Prosegue la nostra intervista a ‘episodi’ a Tiziana De Tora e Marco Papa, che hanno pedalato per 1233 km per diffondere i principi del simbolo trinamico di Michelangelo Pistoletto e portare la sostenibilità nei luoghi in cui si fermavano ispirandosi all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Per comporre il mosaico della loro avventura, ne stiamo mettendo in luce ogni parte in una serie di articoli che vi stiamo proponendo settimanalmente sul nostro Journal. Pronti a scoprire nuovi dettagli della loro storia? Ecco la quarta puntata!
In che modo avete portato i principi del Terzo Paradiso nella vostra avventura?
Il viaggio è nato dalla necessità di comunicare il ‘noi’, inteso nel rapporto di coppia – in viaggio lungo un percorso e lungo la vita – e come rete globale di energia, oltre le barriere e i propri limiti razionali.
Questa tipologia di viaggio ci rimette in equilibrio, liberandoci dalle difese della circostanza, rendendoci ovviamente più vulnerabili ma, proprio per questo, più aperti a dare e a ricevere, a creare quindi luoghi e forme di incontro-confronto, tesi allo sviluppo di dinamiche sociali circolari: come la ruota di una bicicletta, si coprono distanze tra un luogo e quello a fianco, quello davanti e quello dietro, quello più avanti, quello più vicino e più lontano.
Portare un Terzo Paradiso ad essere una forma, una performance, una scusa, una scintilla, è stato, giorno per giorno, un motivo di sfida nella comunicazione della ormai imprescindibile necessità di iniziare e portare avanti, tutti insieme, un viaggio comune, verso un futuro condiviso.
Entusiasmanti le performance di Mannheim e Rotterdam, rispettivamente in Germania e Olanda, durante le quali, per la trasparenza e la chiarezza dei nostri non fraintendibili gesti e delle nostre parole (stupendo veicolare, in più lingue, lo stesso senso), in appena 20 minuti, siamo riusciti a coinvolgere decine di persone curiose e disponibili a partecipare al senso del ‘noi’. A Rotterdam abbiamo, addirittura, costruito il segno-simbolo insieme ad una spagnola e ad un francese incontrati per caso! Il possibile si è reso fattibile.
Ci siamo resi conto, una volta di più, che il Terzo Paradiso è facilmente comunicabile e realizzabile, nell’immediato e, quindi, nel prossimo futuro. Basta mettere da parte il protagonismo, innescando meccanismi di confidenza e partecipazione attiva.
Sudore, mani sporche, occhi umidi, pulsazioni a mille, adrenalina creativa.
Il momento più forte e significativo delle performance è stato quello in cui siamo riusciti a raccogliere, nel segno e nell’immagine, a coinvolgere, nell’azione e nella comunicazione, a sperimentare, nella sosta delle percezioni.
Il viaggio si manifesta, come il Terzo Paradiso!