Come ogni anno dal 2010, Scampia propone un insieme di attività artistiche convogliate nel progetto “Simposio d’Arte Contemporanea Internazionale”, con l’intento di riscattare e valorizzare il quartiere dal punto di vista sociale.
Cresciuto nella realtà degradata di questo piccolo borgo nella periferia a nord di Napoli, Fabio Cito – direttore artistico del festival, ndr – racconta come abbia avuto origine il suo progetto sociale: “Scampia è sempre stato un quartiere connotato negativamente, considerato punto caldo delle principali organizzazioni mafiose occupate nella vendita di sostanze stupefacenti”. Dalle parole di Fabio si evince sconforto e la consapevolezza che un intervento di recupero sociale sia urgente e necessario.
L’idea del “Simposio d’Arte Contemporanea Internazionale” nasce proprio a partire da questo presupposto: si tratta di un evento annuale promosso dalla società cooperativa ONLUS “Occhi Aperti”, che quest’anno ha avuto luogo a Scampia tra il 29 giugno e il 6 luglio. Artisti da tutto il mondo sono stati invitati a partecipare proponendo attività di ogni genere per bambini, adolescenti e adulti. Tra i principali protagonisti dell’evento ricordiamo la pittrice francese Delphine Manet; il pittore turco Evrim Ozeskici; la performer e pittrice finlandese Katja Jhuola; lo scultore e pittore senegalese Mor Talla Seck; la performer e pittrice iraniana Sanya Torkmorad-Jozavi; la pittrice rumena Smaranda Moldovan; il performer e pittore inglese Tony White; e gli artisti italiani Franco Umbertini, Grazia Simeone e Vittorio Tonon.
Il loro lavoro ha attinto sia dalla propria arte e creatività sia dall’interpretazione personale del tema selezionato per quest’anno: lo specchio.
“Lo specchio ha assunto una connotazione sempre diversa in tutto il corso della storia dell’arte – afferma il direttore artistico del festival, spiegando le ragioni della scelta – dall’antica Grecia ad oggi, passando per Bosch, Escher e con la psicanalisi di Freud, esso è stato associato a molteplici interpretazioni legate alla scoperta della propria immagine riflessa, all’indagine del sé e del proprio inconscio”.
Lo specchio è l’unico mezzo in grado di riflettere in maniera oggettiva e istantanea la realtà che ci circonda: per questo motivo Fabio lo ha scelto come tema centrale dell’evento di Scampia.
“Il quartiere – continua il direttore artistico – è da sempre connotato negativamente come fulcro di vita malsana. Molti giovani vagano per le strade abbandonati a sé stessi: da alcuni sondaggi emerge una percentuale rilevante di malavita e affari illegali”.
Il “Simposio” si propone come progetto di recupero sociale: esso si inserisce proprio nell’ottica di dare a questi ragazzi la possibilità di esprimersi attraverso l’arte, in maniera libera e slegata da ogni giudizio. Giudizio e pregiudizio: due parole chiave che caratterizzano la realtà degradata di un quartiere che, nonostante tutto, non si arrende. Lo specchio interviene proprio con l’intento di rappresentare il territorio nella maniera più oggettiva possibile, dimostrando come, anche una realtà apparentemente decaduta come questa, possa trasformarsi in centro fertile e creativo.
Ma come si inserisce, in tutto ciò, il messaggio del “Terzo Paradiso”?
All’interno del festival, uno tra i più interessanti interventi è stato quello dell’artista, nonché ambasciatrice Rebirth/Terzo Paradiso, Grazia Simeone: attraverso tre attività organizzate in collaborazione con il comune di Giugliano e l’ASL di Napoli, Grazia ha coinvolto un gruppo di bambini rom nella creazione di opere d’arte che dessero loro la piena libertà di esprimersi; ha organizzato, inoltre, una giornata intitolata “Dream Team” dedicata alle donne di Scampia e, infine, in occasione dell’inaugurazione del nuovo servizio di mammografia digitale, ha dato vita personalmente ad una performance (nella sede dell’ASL di Napoli), il cui fulcro era proprio il “Terzo Paradiso”.
Il messaggio di Michelangelo Pistoletto rievoca l’obiettivo principale di questo “Simposio artistico”: conferire a Scampia e ai suoi abitanti una nuova, più autentica, identità.
Come scrive Mattia, un ragazzo appassionato di fotografia che ha partecipato ad un progetto di reportage del quartiere, “la periferia te la porti dentro anche quando sei al di fuori di essa”. Il suo pensiero riflette il significato del simbolo ideato dall’artista biellese: il territorio degradato di Scampia e le criticità sociali si risolvono, così, nel segno del “Terzo Paradiso” che permette all’arte di esprimersi liberamente al di là delle convenzioni sociali.