Dalle due ruote al Terzo Paradiso: la bicicletta come simbolo culturale del terzo millennio
A giugno 2024 è stato pubblico il “Manuale delle Infrastrutture del Ciclismo”, curato da Fortunato D’Amico e Massimo Facchinetti, che rappresenta un’opera di riferimento autorevole e completa per la progettazione e realizzazione di impianti sportivi dedicati al ciclismo. Nel volume è presente anche un editoriale di D'Amico in cui vengono messi in luce i parallelismi tra il mezzo di locomozione e il simbolo trinamico: vi proponiamo il suo testo. "Un ringraziamento particolare - così gli autori - all’artista Michelangelo Pistoletto per essere stato l’ispirazione per un’analisi etica e sostenibile sull’utilizzo della bicicletta.”

Patrocinato dalla Federazione Ciclistica Italiana (FCI), dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) e dall’Unione Ciclistica Internazionale (UCI), il Manuale delle Infrastrutture del Ciclismo è il risultato di un impegno condiviso e di una passione comune per l’eccellenza delle infrastrutture sportive. Il libro adotta un approccio multidisciplinare, arricchito dalla vasta gamma di esperienze e competenze nell’ambito ciclistico, grazie alla partecipazione attiva di progettisti, allenatori, ciclisti e tecnici di gara. Questa fusione di conoscenze e competenze conferisce al manuale un’anima poliedrica e solidamente radicata nella realtà del ciclismo contemporaneo, permettendo di esplorare ogni aspetto in maniera dettagliata e completa. Concepito interamente nell’ottica della sostenibilità ambientale, sociale ed economica, il manuale pone al centro degli obiettivi la promozione di un futuro più verde, equo e inclusivo, in linea con l’Agenda 2030. Questa prospettiva olistica ha guidato ogni fase del progetto, garantendo che le infrastrutture ciclistiche progettate e descritte nel manuale rispondano alle esigenze presenti senza compromettere le risorse future. La struttura del manuale offre una panoramica completa e dettagliata delle diverse tipologie di infrastrutture ciclistiche, organizzando i contenuti in capitoli specializzati correlati alle specificità delle discipline ciclistiche e ai servizi essenziali richiesti per ciascuna pratica. Tra le infrastrutture trattate: Velodromi, Ciclodromi, Piste BMX, Piste Pump Track, Circuiti Ciclocross, Circuiti Mountain Bike, Circuiti Trials, Ciclismo Indoor. Oltre agli esempi pratici e ai case study, il manuale fornisce un sostegno visivo completo attraverso una documentazione grafica dettagliata, vettore essenziale per facilitare il processo di progettazione e realizzazione degli impianti. Ogni capitolo è corredato da schede normative, schede tecniche e di sintesi, costituendo una guida strutturata e completa idonea ad esaminare con accuratezza ognuna delle tipologie esaminate e garantire un approccio corretto alla fase progettuale. Il Manuale delle Infrastrutture del Ciclismo si impegna nei suoi contenuti a favorire lo sviluppo di infrastrutture ciclistiche all’avanguardia, di alto livello e di eccellenza, promuovendo un approccio improntato alla durabilità, all’inclusività e al progresso per un futuro che migliori le condizioni umane, la biodiversità e l’inclusione sociale e culturale. Questo prezioso strumento di supporto è destinato a professionisti esperti, progettisti, architetti, ingegneri, geometri, istituzioni accademiche, amministrazioni pubbliche e appassionati del ciclismo, contribuendo al miglioramento e alla diffusione del ciclismo come pratica sportiva e ricreativa, rimanendo fedeli ai valori e alla passione che animano l’universo delle due ruote.


La bicicletta come simbolo culturale del terzo millennio
Nel terzo millennio, la bicicletta ha acquisito una dimensione simbolica che trascende la sua funzione pratica di mezzo di trasporto. Questo semplice veicolo è diventato un’icona culturale che incarna un’ampia gamma di princìpi etici, sociali e ambientali.

