Clima e acqua, di cosa stiamo parlando? Qui ci vuole la citizen science
Lunedì 12 settembre, sull'inserto "Biellese Green" di Eco di Biella, è uscito il quarto editoriale a firma di Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte. Vi proponiamo il testo integrale della nuova rubrica "Biella Città Arcipelago". "Abbiamo bisogno - ha affermato in riferimento alla criticità dell'infrastruttura dell'acqua - di soluzioni e azioni. Le troveranno gli artisti di Cittadellarte? Niente affatto. Le troveranno gli esperti insieme ai cittadini, a volte anche ispirati e guidati dagli artisti. Si chiama citizen science. La riconoscono le Nazioni Unite e le massime organizzazioni mondiali come una delle più importanti risorse su cui far conto per affrontare le sfide epocali che sono già qui".

Breve ricapitolo di quanto ormai dovremmo sapere tutti. Il 90% dei disastri naturali, comprese inondazioni e siccità, sono legati al clima (UNISDRInternational Strategy for Disaster Reduction).

Il cambiamento climatico sta già causando eventi meteorologici sempre più violenti. L’aumento delle temperature provoca l’evaporazione dell’acqua in quantità maggiori, il che porta a livelli più elevati di vapore acqueo atmosferico e piogge più frequenti, pesanti e intense. L’acqua defluisce nei corsi d’acqua vicini, raccogliendo contaminanti come fertilizzanti lungo il percorso. Il deflusso in eccesso viaggia verso laghi, estuari e oceani, inquinando l’acqua per gli esseri umani e gli ecosistemi. Quando l’oceano si riscalda, i ghiacciai iniziano a sciogliersi a un ritmo insostenibile, il che si traduce anche in un innalzamento del livello del mare. Nell’emisfero settentrionale, dove in genere si accumula la neve, temperature più calde significano meno nevicate, il che lascia meno acqua disponibile nei bacini idrici locali dopo l’inverno. Ciò ha un impatto negativo sugli agricoltori, che rimangono senza acqua a sufficienza per irrigare i loro raccolti durante la stagione di crescita.

Problema Infrastrutture: 42% è il livello di dispersione della rete idrica nazionale nel 2018. I dati del censimento delle acque per uso civile confermano una realtà tristemente nota e cioè che gran parte delle risorse idriche che vengono immesse nelle infrastrutture italiane vengono sprecate a causa di perdite e malfunzionamenti.
Ma come funziona l’infrastruttura dell’acqua oggi? Questa è una questione oscena. Ob scenum è ciò che viene spostato fuori dal campo di osservazione permesso. Come molte questioni specialistiche, la modernità ci ha convinti che la gestione delle acque fosse qualcosa di cui non dovessimo preoccuparci, ancor meno occuparci. E così abbiamo lasciato soli gli specialisti e gli amministratori pubblici che sembravano poter gestire le cose. Nello stesso tempo però abbiamo tutti condotto uno stile di vita insostenibile. E le soluzioni a disposizione degli amministratori che magari avevano funzionato in passato sono diventate inadeguate. Le conseguenze, come i nodi al pettine, sono oramai dolorosamente arrivate. Attenzione: se vogliamo imparare, dobbiamo ricordarci che quasi tutti i leader e gli opinion makers di questi decenni semplicemente negavano che stavamo vivendo secondo un modello sbagliato. Non dimentichiamolo. Il cittadino che si preoccupava dell’acqua e del clima e di tutte le altre oscenità come la sanità, l’istruzione, l’energia etcetera era bollato come un fastidioso antisistema. Dovremmo imparare a dare ascolto a questi personaggi. Come Cassandra, se restano inascoltati, sarà un grosso problema per tutti.

Ora però abbiamo bisogno di soluzioni e azioni. Le troveranno gli artisti di Cittadellarte? Niente affatto. Le troveranno gli esperti insieme ai cittadini, a volte anche ispirati e guidati dagli artisti. Si chiama citizen science. La riconoscono le Nazioni Unite e le massime organizzazioni mondiali come una delle più importanti risorse su cui far conto per affrontare le sfide epocali che sono già qui.

L’abbiamo applicata a Cittadellarte dagli anni 2000, e recentemente in un progetto finanziato dall’Unione Europea (Science Technology and ART for Water) che ha riunito scienziati ed esperti, con amministratori pubblici e privati, per definire le sfide dell’acqua che il Biellese sta affrontando. Quindi con un concorso internazionale abbiamo scelto due artisti che hanno realizzato opere ad hoc. Che cosa resta, oltre alle esperienze personali e professionali? Il progetto in fase di costruzione di un Osservatorio Permanente sull’Acqua. Che cosa dovrebbe fare? Per esempio, raccogliere i dati dai soggetti deputati per legge alla gestione e controllo delle acque e renderli accessibili al pubblico con eventi, pubblicazioni ecc.; approfondire lo stato della distribuzione e stoccaggio, prevenzione siccità e inondazioni degli impianti di raccolta e depurazione anche con campagne di visite e sensibilizzazione rivolte alle scuole e alla cittadinanza; approfondire il tema dell’inquinamento e dello stato della salute pubblica, promuovendo specifiche attività di ricerca sulla salute dei cittadini; pubblicare ogni anno un documento riepilogativo dello stato delle acque del Biellese in sinergia con gli Enti preposti, ma con taglio divulgativo e metodologia partecipativa. Ne abbiamo parlato con le istituzioni e le imprese e alcuni gruppi di cittadini. Scienza dei cittadini e degli esperti per una politica dei cittadini e degli amministratori? Sembra un fenomeno da paese scandinavo? È il progetto di alcuni biellesi per il Biellese. Parteciparvi è semplice. Scriveteci a biellacittarcipelago@cittadellarte.it.