Aldo Bonomi ha di recente pubblicato sul “Il Sole 24 ore” un articolo in cui si propone un interessante lettura del biellese attraverso la lente della sua Comunità. “Il tessile – scrive – nel 1971, contava 1.800 aziende e 40mila addetti, di cui molti giunti dal Veneto e dal Sud. Cittadina opulenta Biella era l’altra faccia dell’industrialismo, accanto al fordismo duro di Valletta e a quello dolce di Olivetti. Un tessile raffinato che ancora nel 2001 dava lavoro a 26mila persone. Poi venne la desertificazione, ben prima del 2008, con lo smembramento delle vecchie geografie del lavoro spinte dalla globalizzazione. Una moria di aziende e 13mila occupati in meno tra il 2001 e il 2017. I lasciti della crisi sono ancora visibili, negli espulsi dall’industria, nella demografia: il 43% della popolazione qui percepisce una pensione, contro il 29% della media italiana”.
Questo era lo scenario su cui Biella si stava muovendo, ma qualcosa sembra essere cambiato ed andare ora nella direzione inquadrata da Bonomi. Proprio nell’ultimo periodo Biella ha ricominciato a “tessere” comunità, lavorando per sbrogliare una matassa in cui si erano ingarbugliati gli interventi tra mondo della scuola e dell’impresa (il cui dialogo sembrava poco produttivo) e che oggi torna invece centrale sulla scena della politica industriale anche attraverso percorsi di orientamento, iniziative formative dei Giovani Industriali e collaborazioni sui temi dell’alternanza scuola lavoro, tra terzo settore ed enti pubblici. Ne sono un segnale i tre bandi già vinti dal territorio biellese e messi a disposizione dall’impresa sociale “Con i Bambini”, società nata per l’attuazione dei programmi del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile in Italia. Tre azioni che rimettono in moto la comunità proprio a partire dalle nuove generazioni con interventi diversificati da parte dei principali attori del territorio. Uno di questi è il progetto che prenderà il via a inizio 2019 e che si chiama “Community School”.
La rete di partenariato (no profit, pubblico e profit) con questo progetto intende iniziare un percorso di elaborazione di una strategia socio-educativa unitaria, per rispondere al bisogno evidenziato. La nuova visione prevederà l’adozione di un patto educativo coerente, con una pianificazione di medio-lungo termine che risponde alla domanda “Dove saranno tra dieci anni i bambini e ragazzi su cui investiamo oggi come comunità?”. Il progetto infatti identifica nella fascia 5-14 anni bambini e ragazzi che saranno attori principali del Biellese tra dieci anni (chi prossimo al diploma e chi alla laurea e al primo impiego). In funzione di ciò è stata creata un’ampia rete di relazione collaborativa costituita da enti estremamente eterogenei e rappresentativi del territorio (dalle cooperative rappresentate ad esempio dalla capofila Tantintenti al mondo della cultura tra cui Cittadellarte-Fondazione Pistoletto o Fondazione Zegna, dalle associazioni che da anni lavorano al sostegno scolastico come ABC Onlus o Big Picture Learning al sistema delle imprese rappresentate da Unione Industriale e CNA, dal Distretto di Coesione Sociale alle Unione Montane per arrivare al nutrito numero di Istituti Comprensivi).
Gli stessi attori-partner parteciperanno alla costituzione della Cabina di Regia che, prima ancora di orientare pratiche attive sul territorio, seguirà un percorso comune sulla gestione della complessità, volto alla “facilitazione di gruppi e processi di lavoro”: un tavolo di incontro e di lavoro determinante proprio per allineare la visione del territorio e delle sue esigenze.
Grazie a questa pianificazione condivisa il Biellese, con le sue tre valli e l’area pianeggiante urbanizzata, sarà oggetto di azioni capillari che si avvarranno della tecnica dell’agopuntura urbana in ambito socio-educativo, prevenendo il rischio di interventi a pioggia poco efficaci. Si sono così identificati i punti nevralgici del territorio per garantire una migliore circolazione di buone pratiche, focalizzando le attività sugli attori realmente coinvolti nel processo educativo. Questo consentirà di definire un patto educativo ed un processo metodologico condiviso e di riferimento per costruire, avviare e monitorare le azioni di progetto.
Gli spazi di concertazione e di condivisione del patto saranno le scuole, “fulcro” che si apre ad altri attori del territorio, che si affiancano nel processo di accompagnamento delle famiglie e dei bambini e, progettano interventi integrati con gli enti del terzo settore e le aziende.
In riferimento alle prassi metodologiche sono previsti quattro ambiti di azione messi tra loro a confronto in un dialogo cogenerante: formazione/lavoro, famiglia/scuola, tecnologia/natura e arte/scienza. Una polarizzazione che ha evidentemente come “sponsor del pensiero” l’artista Michelangelo Pistoletto che proprio a Biella ha dato vita all’esperienza ormai ventennale di Cittadellarte.
Partendo dall’assunto che scuola e contesto socio culturale ed economico rivestono un ruolo complementare nel funzionamento del sistema educativo, il progetto intende ampliare la visione tradizionale della scuola, spesso scambiata per agenzia formativa, con quella di connettore socio culturale e luogo di aggregazione per la comunità locale. Sarà possibile prevenire il problema dell’isolamento attraverso l’apertura ad attività e servizi, generando un punto di svolta in cui la scuola esce sul territorio ed il territorio entra nella scuola. Le dieci scuole partner di progetto saranno coinvolte seguendo le stesse modalità e il modello che si andrà a creare sarà incentrato sulla riduzione del disagio sociale attraverso l’integrazione tra azioni pre esistenti e azioni create ex novo, grazie alla concertazione dei tavoli di lavoro.
Questo legame fra scuola e territorio si muove in una prospettiva che supera l’adempimento normativo e si configura come affermazione di un nuovo paradigma caratterizzato dalla collaborazione e dall’arricchimento reciproco, dove la visione condivisa del futuro determina il percorso da affrontare come territorio.
Tutto il processo che si avvierà nei prossimi anni sarà inoltre seguito da un gruppo di lavoro di professionisti che affiancheranno questo cammino con azioni di fund raising, necessarie a mantenere i servizi e le attività oltre la scadenza del bando stesso.
Il polo del Biellese ha scelto la via del coesione e del lavoro comune per rilanciare il proprio futuro, in un vero e proprio itinerario formativo che direttamente o indirettamente chiama a fare squadra tutti partendo dalle nuove generazioni come motore del cambiamento.
Articolo tratto da “Il Giornale delle Fondazioni”.