In un’epoca segnata dalla crisi climatica e dalle crescenti preoccupazioni per la sostenibilità ambientale, la bicicletta rappresenta una risposta concreta e quotidiana all’imperativo di ridurre l’impronta ecologica. Essa è un baluardo della mobilità dolce, un mezzo che non solo riduce l’inquinamento atmosferico ma contribuisce anche a ridurre il traffico urbano e il degrado delle infrastrutture cittadine.
La bicicletta, tuttavia, non è soltanto un simbolo di rispetto per l’ambiente. È anche portatrice di una visione etica della vita. Pedalare significa abbracciare un ritmo lento, umanizzato, che si oppone alla frenesia e all’inefficienza della società moderna basata sulla costante accelerazione. Significa anche coltivare una relazione più intima e diretta con il proprio corpo e con l’ambiente circostante.
Sotto il profilo socioculturale, la bicicletta promuove la giustizia e l’inclusione sociale. È un mezzo di trasporto economico e accessibile che può essere utilizzato da persone di ogni classe sociale, età e condizione fisica. Pedalare diventa un atto di democrazia e partecipazione civica, dove lo spazio urbano è vissuto in modo paritario e condiviso.

Inoltre, nella dimensione sempre più digitale e virtuale delle nostre vite contemporanee, la bicicletta reintroduce la tangibilità e la concretezza del viaggio fisico. Essa permette di riscoprire le città e i paesaggi in una dimensione esperienziale, creando un legame emotivo e sensoriale con il territorio.
Parallelamente, assistiamo a una rinascita degli sport che utilizzano la bicicletta come mezzo principale. Le competizioni ciclistiche, hanno visto una crescente partecipazione e interesse. Questo fenomeno ha portato le città e le comunità a investire sempre di più in infrastrutture dedicate, come piste ciclabili, velodromi e spazi per il ciclismo urbano. Tali impianti sportivi sono diventati dotazioni indispensabili nelle aree urbane, promuovendo sia il benessere fisico dei cittadini sia una cultura dello sport e della salute.
In definitiva, la bicicletta nel terzo millennio non è solo un mezzo di trasporto; è un manifesto di un nuovo umanesimo, un vettore di consapevolezza ecologica e un facilitatore della coesione sociale. In essa troviamo condensati i valori di sostenibilità, salute, uguaglianza e bellezza – un vero e proprio simbolo culturale del nostro tempo.
Non sorprende, dunque, che la bicicletta sia diventata protagonista di movimenti culturali e artistici che ne esaltano il valore simbolico. Dai muralisti che nelle loro opere celebrano il ciclismo, ai designer che innovano il campo della mobilità sostenibile, la bicicletta è al centro di una rinnovata estetica ecologica.

Michelangelo Pistoletto è uno degli artisti contemporanei tra i più conosciuti al mondo per il sull’impegno attraverso le arti a sostegno delle politiche e delle azioni di cambiamento indirizzate alla sostenibilità ambientale, sociale, ed economica. È il promotore di diverse iniziative internazionali che hanno come protagonista la bicicletta. Il suo segno- simbolo del Terzo Paradiso, costituito da una linea continua che incrociandosi in due punti crea tre cerchi intrecciati, rivela idealmente la sintesi proporzionata tra natura e artificio. Il primo cerchio rappresenta il mondo naturale. Il secondo, collocato all’estremo opposto al primo, è quello artificiale creato dall’uomo. Il terzo cerchio, centrale, è il Terzo Paradiso, e raffigura la connessione armoniosa tra questi due mondi. Il segno invita la società e le singole persone ad agire con azioni concrete per ritornare a riequilibrare la relazione natura – artificio, considerando l’arte al centro di una trasformazione sociale responsabile.

La bicicletta, stilizzata con tre ruote, diviene così un potente emblema di questo equilibrio filosofico. Simbolo di movimento sostenibile, la bicicletta rappresenta una scelta ecologica che contrasta l’uso indiscriminato delle risorse e l’inquinamento, incarnando perfettamente i principi del Terzo Paradiso. Le tre ruote della bicicletta non sono solo un richiamo al simbolo dei tre cerchi, ma esprimono anche le connessioni tra diversità e differenze che si fondono per creare un’unità ordinata e proporzionale.
La promozione del ciclismo e della bicicletta come elemento della sostenibilità è centrale in questo contesto pragmatico e operativo. Pistoletto ci invita a considerarla non solo come un mezzo di trasporto, ma come un simbolo di equilibrio e rigenerazione. Il ciclismo è una pratica quotidiana che rispetta l’ambiente, promuove la salute e riduce l’impatto ecologico, integrandosi perfettamente con l’ideale di un mondo dove natura e artificio convivono in sintonia.
La sua presenza sottolinea che il vero progresso risiede nel compiere azioni eticamente corrette per proteggere il pianeta e la vita umana. Ogni pedalata è quindi un passo verso un mondo più sostenibile e consapevole.

Fortunato D’Amico