo fondamentale (come scritto in due nostri precedenti articoli, visionabili cliccando QUI e QUI).


Torniamo quindi al nostro incontro con Moggio, il responsabile tecnico del “Vigneto del Sorriso”, che si occupa delle scelte tecniche e lavora nel campo coi ragazzi: “Il Vino del Sorriso – esplica – è un progetto di integrazione che sta comunicando un modello di visione diverso della disabilità. Questo perché le persone che partecipano alle iniziative all’interno del vigneto vengono da noi per condividere la loro esperienza; le attività organizzate in vigna sono svolte da tutti, le persone sono impegnate insieme senza alcuna differenza. Noi non facciamo un’attività di occupazione, ma di relazione tra le persone all’interno del vigneto. Portiamo avanti l’iniziativa ormai da 11 anni, il progetto si è ingrandito e sono sempre più numerose le persone e le strutture che collaborano con noi. Spesso – continua – mi sento dire che do tanto tempo al progetto, in realtà non so se dono qualcosa, ma di certo ricevo tantissimo. In questo contesto le relazioni sono sempre uno a uno. Tutti noi associati vorremmo che questo concetto emergesse e ci piacerebbe che le persone venissero a vedere sul campo, coi loro occhi, quanto facciamo. Vorremmo enfatizzare che quando si tengono attività con i ragazzi bisogna pensare che sono persone, a prescindere dalla loro disabilità! Chiunque, anche se non dispone di abilità materiali, può migliorare l’ambiente, le persone e il contesto dove è inserito”.

Addentrandoci nell’attività del progetto, scopriamo che il vino prodotto si chiama proprio “Vino del sorriso”. La prima potatura avvenne nel 2007, così come la vendemmia. Si tratta di un rosso, tecnicamente un uvaggio, cioè un insieme di uva, varietà tra cui sono presenti anche alcune antiche recuperate nel biellese. La vigna è a conduzione biologica da 4 anni, grazie allo sviluppo di una parte agronomica di ricerca sulla conduzione biologica, con tanto di recupero di antiche varietà di vitigno. Merito va anche al supporto di Anna Schneider, una collaboratrice del CNR – Centro Nazionale delle Ricerche. Grande ausilio è arrivato anche dall’azienda vitivinicola Centovigne di Castellengo (BI), che si occupa di vinificare le uve. Qui va sottolineato un incrocio di destini: ai titolari della cantina, prima che nascesse “Il Vino del Sorriso”, venne proposto da Ressia proprio il vigneto utilizzato per il progetto dell’associazione “Ti Aiuto io”; come evidente, non se ne fece nulla, ma, alla fine, con la vinificazione, ecco presente anche il loro contributo nel variegato puzzle di aiuti all’associazione.

Gianni Moggio prosegue illustrando le peculiarità del logo dell’associazione: “La nostra immagine – argomenta – ha un significato specifico. All’apparenza sembra che la persona in carrozzina chiami l’altra in piedi, in realtà è la persona disabile che vuole dare supporto all’altra e, come scritto, sembra dirle ‘Ti aiuto io’. Il disegno evoca gli obiettivi e i messaggi che vuole trasmettere la nostra associazione: un soggetto con disabilità può aiutare chiunque ed essere attivo nella società”.


Un progetto che non è una semplice passatempo per i ragazzi, ma molto di più. Un percorso emotivo all’insegna della condivisione che si snoda attraverso l’uva del vigneto portando alla nascita di legami indissolubili.
Anche voi lettori volete brindare alla solidarietà? “Partecipiamo a molti eventi, anche specializzati, dove mettiamo in mostra le nostre produzioni. Il nostro ‘Vino del sorriso’ – conclude Moggio – si può avere in cambio di un’offerta, è sufficiente contattarci via mail all’indirizzo tiaiutoio@virgilio.it o telefonicamente al numero 015- 2537129”.