Ci sono segnali e fatti concreti che fanno ben sperare, pur in questi tempi bui. E la filosofia del Terzo Paradiso è esattamente ciò che sta alla base di molti di questi. Per esempio, l’Unione Europea promuove le Comunità Energetiche Rinnovabili. Vuol dire che si potranno associare cittadini e imprese nella produzione di energia rinnovabile e potranno scambiarsi il surplus gli uni con gli altri.
È una forma collettiva di capitalismo, perché si promuove la redistribuzione nella comunità della rendita di un capitale condiviso, cioè gli impianti produttivi privati. Privato e pubblico insieme.
Siamo di fronte a qualcosa che ha dei tratti del capitalismo e dei tratti del socialismo.
Sembra che alla fine sia un guadagno per tutti, anche per lo Stato e la collettività allargata perché c’è maggiore produzione ed efficienza, maggiore autonomia rispetto a fonti energetiche straniere, minori costi di impianti e infrastrutture pubbliche.
Non si arriva a legiferare cose di questo genere senza che prima, magari per anni, non si siano diffuse idee che a questi risultati possano portare. Idee appunto come quella alla base del Terzo Paradiso: dagli opposti si può generare una terza via che, pur non negando, né eliminando gli opposti stessi, li supera con una nuova idea.
Anche nei contesti istituzionali del mondo della cultura queste idee stanno emergendo con forza: una delle più importanti manifestazioni di arte contemporanea, Documenta, quindicesima edizione, che si svolge ogni cinque anni a Kassel, in Germania, è incentrata sul concetto di lumbung, cioè di granaio in cui conservare il surplus della produzione agricola e distribuirlo a chi ne avrà bisogno. È un concetto vagamente anarchico e utopico, patrimonio di tradizioni di diverse culture, a partire da quella indonesiana da cui origina il collettivo artistico ruangrupa, direttore artistico della manifestazione, che Cittadellarte ha coinvolto in passato nel progetto Visible, in partnership con Fondazione Zegna. Sarebbe interessante esplorare la storia del Ricetto di Candelo, e dei ricetti in genere, per capire se anche questi rappresentino una versione nostrana di questo modello socioeconomico così importante per l’umanità oggi!
Per restare nel nostro territorio, anche Biella come Città Arcipelago Demopratico è un concetto nuovo. Enel l’ha trovato tanto interessante da decidere di investire sulla sua infrastrutturazione energetica sostenibile. Abbiamo così stipulato un accordo con Enel e l’Unione Industriale e Fondazione BIellezza a proposito appunto di comunità energetiche rinnovabili e stazioni di ricarica per veicoli elettrici, quest’ultime in dialogo con il programma di Enerbit già avviato da tempo. Mancano però le tariffe degli incentivi da parte dello Stato, senza le quali è impossibile calcolare i tempi di rientro degli investimenti. Quindi, bisogna aspettare. Intanto arriva l’inverno e siamo sempre più strozzati dai costi dell’energia importata. Mentre ci sono Paesi che producono con fonti rinnovabili anche il 70 o 80 percento del loro fabbisogno, secondo statistiche ufficiale europee; e non sono Paesi baciati dal sole! Abbiamo anche i boschi, che possono essere trasformati in centrali energetiche, e il geotermico. Insomma le ruote ci sono, e se ci tolgono i bastoni andiamo avanti spediti, pieni di energia (rinnovabile) verso il Terzo Paradiso.