“L’essere uniti nel simbolo del Terzo Paradiso mi è arrivata come un’urgenza che non si può sollecitare a parole, è una questione di riconoscimento dell’individuo in una società, in una collettività, o anche di conoscenza di un’altra collettività che può avvenire solo attraverso l’esperienza e la pratica”. È questa la motivazione che ha spinto Marta Magagnini, ricercatrice di disegno presso l’università degli Studi di Camerino, scuola di Architettura e Design sede distaccata di Ascoli Piceno, ad invitare durante le ore delle sue lezioni Stefano Treggiari, Ambasciatore Rebirth/Terzo Paradiso, che ha coinvolto gli studenti del primo anno sulla valorizzazione del territorio locale e sul ripristino del tessuto sociale nei borghi minori del territorio marchigiano.
L’intervento di Treggiari è anche nato dall’interesse della ricercatrice legato ad un progetto di rivalutazione dell’operazione Arcevia, una storia locale degli anni ’70 nel borgo di Palazzo D’Arcevia: il committente voleva realizzare una comunità per seicento abitanti in un terreno che aveva ereditato nelle Marche, in provincia di Ancona. Per farlo aveva coinvolto un architetto comasco, Eco Parisi, molto sensibile ad un approccio interdisciplinare tra tutte la arti. “Già negli anni ’70 – evidenzia Marta Magagnini – si parlava di ripopolamento dei borghi, oggi è un tema di massima attualità e che voglio ricollegare con i miei studenti. Il Terzo Paradiso, per quanto sia un gesto nuovo, in realtà ci appartiene da sempre e ci possiamo riconoscere in esso. Si deve infatti fare e praticare insieme attraverso i fatti. Mettersi in contatto con un territorio e viverlo è secondo me meglio che studiarlo, è una strada su cui puntare e farlo arrivare nelle scuole è molto importante oggi”.
Stefano Treggiari ha raccontato la sua esperienza di catalogatore di beni culturali, della cultura popolare legata all’oralità, quindi non documentale, ma anche collegata alla fisicità del territorio e alla sua rivalutazione. Questo processo lo ha articolato partendo dalle tradizioni ma anche dalla presenza delle fonti che si possono conoscere e rivalutare solo partendo da una conoscenza diretta ed esperienziale. Il Cammino del Terzo Paradiso, quindi, nasce come un momento di convivialità, di conoscenza ma soprattutto di presenza fisica nel luogo.
Ha poi continuato spiegando il concetto della demopraxia. “L’architettura – spiega la ricercatrice – si basa su molteplici fattori ma soprattutto su una consapevolezza del tempo in cui si vive, dal tempo presente, che si porta dietro una conoscenza del passato. Il simbolo del Terzo Paradiso può essere utile in questo, inoltre il concetto del simbolo del trinamico è qualcosa che deve essere messo in atto e non tanto comunicato, perché un simbolo lo devi vivere e sperimentare. Per me è importante che la nostra cultura recuperi e capisca anche i simboli storici, come quelli del Medioevo, per comprendere come sono nate alcune realtà. Il Terzo Paradiso – ha concluso – si ricollega perfettamente con il passato e con tutte queste riflessioni”.