Terzo Paradiso e scuole. Un legame sempre più profondo che si sta sviluppando grazie alle attività degli ambasciatori, come Savina Tarsitano. Savina diffonde il segno-simbolo di Michelangelo Pistoletto in tutto il mondo, dedicandosi principalmente ai giovani e all’educazione. Ha organizzato performance per promuovere l’opera dell’artista biellese dai Caraibi fino a Lamezia Terme, suo paese natale. Proprio nella località calabrese ha intessuto rapporti socio artistici che hanno portato collegamenti con la Fondazione Pistoletto; ne sono testimonianza i numerosi eventi tematici organizzati nella provincia di Catanzaro. Come detto, ha diffuso anche tra i ragazzi i messaggi che il simbolo di Pistoletto vuole comunicare e, proprio la scorsa settimana, alcune classi di un liceo artistico di Lamezia Terme sono venute in gita a Cittadellarte. L’ambasciatrice ci ha raccontato il suo lavoro in questa intervista.
Quali sono i suoi impegni professionali?
Sono un’artista visiva e mi occupo di iniziative legate all’integrazione sociale. Svolgo progetti in tutto il mondo e sono diventata ambasciatrice del Terzo Paradiso nel 2012, grazie a un progetto a Martinica, nei Caraibi. Mi piace molto lavorare con i ragazzi e le scuole, perché credo che il cambiamento sociale debba partire dall’educazione e dalla formazione. Insegno, inoltre, lingua italiana attraverso storia dell’arte a Bruxelles, in una scuola per bambini. Collaboro anche con un centro d’arte a Barcellona come curatrice.
Cosa significa per lei portare Cittadellarte nel mondo?
Per me è molto importante riuscire a condividere un’idea con altre persone. Cerco continuamente di trasmettere i progetti di un grande artista come Michelangelo Pistoletto; è come se mettessi dei semi metaforici nei luoghi dove vado. Faccio conoscere alle persone e alle scuole le esperienze in atto, dialogando con loro per portare avanti un cambiamento.
Ci racconta alcune delle ultime iniziative alle quali ha lavorato?
Potrei citare due progetti che si collegano. Mi sono occupata a Lamezia Terme di un corso annuale di formazione sulla filosofia del Terzo Paradiso, che viene ufficialmente offerto agli insegnanti e agli studenti. Abbiamo coinvolto più di 1400 alunni, di età compresa tra 3 e i 15 anni, con relativa formazione a 80 docenti. Fu impegnativo lavorare con un gran numero di persone e con una pedagogia diversa a seconda delle fasce d’età. L’iniziativa di cambiamento sociale ha coinvolto 6mila persone ed è stata di collegamento con un progetto a Tokyo, che ha visto la realizzazioni di grandi tele ispirate a Picasso e Pistoletto. Fu stimolante mettere insieme comunità completamente diverse come la capitale giapponese e il paese calabrese.
Quanto ha inciso l’arte nel suo percorso professionale?
Sono sempre stata appassionata al mondo dell’arte e alle relazioni internazionali; ho studiato scienze politiche e poi ho seguito un master in diritto. Gli studi mi hanno portata a viaggiare e a insegnare in diverse università d’Europa. L’arte è sempre stata “accanto” a me. Conoscere Pistoletto e lavorare come ambasciatrice del Terzo Paradiso è stata una svolta. Per me Michelangelo è un artista visionario che ha saputo mettere l’arte nelle mani delle persone. Ha un’instancabile voglia di condividere la sua filosofia per cambiare il mondo e proprio le sue opere possono essere la chiave per contribuire al miglioramento della società. Nei confronti del pubblico più giovane è fondamentale il Terzo Paradiso, perché è facile da spiegare e condividere.
Qual è il progetto più significativo al quale ha lavorato?
Quello di Martinica, ai Caraibi. Per l’occasione mi sono occupata di integrazione sociale, portando un vero cambiamento ai giovani e facendoli uscire da situazioni socio-familiari difficili. Ho dato loro la forza di trovare un’altra strada. Fu un’iniziativa importante anche per la continuità: è stato, infatti, un progetto durato molti anni.
Ci spiega come orchestra e coordina una kermesse sul Terzo Paradiso?
Per illustrare il mio lavoro di ambasciatrice prendo come esempio un’iniziativa a Lamezia Terme, dove ho coinvolto anche un gruppo di giapponesi. In avvio tengo un seminario formativo, dopo spiego che cos’è il Terzo Paradiso. Nella fase iniziale, le persone non ne capiscono il significato, ma nel momento in cui si “entra in azione” e chiedo concretamente su cosa vogliono agire, cambia tutto e l’iniziativa entra nel vivo. In quell’occasione – a Lamezia – abbiamo lavorato sul tema dell’immigrazione, disegnando una tela. In questo modo, abbiamo fatto esprimere ai presenti emozioni e pensieri con i colori. Tutti i partecipanti si sono sentiti più liberi con questo mezzo di comunicazione artistico.
Quali operazioni o appuntamenti sono in programma?
Abbiamo in cantiere progetti legati alle scuole, perché il cambiamento deve partire dai giovani. Non organizziamo solo nuove iniziative, ma poniamo le fondamenta su quanto fatto. Ci sono mostre già in atto in cui verranno esposti lavori nella prossima estate; ad esempio a Hiroshima e Nagasaki, in relazione al messaggio di pace per l’anniversario del lancio della bomba atomica del 1945. Altro appuntamento riguarderà Lamezia Terme, dove cercheremo di valorizzare il patrimonio locale attraverso una serie di incontri su sostenibilità ed emigrazione. In corso anche un progetto in Belgio, nella città di Tongeren e, in estate, a Barcellona; nel capoluogo della Catalogna verrà presentata Cittadellarte, con un focus sull’arte e sul cambiamento sociale.