Da Cittadellarte a città dell’arte e viceversa – ovvero, della circolarità della cultura
Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte, ha messo in luce prima il rapporto tra la Fondazione Pistoletto e il territorio biellese visto come un arcipelago e poi si è focalizzato sul ruolo delle ambasciate Rebirth/Terzo Paradiso, sull'avvio dell'Opera Demopratica, sul processo di mappatura dietro alla mostra "Biella Città Arcipelago" e sullo stretto legame tra la città laniera e UNESCO. Vi proponiamo il suo editoriale realizzato per il magazine di "Arte al Centro 2021".

Il Biellese Ambasciata del Terzo Paradiso. Il Biellese Città Creativa UNESCO. Il Biellese Città Arcipelago. Tre facce della risposta alla domanda: che rapporto c’è tra Cittadellarte e il territorio biellese e quale impatto ha avuto Cittadellarte sul suo contesto? Essere Ambasciata del Terzo Paradiso significa rappresentare oggi il pianeta Terra del futuro sostenibile, equo e prospero. Come se gli abitanti della Terra del 2100 ci inviassero dei messi, portatori di conoscenze e pratiche necessarie affinché noi arriviamo dove loro sono già: un pianeta in cui l’umano è in equilibrio dinamico e creativo con il non umano; l’artificio con la natura.

Le Ambasciatrici e gli Ambasciatori del Terzo Paradiso operano in oltre 30 Paesi con questa missione. Nel Biellese ve ne sono diversi: insegnanti, operatori interculturali e ovviamente cittadinidellarte, abitanti e coautori di Cittadellarte. Come si esplicita la missione dell’ambasciata nel Biellese? Al di là dell’ovvia constatazione che tutto quanto realizzato dagli anni ’90 è di fatto nel solco della medesima visione del Terzo Paradiso, nel 2019 qui si avvia l’Opera Demopratica. In ottobre si tiene un incontro intitolato Preludio per un Coro. Partecipano oltre trenta attori chiave del territorio. Pierluigi Sacco* ci accompagna inquadrando le molte diverse voci in uno spartito orientato al ben vivere in cui cultura, felicità, prosperità, sostenibilità sono modi diversi di dire (e fare) la stessa cosa. Si avvia così il canovaccio dell’Opera Demopratica.

La Prima Scena è rappresentata dalle associazioni giovanili che, formate dai curatori ed educatori di Cittadellarte, mappano oltre 100 realtà del territorio impegnate nell’accoglienza, produzione, educazione, amministrazione, cultura, in linea con gli obbiettivi e i target dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Siamo in pieno lockdown: la mappatura si fa molto online, video call. Si raccolgono però non solo testimonianze orali e visive, ma anche oggetti. Serviranno per la Mostra, esito per formativo della Prima Scena. L’Opera Demopratica attiva lo sguardo dei giovani. Questo promuove l’autoriconoscimento degli attori locali come campioni – e dello stesso dei giovani come talent scout – di un patrimonio di capitale sociale da scoprire. Ma anche da raccontare e organizzare in una visione che dia identità al territorio e che possa diventare progetto collettivo.
L’Opera Demopratica giunge così alla Mostra, realizzata anche con il contributo di un nuovo player come la Fondazione BIellezza, causa ed effetto del clima di fermento che sempre più si avverte nel Biellese. E già prendono forma i primi due forum settoriali, dedicati all’Energia e all’Acqua. La Mostra accoglie il dispositivo operativo dei Tavoli della demopraxia disegnati da Pistoletto e Saverio Teruzzi, già attivi nei Cantieri di Roma, e a Ginevra , nella collaborazione con la Fondazione Mater e Food for Soul.
Quindi, Cittadellarte è Ambasciata anche, e soprattutto, perché sviluppa l’Opera Demopratica.

In effetti, anche ante litteram questo già avveniva, nel senso che fin dalla sua nascita Cittadellarte ha attivato nel territorio un’opera artistica sociale. Tanto che, nel 2019, l’UNESCO designa Biella Città Creativa. Non era scontato negli anni ’90, quando si mettevano le basi di Cittadellarte negli edifici abbandonati lungo il torrente in centro città. Nemmeno nei primi anni 2000, quando centinaia di allievi di Unidee imparavano l’arte di attivare processi di trasformazione sociale fondati sulla responsabilità. In quegli anni succedeva un’altra cosa: anche i cittadini biellesi vivevano esperienze in cui la creatività impegnata socialmente era il terreno di incontro. Artigiani, imprenditori, insegnanti, associazioni, sindacati, medici, sportivi, politici, amministratori, studenti, famiglie… tutti loro (tutti noi) siamo diventati studenti. Un esperimento a scala naturale di “città dell’arte”. Così si passa a Biella da Cittadellarte a città dell’arte. In vent’anni di arte di pratiche per connettere i diversi campi del fare e del sapere umano. Di costruzione di spazi di co-creazione dove tutti abbiano diritto di asilo, cittadinanza e capacità. Un programma politico, civico, di portata immensa, ma pure costituito da elementi minuti, spesso minimi: panchine e spazi di sosta negli spazi pubblici e privati, giardini co-curati dagli abitanti, terreni recuperati alla coltivazione, stock di tessuti avviati alla produzione di abiti campioni di sostenibilità, partite di pallone tra imprenditori e lavoratori uniti da 6 metri di stoffa a due a due, esplorazioni e riappropriazioni di spazi naturali o artificiali, studi e ricerche sulla “storia e sull’archeologia del futuro”, e davvero altre centinaia di esperimenti in vivo. Allora non c’è da stupirsi se, anche per questo, un distretto industriale in transizione viene designato creativo dalla massima organizzazione globale che si occupa di educazione, scienza e cultura.

Si arriva così alla Città Arcipelago. Sotto questa immagine nasce il programma di un Forum ufficiale delle Città Creative UNESCO e di un Festival. Il Coordinamento nazionale della rete delle Città Creative UNESCO riconosce il Biellese come caso studio, dove la ricerca e la pratica si sono unite in un ecosistema dell’apprendimento e della condivisione.

Nelle pagine di questa pubblicazione che come ogni anno accompagna la rassegna Arte al Centro di una Trasformazione Sociale Responsabile si trovano le storie di questa storia, che stiamo scrivendo insieme come comunità di diversi, unita in un destino che abbiamo deciso di forgiare noi stessi. Un demos che praticamente governa se stesso.

Paolo Naldini, Direttore
Cittadellarte – Fondazione Pistoletto

* Preside della Facoltà di Arti, Mercati e Patrimoni della Cultura e professore ordinario di economia della cultura presso l’Università IULM di Milano. Consigliere del Commissario Europeo per la Cultura. Docente presso l’Accademia Unidee del Terzo Paradiso.