Un murale per il futuro: il Terzo Paradiso diventa arte collettiva al Liceo Leonardo Da Vinci di Casalecchio di Reno
Un simbolo di unione e trasformazione prende vita sulle pareti della scuola bolognese: il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto si traduce in un murale collettivo, nato da un percorso di riflessione e condivisione che ha coinvolto studenti, docenti e associazioni del territorio. Attraverso laboratori artistici e audiovisivi, i ragazzi hanno rielaborato il simbolo trinamico, trasformandolo in un’opera capace di rappresentare il dialogo tra generazioni, l’inclusione e la creatività come strumenti di cambiamento sociale.

Riflessione, condivisione, unione, diffusione: questi sono i principi che hanno guidato la realizzazione di un murale di grandi dimensioni che ogni mattina accoglie studenti, docenti e collaboratori all’ingresso del Liceo Leonardo Da Vinci di Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna. Osservando l’opera, emerge subito la cura e la passione con cui gli studenti hanno dato vita al progetto. Un’iniziativa interamente loro, in cui ogni pennellata esprime un’idea, un desiderio, un impegno per il futuro. “Hanno fatto tutto gli alunniDalla progettazione alla realizzazione, il murale riflette – racconta Doriana Russo, docente di disegno e storia dell’arte e referente principale del progetto – le idee emerse dalle riflessioni degli studenti, supportati dagli insegnanti e dai professionisti esterni coinvolti”.


Un frammento dell’incontro con Michelangelo Pistoletto al Liceo Leonardo Da Vinci, marzo 2024.

L’ispirazione è nata due anni fa, con un primo momento di confronto sulla Formula della Creazione, centrale nel pensiero di Michelangelo Pistoletto, in occasione della presentazione del suo libro al teatro comunale di Casalecchio di Reno. Da quel primo incontro ha preso forma un dialogo tra studenti, docenti e cittadini, che lo stesso maestro ha contribuito a coltivare. Pistoletto, infatti, ha incontrato le classi del liceo nel marzo 2024, dando vita a uno scambio intergenerazionale che ha lasciato un segno profondo tra le aule della scuola.
Il desiderio di trasformare queste riflessioni in qualcosa di concreto ha spinto i cinque insegnanti di storia dell’arte dell’istituto – Doriana Russo, Stefano Anderle, Agar Alessia Barboni, Carolina Borghi, Silvia Di Giacinto – insieme alla preside Tiziana Tiengo, a immaginare un progetto capace di dare nuova vita al simbolo del Terzo Paradiso.

“D’estate continuavo a rimuginare – ricorda la professoressa Russo –, a pensare e a confrontarmi con i miei colleghi. Nel nostro dipartimento c’è grande sintonia, condividiamo la stessa visione dell’arte e dell’insegnamento. Così è nata l’idea di portare avanti questo percorso”. Da qui, è nata la collaborazione con il Comune di Casalecchio di Reno, la raccolta fondi e l’inizio dei laboratori pomeridiani. Ogni mercoledì, da ottobre 2024 a febbraio 2025, una trentina di studenti delle classi quarte e quinte hanno lavorato alla realizzazione del murale, raffigurante il simbolo trinamico, sulla parete principale dell’edificio scolastico. “È stata un’attività facoltativa, svolta al pomeriggio. I ragazzi sapevano che il mercoledì si teneva questa iniziativa e la partecipazione è stata ottima”, aggiunge Russo.

Il murale si inserisce all’interno di un più ampio percorso artistico promosso dal liceo, come il progetto Street art che da anni coinvolge gli studenti in laboratori pomeridiani. L’obiettivo è stato quello di promuovere una comunità espressiva, in cui l’arte diventi strumento di condivisione: concetto, per i docenti, perfettamente incarnato dal Terzo Paradiso.
I primi incontri, anticipati da lezioni teoriche sull’arte contemporanea e sulla pratica di Pistoletto, hanno portato a uno studio approfondito dei significati del simbolo trinamico. Successivamente, la riflessione si è spostata sugli aspetti tecnici: in che modo interpretare graficamente il simbolo? Quali forme, colori e materiali utilizzare per raccontare se stessi e la voglia di connessione con il prossimo?
Ne è scaturita un’immagine potente: una figura centrale a tre teste, con due volti rivolti agli anelli laterali e uno nato dall’intersezione dei primi due. Un concetto visivo che esprime l’unione delle diversità, completato dalle due mani che si intrecciano alla base dell’anello centrale, come simbolo dell’abbraccio del prossimo e della forza della condivisione.

Parallelamente alla realizzazione del murale, è stato attivato un secondo laboratorio dedicato alla documentazione del progetto attraverso la produzione di un video. Questo percorso ha permesso agli studenti di acquisire competenze nel campo della narrazione visiva grazie alla collaborazione con due realtà associative del territorio: Carta Bianca (Valsamoggia) e Open Group (Bologna). Mentre Carta Bianca ha affiancato i liceali nella realizzazione concreta del video, guidandoli nelle riprese e nel montaggio, Open Group ha messo a disposizione l’esperto Raffaele Posulu. Quest’ultimo ha guidato le classi in un processo creativo che è iniziato con un brainstorming collettivo: “Abbiamo messo insieme tutte le teste dei ragazzi, spiega Russo. “Ognuno voleva condividere la propria visione e, passo dopo passo, siamo arrivati a un’idea riassuntiva che raccoglie tutte le proposte”.

Il murale, ora parte integrante della quotidianità scolastica, rappresenta un simbolo tangibile dei valori che gli studenti hanno scelto di fare propri. È il segno di una generazione che trova nell’arte un modo per esprimersi, dialogare e immaginare il futuro. Come ci ricorda la poetica di Pistoletto, l’arte è un ponte capace di imprimere cambiamenti positivi nella società.
“Gli studenti hanno scelto di aderire a questo simbolo, di farlo loro”, conclude la professoressa Russo. E oggi, quel segno sulla parete del Liceo Da Vinci non è solo un murale: è una testimonianza viva di un impegno collettivo per una scuola e una società migliori. L’opera non si limita a decorare le pareti dell’istituto, ma lascia un segno profondo nella quotidianità scolastica. È un ricordo costante dei valori che gli studenti si impegnano a vivere e approfondire, come individui e come generazione che cerca nuovi modi per far sentire la propria voce, portando avanti le riflessioni di Pistoletto.